© a cura di Salvatore Cucinotta
Con il libro Aggiustare l’universo, Raffaella Romagnolo ci trasporta nell’Italia del dopoguerra, una nazione lacerata dalle macerie fisiche e morali del conflitto appena concluso. Ambientato nell’ottobre del 1945, il romanzo narra le vite di Gilla, una maestra elementare sopravvissuta alla guerra, e di Francesca, una bambina orfana di origini ebraiche, la cui storia personale riflette le ombre della persecuzione razziale. L’autrice intreccia così un racconto che unisce dolore e speranza.
Dalla trama si evidenzia la figurGilla, rifugiata a Borgo di Dentro dopo essere fuggita dalla devastazione di Genova, rappresenta il simbolo di una generazione che ha lottato per sopravvivere e ricostruire un futuro migliore.
Le sue ventitré alunne di quinta elementare diventano il suo scopo e la sua ancora, ma è l’arrivo di Francesca, muta e triste, che accende in lei una missione ancora più profonda: quella di aggiustare, non solo un vecchio planetario meccanico che sistematicamente ripara la sera, ma anche un’anima spezzata dagli orrori della guerra.
Il silenzio di Francesca, così come il suo passato tragico, riflette la devastazione interiore di chi ha perso tutto.
Raffaella Romagnolo affronta con sensibilità il tema dell’Olocausto, senza mai cadere nel patetismo, ma evidenziando l’urgenza di guarire le ferite invisibili lasciate dalla storia. La maestra Gilla, che ha già perso tanto, intuisce subito la natura del dolore della bambina e si impegna a ridarle fiducia, passo dopo passo, come si farebbe con un meccanismo fragile che necessita di essere restaurato con calma e precisione.
La narrazione si sviluppa in un perfetto equilibrio tra il contesto storico e le emozioni dei protagonisti.
L’autrice utilizza una prosa sobria e profonda, che non cerca mai di sopraffare il lettore con drammaticità forzata ma anzi lascia spazio per riflettere sulle grandi questioni della vita e della storia. È un romanzo che esplora la difficoltà di riprendere il filo della propria esistenza in un mondo sconvolto, in cui i confini tra passato e presente, tra colpa e redenzione, sono incerti e dolorosi.
L’immagine del planetario che Gilla ripara ogni sera diventa un simbolo potente della trama: l’universo, come le vite dei protagonisti, è frammentato e rotto, ma c’è ancora la possibilità di ricomporlo.
Il romanzo rappresenta un richiamo a non dimenticare il passato, ma anche un invito a ricostruire il futuro, un pezzo alla volta, con la stessa cura e determinazione di chi tenta, nonostante tutto, di aggiustare l’universo.
Personalmente faccio i complimenti all’autrice per questo interessante ed importante romanzo.
Per saperne di più: Mondadori.it