Alessandra Ferrari, insegnante di scuola dell’infanzia in pensione, ha sempre seguito percorsi formativi innovativi e creativi. Dopo una lunga esperienza come volontaria nella clown terapia presso l’Ospedale Civile di Brescia, si è appassionata al teatro, approfondendo temi come la voce consapevole, la regia e l’educazione teatrale. Ora, con il gruppo “Risonanze teatrali”, al loro debutto, Alessandra porta in scena il recital “Sono il suono dei miei passi… ASCOLTAMI!”, uno spettacolo che esplora l’ascolto, l’integrazione e il superamento dei conflitti. In questa intervista ci racconta il suo percorso e le emozioni dietro la sua nuova avventura teatrale.
Alessandra, dopo una carriera come insegnante di scuola dell’infanzia, cosa ti ha spinto a dedicarti al teatro e alla clown terapia?
Non sono e non mi reputo un’attrice, sono soltanto formatrice di “clown terapia”, di accostamento alla “VOCE CONSAPEVOLE” e di approccio alla teatralità. Ho sempre manifestato il desiderio di occuparmi dell’infanzia e dopo ben 40anni di lavoro (ora in pensione) posso dire e riconfermare di aver scelto un lavoro meraviglioso. Proprio per specializzarmi in tal senso ho frequentato (per 7 anni) un corso per diventare dottore clown ed ho di conseguenza acquisito le competenze necessarie per offrire il mio volontariato presso l’Ospedale Civile di Brescia (per 10 anni). A tale riguardo, con un gruppo di persone, ho svolto attività di sostegno a bambini e adulti ricoverati in vari reparti (neuropsichiatria, pediatria, maternità, prima, seconda, terza medicina, chirurgia pediatrica, pronto soccorso…) utilizzando i suggerimenti di Patch Adams, medico americano, conosciuto personalmente. Potrei riassumere il tutto con una parola: PASSIONE!!!
Come è nata la tua passione per la clown terapia e quali sono state le esperienze più significative durante i 10 anni di volontariato all’Ospedale Civile di Brescia?
Esperienze significative con la clown terapia nei vari reparti…davvero tante!!! Diciamo di aver vissuto emozioni molto forti, senso di amore profondo in empatia con le persone ed i bambini sofferenti…appartenenza al gruppo dei colleghi e con il personale medico, insomma…ci vorrebbero giorni per descrivere le situazioni vissute! Ma fra le molteplici esperienze negli anni, alcune sono custodite indelebili nel mio cuore. Ricordo, ad esempio, una ragazzina in neuropsichiatria, molto diffidente e ribelle, anoressica. L’approccio è stato difficile ma instaurata la fiducia necessaria, lei si è in parte confidata…e mi scriveva cose bellissime. Ho nella mia memoria anche un ragazzo di 16 anni, ricoverato in oncologia, molto intelligente e sensibile. L’avevo invitato a casa mia, con i miei figli, a mangiare le lasagne…ma poco dopo venni a sapere che lui non ce l’aveva fatta…Essendo alle mie prime esperienze ho vissuto un forte dolore…un passaggio difficile da comprendere…Ma, fortunatamente, ci sono state anche esperienze divertenti!!! Abbiamo fatto cantare nonnine aiutandole a scostarsi dal dolore fisico…ballare nonni…siamo riusciti a far ridere a crepapelle tanti bambini…Dieci anni sono tanti, come è possibile dimenticare!
Hai seguito un corso sulla “Voce Consapevole” con un’attrice di Roma. Come ha influenzato il tuo approccio al teatro e alla performance?
Per quanto riguarda invece il corso sulla “VOCE CONSAPEVOLE”, direi di aver avuto il mio solito istinto legato a vari interessi. Proprio durante il periodo COVID, infatti, reclusa spesso in casa, mi sono iscritta ad un corso online con una bravissima attrice di Roma, Melania Fiore, la quale mi ha trasmesso la passione per il teatro. Per due anni e mezzo di studio mi sono interessata così ad aspetti legati alla VOCE, letture di testi, interpretazioni varie, scrittura creativa, dizione, mindfulness, voce e musica, conseguendo due attestati formativi. Così ho iniziato il mio approccio al teatro. In questo anno ho poi seguito due corsi specifici. Uno di REGIA TEATRALE con il bravissimo Daniele Falleri ed uno di Educatore teatrale nelle scuole, con un professionista di alto livello, prof. De Rosa.
Puoi raccontarci come è nato il progetto del recital “Sono il suono dei miei passi… ASCOLTAMI!” e quali messaggi vorresti trasmettere al pubblico?
Il Progetto TEATRO è nato dopo un confronto con i rappresentanti del COMITATO PER LA PACE BOVEZZO della mia zona. Fra le varie tematiche relative ai conflitti in atto, soprattutto legati alla questione palestinese, ne è emersa una che, a mio riguardo, necessitava di attenzione particolare: l’ASCOLTO. Ho messo così a disposizione (gratuitamente) le mie competenze ed ho organizzato (con il Coordinamento sopra citato) un corso di VOCE CONSAPEVOLE. Si è formato in itinere un gruppo di persone di varie età (dai 20 ai 70 anni) con i quali ho organizzato il RECITAL dal titolo “Sono il suono dei miei passi…Ascoltami”.
Nel tuo lavoro teatrale, dai molta importanza al tema dell’ascolto. Cosa significa per te questo concetto e perché lo consideri così centrale nel tuo recital?
Vorrei trasmettere al pubblico alcune riflessioni importanti. La prima riguarda l’ASCOLTO di noi stessi…Senza di esso non è possibile pretendere di comprendere gli altri. Attraverso una maggior consapevolezza individuale, infatti, si può raggiungere una maggior focalizzazione sulle proprie emozioni superando determinate difficoltà comunicative. La seconda riguarda una attenta analisi delle relazioni familiari e sociali che hanno sostituito l’ASCOLTO con la tecnologia, la frenesia quotidiana, i giudizi, l’egoismo e l’individualismo, la materialità…Lo spettacolo individuerà risoluzioni per un ASCOLTO più consapevole evidenziando l’UNICITA’, l’EMPATIA, l’INCLUSIONE e l’AMORE che cura.
Il gruppo “Risonanze teatrali” è al suo debutto. Come avete lavorato insieme e quali sfide avete affrontato nel creare questo spettacolo?
Il gruppo RISONANZE TEATRALI è al suo primo debutto, così vale anche per la mia prima esperienza da regista. Le sfide sono state in alcuni momenti piuttosto difficili da sostenere. Le diverse età dei componenti del gruppo, il fatto che alcuni di loro non avessero mai approcciato ad argomenti legati al teatro, hanno rallentato i vari incontri. Ma poi il gruppo si è consolidato e la motivazione a mettersi tutti in gioco è stata prevalente.
Hai organizzato un corso di Voce e teatralità aperto alla cittadinanza. Qual è stata la risposta del pubblico e quali risultati hai visto tra i partecipanti?
I partecipanti al corso hanno acquisito maggior consapevolezza emotiva sulla propria voce…maggior scioltezza nel linguaggio…superamento di inibizioni o eccessiva timidezza, approccio più disinvolto a livello musicale e ritmico…capacità di rilassamento e di respirazione…lettura di brani con capacità di autocritica…senso di condivisione per il progetto comune del recital…Obiettivi importanti per una crescita personale in rapporto con gli altri.
Nel tuo recital parli di integrazione e superamento dei conflitti. Come speri che questi temi risuonino con il pubblico?
I temi di INTEGRAZIONE e SUPERAMENTO DEI CONFLITTI verranno trasmessi al pubblico attraverso la partecipazione di ospiti speciali, di etnie diverse e persone con qualche difficoltà. Per quel che riguarda i conflitti in generale invece verranno proiettati video suggestivi, animati da ballerini e ballerine bravissimi, particolari aggiunti anche dal corpo di ballo di David Memeti e la presenza di Matteo, Livio e Sergio Galeri.
Hai lavorato come educatrice teatrale nelle scuole. Come pensi che il teatro possa influire positivamente sulla crescita e lo sviluppo dei giovani?
Nella scuola dell’infanzia è facile accostarsi al teatro. La drammatizzazione consente ai bambini di giocare e lavorare sulle emozioni. Il teatro crea un raccordo fra gli stessi, una interazione utile anche a coloro più’ sensibili e meno estroversi, aiuta a far emergere i vari talenti, stimola la creatività, il gusto del bello attraverso le scenografie, aiuta l’espressione vocale ed il linguaggio, aiuta la socializzazione. Per i giovani potrebbe diventare un percorso molto utile, soprattutto dopo il periodo covid. Ci sto pensando…sarebbe una bella esperienza.
Cosa provi alla vigilia del debutto di “Risonanze teatrali”? Quali sono le tue aspettative per questa prima esibizione pubblica?
Per il debutto del nostro recital… sono palesemente molto emozionata…così lo sono i miei compagni di viaggio. Mancano pochi giorni, c’è molto da fare e le PROVE ci aspettano, per me una grande responsabilità nel coordinare tutto quanto. Cosa mi aspetto dal pubblico? …BEH… mi auguro siano in tanti a partecipare, proprio per i contenuti affrontati con tanta dedizione. Poi sicuramente…speriamo di EMOZIONARE e di SORPRENDERE tutti con la bellissima scenografia, la musica, le canzoni, il ballo…e le letture particolari. MI aspetto gratitudine e gioia condivisa per esser arrivati ad una serata che sarà particola e indelebile nella memoria. Il 5 ottobre sul palco del teatro MARTINELLI, a Bovezzo. Alessandra Ferrari e il gruppo “RISONANZE TEATRALI”.
Grazie Alessandra e complimenti per tutta la passione che metti nel tuo lavoro