Alessia Pizzi, romana, classe 1988. Laureata in Filologia, Letterature e Storia dell’Antichità, con un’esperienza internazionale a Oxford, ha unito la sua passione per le voci femminili dell’antichità con le competenze digitali, diventando una giornalista pubblicista e SEO expert. Fondatrice di Culturamente.it e di Poetessedonne.it, autrice del corto teatrale “Qualcuno si ricorderà di noi” e del libro “Poesie sul tavolo”, Alessia è oggi Digital Marketing Manager per PwC Italia e speaker su temi come l’intelligenza artificiale e la parità di genere. In questa intervista, esploriamo il suo percorso, le sue riflessioni e i progetti che la vedono protagonista.

a cura di Salvatore Cucinotta


Benvenuta su Che! Intervista, Alessia! Puoi raccontarci quando hai capito che la scrittura e la cultura sarebbero diventate i pilastri del tuo percorso professionale?
Ciao! Sin da bambina ho sempre amato lettura, scrittura, disegno e mitologia. Nel corso degli anni ho seguito il mio istinto nelle scelte di vita, dal liceo classico alla laurea in lettere, per poi iniziare la pratica come giornalista pubblicista e il lavoro come copywriter per una multinazionale, che mi ha formata come Digital Account. Avevo 26 anni ed ero neolaureata, è avvenuto tutto per caso: io pensavo che avrei fatto l’insegnante di greco e latino e invece, stanca della vita accademica, ho scelto il digitale e questo mi ha consentito di avere le conoscenze per fondare culturamente.it, sito di informazione culturale che ho diretto per 7 anni.  🙂

Hai studiato tra Roma e Oxford, specializzandoti in Women’s Studies. Cosa ti ha portato ad approfondire questo tema e come ha influenzato la tua visione del mondo?
Anche qui ho seguito l’istinto: finita la triennale in Studi Italiani stavo preparando gli esami per la magistrale in Filologia Moderna, primo tra questi “letteratura comparata”. Mi sono ritrovata in lacrime: non volevo più studiare lettere moderne, volevo tornare all’antichità. Così ho cambiato corso di laurea e università, sono passata da La Sapienza a Roma Tre e ho partecipato al bando di mobilità per i progetti esteri con l’idea di approfondire tre poetesse posteriori a Saffo (Erinna, Anite e Nosside, le protagoniste del mio libro): sapevo che USA e Gran Bretagna erano la culla degli Women’s Studies proprio grazie agli esami di letteratura comparata che tanto avevo odiato! Vinta la borsa di studio, dovevo andare a Berkeley ma non c’era un supervisor disponibile, così ho modificato la meta in Oxford e ho passato in Inghilterra 3 mesi: è stata una bella esperienza vivere in una piccola città universitaria e fuori dalla comfort zone. Per quanto riguarda i Women’s Studies sono interessanti a livello critico per dare luce a visioni e a voci inedite, ma prediligo sempre l’approccio filologico per le comprensioni dei testi antichi: a volte mi sembra che tali visioni applicate all’antichità propongano interpretazioni troppo moderne dei testi.

Fondatrice e direttrice per sette anni di Culturamente.it. Quali sono state le sfide principali nel dirigere un progetto editoriale culturale e quali soddisfazioni hai raccolto?
Culturamente.it mi ha fatto crescere molto, su tanti aspetti: umano, tecnico, giornalistico, commerciale, digitale, gestionale. Selezionare le persone e coordinare un team necessita lo sviluppo di uno sguardo attento sulle persone, sia fuori che dentro la redazione. Questo mi aiuta molto oggi nel mio ruolo di manager, che implica la coordinazione di team e fornitori per progetti internazionali. Il sito è stata una scuola in tantissimi ambiti e mi ha fatto conoscere la differenza tra “capo” e “leader”, l’importanza della squadra, la necessità di vedere in ogni persona le sue specifiche inclinazioni, il peso delle decisioni e delle responsabilità. La cosa che ricordo con maggior piacere è di aver contribuito a far crescere giovani giornalisti (alcuni di questi anche affermati presso importanti editori oggi) e di aver insegnato un po’ di digital marketing ai giornalisti più maturi: la redazione era composta da persone dai 20 ai 60 anni! Penso che non bastino le parole per dire tutto quello che mi ha insegnato Culturamente.it: peraltro ho lasciato online il sito, anche se “sospeso”, proprio come archivio di cultura indipendente, a disposizione di tutti.

Il tuo corto teatrale “Qualcuno si ricorderà di noi” unisce la cultura antica a temi contemporanei. Cosa vuoi trasmettere attraverso quest’opera?
Vorrei trasmettere che c’è un filo conduttore forte tra antico e moderno, tanto che i motori di ricerca oggi possono finalmente rendere la cultura democratica, oltre i canoni dei libri di scuola, dove le donne sono pressoché assenti. Dal libro è nata poi l’idea del sito poetessedonne.it, dove censisco e diffondo le poetesse del passato e del presente, proprio per concretizzare il messaggio. Mi piacerebbe pubblicare una seconda edizione del corto (quindi, case editrici fatevi avanti!!) e portarlo a teatro: l’ho pubblicato in piena Pandemia, quindi non è mai andato in scena.

Nel 2023 hai presentato un report sull’intelligenza artificiale e il giornalismo. Come vedi il futuro del giornalismo nell’era digitale e quale ruolo può avere l’intelligenza artificiale in questo ambito?
L’Intelligenza Artificiale sta già rivoluzionando la vita professionale di tutti noi, inclusi i giornalisti, grazie all’automatizzazione di molti processi noiosi e onerosi. I giornalisti devono formarsi (questo anche grazie all’Ordine dei Giornalisti che fornisce corsi ad hoc, di cui sono stata anche docente) e diventare supervisori della macchina: tutto ciò che viene raccolto, prodotto e distribuito con l’Intelligenza Artificiale deve essere revisionato dall’essere umano e soprattutto non può sostituire il genio e la creatività del professionista. Oggi l’AI che funziona è quella data driven, ovvero guidata da dati e fonti certe.

Hai lanciato il progetto Poetessedonne.it e la newsletter “Female Voices”. Come pensi che questi strumenti stanno contribuendo a dare voce alle donne nella storia e nella letteratura?
Ho presentato il progetto di Poetessedonne.it al Search Marketing Connect di Bologna lo scorso dicembre e devo dire che la reazione è stata positiva. Oggi chi cerca su Google – per citare alcune ricerche – “poesie sulla natura”, “poesie sul mare” e “poesie sul lavoro” trova nei primi risultati il mio sito con le poesie delle donne, mentre prima trovava altri siti dove erano listati primariamente autori maschili, quelli più noti che solitamente già si studiano a scuola. Sto quindi attuando una strategia di contenuti che aumenti naturalmente la visibilità delle poetesse online per le ricerche generiche effettuate dagli amanti della poesia. La newsletter, invece, è uno “spin off” in inglese su Substack che parla più in generale delle scrittrici: tale piattaforma è molto nota all’estero e attira le nicchie, quindi ho pensato che farla in inglese sarebbe stato utile per diffondere il tema.

Qual è l’aspetto più stimolante di valutare poesie e racconti e come questo arricchisce il tuo lavoro?
Collaborare con i Premi Letterari è un vero privilegio! Leggere tante opere ogni anno significa arricchirsi, entrare in altri mondi, diventare anche una scrittrice migliore. Attualmente sto valutando le opere per la settima edizione del Premio Equilibri di Chiara Ricci.

La SEO e il digital marketing sono diventati parte integrante della tua carriera. Parlaci un po’ di questo tipo di comunicazione?
Le strategie di contenuti sono state alla base di Culturamente.it e ora anche di Poetessedonne.it: conoscere queste “tecniche” di posizionamento online significa sapere come comunicare con i motori di ricerca, come Google, e far arrivare nelle prime posizioni i propri siti affinché siano trovati dagli utenti. I miei siti sono stati un’importante palestra anche per vari clienti che seguo come consulente, oggi primariamente e-commerce. La SEO, che incrocia l’analisi del dato alla qualità dei contenuti, resta la mia prediletta tra tutti gli ambiti del digitale che ho approfondito in questi 10 anni di carriera. Rispetto al Social Media Management o all’Advertising la trovo più stimolante.

C’è un progetto in particolare che sogni di realizzare?
Sì, ho un sogno legato ad un progetto, ma non lo dirò: se deve accadere, lo vedrete direttamente! 🙂

Infine, quale consiglio daresti a chi vuole seguire un percorso professionale che unisce cultura, scrittura e innovazione tecnologica?
Ognuno di noi è unico e ha un suo destino. Chi sente di voler seguire determinate attitudini troverà il modo di farlo, come è successo a me: con scelte del tutto casuali, dettate solo da ciò che sentivo. Quindi il mio consiglio è di seguire quello che si vuole e non quello che “si deve”. Con una laurea in lettere classiche, a differenza dei luoghi comuni, ho iniziato a lavorare un mese dopo la discussione della tesi. Lasciamo a casa gli stereotipi e troviamo il nostro modo di far accadere le cose. 🙂

Grazie Alessia e aspettiamo novità 😉
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