Anastasia Pannozzo è una giovane cantante e musicista con un percorso artistico in costante evoluzione. Dall’amore iniziale per il pianoforte, passando per il canto e la scoperta del jazz, Anastasia ha seguito la sua passione musicale fino in Olanda, dove vive attualmente. Con una laurea in canto jazz e un forte desiderio di crescere sia come artista che come persona, sta lavorando al suo progetto musicale “My Favourite Jazz” e valutando la possibilità di proseguire con un master in musica. In questa intervista, Anastasia ci racconta della sua crescita, delle sue passioni e dei suoi progetti futuri, tra l’Italia, l’Olanda e il mondo del jazz.
a cura di Noemi Aloisi
introduzione di Antonio Capua
Benvenuta Anastasia, il tuo primo approccio con la musica c’è stato circa a 12 anni, quando hai iniziato a studiare il pianoforte, che però hai lasciato poco dopo per dedicarti al canto. Ti è capitato di risuonare questo strumento o di suonarne altri?
Si, Ho ripreso a suonare il pianoforte quando sono entrata in conservatorio, a 19 anni. Ad oggi lo suono ancora per accompagnarmi e per studiare. Mi sono focalizzata soprattutto sul Jazz anche su questo strumento, studiando le possibilità armoniche, di accompagnamento e composizione del Jazz. Spero di migliorare sempre di più anche con il pianoforte perché suonarlo mi fa sentire libera e completa.
Da quando hai 16 anni, studi canto, cosa rappresenta per te cantare?
Cantare vuol dire esternare e affrontare le mie emozioni. Nelle canzoni ritrovo la mia storia, come quella di tante altre persone. Non sono una persona che riesce a parlare dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, soprattutto se negative, e ritrovarle nelle canzoni, o scrivere una canzone, mi permette di farlo lasciando sempre un velo di mistero a riguardo. Quando scrivo una canzone o un testo, parlo della mia vita attraverso delle metafore, o in maniera velata. È come se volessi far intendere i miei pensieri senza dirli esplicitamente. In più, in questo modo ognuno può creare la propria interpretazione del brano.
A 19 anni ti sei trasferita a Roma per iscriverti al conservatorio e hai conseguito la laurea in canto Jazz. Che cosa ti affascina di questo genere musicale?
All’inizio del mio percorso in conservatorio non conoscevo quasi per niente il jazz, solo abbastanza per poter essere ammessa. In quei 3 anni però me ne sono completamente innamorata. È una questione di “chimica”, il jazz mi fa sentire calma e mi fa sentire come se avessi il controllo di tutto. Mi viene sempre detto che la mia voce si addica molto al genere e devo dire che concordo con questo pensiero. Inoltre una cosa che mi affascina molto è l’eleganza che i compositori avevano un tempo, nel parlare dell’amore, della vita, del dolore e della gioia. Usavano le parole in maniera intelligente, allusiva ed emozionante. Aspiro a scrivere come loro in futuro.
Attualmente vivi in Olanda e in futuro speri di stabilizzarti lì. Come mai hai scelto questa meta?
Ho scelto questa meta perché è uno dei paesi in cui il jazz viene vissuto maggiormente, in Europa. Inoltre è stato anche un modo per ricongiungermi con mia sorella che vive qui. Lei si è trasferita all’estero dopo il liceo e abbiamo vissuto lontano per 10 anni, per cui ho preso l’opportunità per poter essere di nuovo vicine.
Stai ragionando sull’idea di prendere un master, hai già pensato a qualche ipotesi?
Si, sto considerando i master in Canto Jazz dei conservatori dell’Aia, Amsterdam, Rotterdam e Maastricht. Ho deciso, appunto, di continuare il percorso intrapreso in triennale. Ho avuto un momento in cui pensavo di cambiare e di lasciare la musica. È stato un periodo buio in cui ho messo in discussione tutto, ma fortunatamente sono riuscita a ritrovata la mia strada.
Nonostante la tua giovane età, hai già avuto modo di insegnare canto e musica. Ti è piaciuta questa esperienza?
Si, mi piace insegnare per vari motivi. Il primo è che insegnando si consolidano le proprie conoscenze e le proprie capacità di comunicazione. Il secondo è che adoro vedere i miei studenti imparare e capire cose nuove, e riuscire a raggiungere i propri obbiettivi. La difficoltà maggiore sta nel comprendere la persona a cui si insegna e il suo carattere, per riuscire a creare un rapporto di insegnamento ideale e su misura. Ma i risultati di questa ricerca ripagano tutti gli sforzi.
Al momento stai lavorando al tuo progetto musicale “My Favourite Jazz”, vuoi parlarci un pò di questa nuova avventura?
“My Favorite Jazz” nasce come progetto musicale in cui porto in concerto il jazz che più preferisco e mi appartiene. Ma sarà anche il nome del mio progetto di inediti. Ho in cantiere dei pezzi su cui sto lavorando e che verranno raggruppati sotto questo titolo. Stanno dei pezzi ispirati dalla vita, che accade e ci emoziona, ci rallegra e ci impone degli ostacoli. Spero che molti possano rivedersi in questi pezzi.
Tra i vari brani Jazz, quali preferisci eseguire?
Il mio preferito è Twisted, di Annie Ross. Racconta di una bambina che viene riconosciuta come pazza dal proprio analista, e mi permette di uscire dalla mia rigidità, che a volte mi contraddistingue, e di lasciarmi andare in maniera scherzosa e leggera.
Ti sei trasferita da poco in Olanda, hai avuto già l’occasione di esibirti?
Vivo in Olanda da solo un mese per cui non ho ancora avuto opportunità, ma ci sto lavorando su!
Spero di iniziare presto.
Oltre alla musica hai altre passioni?
Si, ho una passione per i viaggi, e cerco di viaggiare per il mondo il più possibile. Scoprire nuove usanze, nuove culture, nuovi punti di vista. È una cosa che fa crescere e che apre la mente.
Quando non viaggio è come se fossi incompleta. ovviamente la vita da adulti mette un freno a tutto questo perché purtroppo si deve pensare a lavorare tanto, per poter viaggiare.
Ma chissà magari sarà il mio lavoro a portarmi in giro per il mondo!
Grazie Anastasia ed un grosso in bocca al lupo per questa tua nuova avventura
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