Un romanzo necessario sulla memoria e il coraggio
Ritanna Armeni, con la sensibilità e la profondità storica che contraddistinguono la sua opera, torna in libreria con A Roma non ci sono le montagne, un romanzo che si addentra in uno degli episodi più cruciali e controversi della Resistenza italiana: l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944.
a cura di Salvatore Cucinotta
L’autrice, giornalista e scrittrice di lunga esperienza, ricostruisce con rigore e partecipazione una vicenda che ancora oggi suscita dibattiti e riflessioni, restituendo alla letteratura il compito di indagare il passato senza retorica, ma con la lucidità di chi vuole comprendere e ricordare.
Il romanzo prende vita attraverso un mosaico di personaggi che, nell’apparente casualità di un pomeriggio romano, si trovano a essere parte di un evento destinato a segnare la storia. C’è lo spazzino con il carretto, la giovane donna con la borsa della spesa, il professore assorto nei suoi pensieri. E poi ci sono i soldati tedeschi, ignari di ciò che sta per accadere. Armeni costruisce una narrazione corale, in cui le vite dei protagonisti si intrecciano con il destino della città occupata, tra paura, speranza e la consapevolezza di un sacrificio necessario.
La scrittura è incisiva, capace di riportare il lettore nelle strade di una Roma oppressa dalla guerra, dove la Resistenza si muove nell’ombra, fatta di uomini e donne comuni che scelgono di combattere, pagando un prezzo altissimo. Il titolo stesso, “A Roma non ci sono le montagne“, suggerisce l’assenza di luoghi dove nascondersi, la difficoltà di sfuggire all’occhio vigile dell’occupante, ma anche la resilienza di chi decide di lottare nonostante tutto.
Ritanna Armeni riesce a far emergere la complessità delle scelte di chi si trovò a combattere contro un nemico potente e spietato, senza cadere nella semplificazione ideologica.
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