Alessandro Mancini, 31 anni, pescarese di nascita, è laureato in Economia e Management. Alessandro ha trasformato una passione nata a livello locale in una carriera che lo ha portato a lavorare con brand prestigiosi come Burberry, Moschino e Gas Jeans in Europa, India e Arabia Saudita. Vincitore de “Il più bello d’Italia 2020” e protagonista di numerose campagne pubblicitarie.
a cura di Salvatore Cucinotta
Alessandro, benvenuto su Che! Intervista e grazie per essere qui con noi! Come ti senti a raccontare la tua storia e cosa significa per te essere un modello?
Grazie a voi dell’invito, è un piacere per me! Mi sento tranquillo a raccontarmi e mi piace farlo perché credo che ognuno di noi sia una lettera aperta e viva che può aiutare ed ispirare gli altri. La condivisione è il mezzo che lo permette. Per me “essere” modello, anziché semplicemente “fare” il modello, è un concetto che va ben oltre il mero significato professionale: è una responsabilità perché le persone ti prendono “a modello” ed essere sotto gli occhi degli altri significa essere osservati e magari presi ad esempio, e questo non va sottovalutato né “pompato”. Per quanto riguarda il “fare” il modello per me significa passione, divertimento, viaggi ma anche tanto impegno e sacrifici dietro le quinte, come diete, palestra e studi.
Hai iniziato a lavorare nel mondo della moda a soli 18 anni. Quali sono state le tue prime esperienze e come ti hanno preparato per il successo che hai raggiunto oggi?
Le primissime esperienze sono state eventi, shooting e sfilate a livello locale a Pescara e in Abruzzo come un divertimento e “lavoretto” per arrotondare. Sono stat i primi passi che hanno aiutato a camminare e conoscere pian piano sempre di più questo mondo e questo lavoro ma che anche mi hanno formato e aiutato a rompere il ghiaccio e vincere magari la timidezza e allo stesso tempo la spavalderia e l’orgoglio che a quell’età è facile avere. Poi per quanto riguarda il “successo” credo sinceramente che per la grazia di Dio ho avuto il piacere di vivere qualche esperienza molto bella (oltre ad altre anche dolorose ma formative), ma come dice la parola stessa “è successo”, quindi sta alle spalle ed è passato. Mi proietto a quello che viene oggi e verrà domani pensando che il meglio deve ancora arrivare.
La tua carriera ti ha portato a viaggiare in tutto il mondo. C’è un luogo o un’esperienza che ti ha lasciato un segno particolare?
Tutto il mondo non ancora, mi manca ancora qualche continente! Finora direi che l’India è stata l’esperienza più particolare per cultura, modi di fare, cibo e ambiente in generale. Un altro mondo rispetto all’Italia e all’Europa.
Lavorare con brand prestigiosi come Moschino, Burberry e Cartier è il sogno di molti. Come hai affrontato queste collaborazioni e cosa hai imparato da esse?
Ognuna mi ha trasmesso ed insegnato qualcosa, sopratutto in termini di professionalità ed organizzazione. Ed ogni esperienza l’ho affrontata ed l’affronto col sorriso e gratitudine ma anche serietà e professionalità com’è giusto che sia.
Hai vinto “Il più bello d’Italia 2020” e sei stato finalista a “Mister Italia 2019”. Cosa rappresentano per te questi riconoscimenti e quanto hanno influenzato la tua carriera?
Rappresentano esperienze e tappe del mio percorso di vita personale più che professionale. Sono state delle occasioni per imparare e conoscere altri lati di questo mondo che magari erano meno conosciuti e che mi sono servite per crescere come uomo più che come professionista.
Più recentemente, sei diventato il volto di campagne pubblicitarie italiane come Kinder Paradiso e Crédit Agricole. Come vivi il passaggio tra la moda internazionale e le produzioni nazionali?
Bene come sempre, con la giusta serietà, professionalità ma anche la leggerezza che serve. E poi una delle cose più belle di questo lavoro dopo anni è proprio vedere come cambiano e sono strutturate le produzioni e il “dietro le quinte” di ogni lavoro. Però ognuna ha le sue caratteristiche e punti di forza che le rendono affascinanti ai miei occhi.
Hai partecipato a eventi di lusso come il Salone Nautico di Montecarlo e il Festival di Cannes. Qual è l’aspetto più emozionante di questi contesti esclusivi?
Per me che nasco e cresco da un contesto borghese è una conoscenza continua. Lì ho imparato ad apprezzare gli aspetti più umani del “benessere” e a non disprezzare e rivalutare alcuni pregiudizi su questo mondo che spesso ci si fa. Ecco, per me questo è stato l’aspetto più emozionante.
Il mondo della recitazione è un tuo obiettivo dichiarato. Cosa ti attrae del cinema e quali sono i passi che stai intraprendendo per raggiungere questo sogno?
Del cinema mi attrae molto la diversa modalità e tipologia di lavoro, il dover entrare così dentro in una parte da esser bravi ad esprimere anche e sopratutto a parole quel qualcosa che bisogna far arrivare al pubblico. Ecco, lo vedo come un upgrade e un’ulteriore estensione e crescita del mio lavoro. Grazie a Dio ho iniziato a lavorare anche per spot non parlati, quindi il passo successivo, tempo permettendo tra lavoro e famiglia, sarà quello di studiare corsi di recitazione.
La tua formazione in Economia e Management è un elemento distintivo rispetto a molti tuoi colleghi. In che modo questa preparazione ti ha aiutato nel mondo della moda?
Concettualmente nel rendermi conto e considerare che “io sono la mia azienda”. Ma anche nel pratico e più tecnico mi ha sicuramente aiutato tanto a considerare gli aspetti più burocratici e amministrativi di questo lavoro.
Infine, quale messaggio vorresti lasciare ai giovani che aspirano a una carriera nella moda o nel cinema, e quali sono i tuoi progetti futuri?
Ai giovani direi che se veramente credono che questa possa essere la loro strada, devono provarci e prenderlo sopratutto all’inizio come un divertimento e un’esperienza di crescita e formazione personale prima ancora che professionale. Date priorità ed importanza agli studi, prendete buoni esempi non come quelli che purtroppo alcuni “influencer” oggi trasmettono. Come ogni cosa anche questo lavoro richiede il giusto impegno, passione, dedizione e professionalità. Ci saranno porte chiuse e no che faranno male, ma se durante la strada che farete dentro di voi sarete certi che di avere le qualità giuste per farcela e la giusta attitudine allora provate e continuate e non vi abbattete: se questa è la volontà di Dio per la vostra vita, prima o poi le giuste porte si apriranno. Confidate in Lui per ogni cosa, da quelle più minime alle più grandi e vedrete che vi indirizzerà per la giusta strada. “Affida al Signore le tue attività, e i tuoi progetti riusciranno”: questo è un saggio proverbio scritto nella Bibbia che mi ha tanto aiutato in molti momenti della mia vita e anche della mia carriera e metterlo in pratica ha fatto, fa e farà sempre la differenza. E questo è anche il mio personale progetto futuro: fare quello che Lui vorrà e andare dove Lui vorrà.
Grazie mille!
Grazie Alessandro del tuo tempo e complimenti per tutto!
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