Anna Valente, mare e solitudine fonti di ispirazione per la scrittura

Anna Valente, nata a Napoli nel dicembre 1969, è una scrittrice appassionata che ha trovato nel mare e nella solitudine le sue principali fonti di ispirazione. Amante dei gatti e della lettura, ha pubblicato il suo primo racconto, Dormimondo, nel 2010, riproposto in una nuova edizione nel 2023. Nel novembre 2022, ha dato vita al suo secondo libro, Risveglio, un viaggio introspettivo che invita i lettori a riflettere sulla propria esistenza. Napoletana doc, Anna porta nei suoi racconti l’amore per il mare e la magia di dicembre, un mese che per lei è sinonimo di mistero e ispirazione.

a cura di Antonio Capua


Benvenuta Anna, la tua passione per la scrittura e per la lettura è evidente. Quando hai iniziato a scrivere e quali sono state le tue prime fonti d’ispirazione?
Buongiorno e grazie per l’ospitalità. Molto spesso mi hanno ispirato storie di vita vera: vissute, condivise o a volte viste da esterno. Storie che poi hanno preso una vita loro, le quali ho romanzato ma non troppo e alle cui ho aggiunto pensieri ed emozioni scaturite dagli eventi.

Il mare, che descrivi come il tuo miglior amico e ispiratore, gioca un ruolo fondamentale nel tuo processo creativo. In che modo il mare influisce sulle storie che scrivi e sulle emozioni che esprimi nei tuoi racconti?
Allora c è gente che è meteoropatica,  mentre io sono mareopatica (termine inventato)perché il mare influisce sul mio pensiero e mi ispira Molto spesso mi da le dritte o meglio mi suggerisce (perché io ci parlo con il mare e il vento, ma non ditelo in giro altrimenti penseranno che sonno pazza, ahahah) le storie anche quelle lontane che ascolta, che vive, i drammi, le gioie, gli arrivederci e gli addii, ed io li riporto nelle cose che scrivo li su fogli che poi decido se raccontare agli altri. Le emozioni sono tante, il mare di inverno è qualcosa che non riesco a spiegare ma mi avvolge spesso in un abbraccio e mi consola anche quando c’è qualche lacrima.

Nel 2010 hai pubblicato il tuo primo racconto, “Dormimondo”, che è stato recentemente ripubblicato. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile narrativo dalla prima edizione a oggi?
Il mio stile diciamo che è maturato, in Dormimondo la protagonista viveva dolori e drammi e li esorcizzava a Dormimondo a volte mangiano zucchero filato. Adesso scrivo di dolori e drammi, di gioie e felicità, bilanciando l’ago della bilancia, credo che per ogni meno ci sia un più, quindi per una pioggia di lacrime sicuramente ci sarà un sorriso. Soprattutto oggi c’è una Anna che scrive non più per esorcizzare il mondo dentro di lei ma scrive per raccontare quel mondo.

Il tuo libro più recente, “Risveglio”, è un’opera introspettiva che racconta un viaggio interiore. Qual è stato il processo creativo dietro questa storia e cosa speri che i lettori traggano da essa?
Il Risveglio io lo definisco parto dell’anima, poiché ci sono stati momenti dolorosi che mi hanno portato a mettere nero su bianco, in Risveglio mi sono raccontata ed ho raccontato, un flusso di coscienza, un momento in cui ognuno di noi dovrà avere delle domande alle risposte che ha. Si avete letto bene, spesso abbiamo tante risposte ma non domande, semplicemente perché ci siamo preparati un copione per evitare i lunghi momenti di silenzi che ci da la vita.
Spero che le persone capiscano che Risveglio è un moto, e un non accontentarsi ma nemmeno essere sempre alla ricerca di qualcosa che sarebbe potuto accadere o sarebbe potuto essere. Con i se e con i ma non si fa il mondo.

Essendo una grande amante dei gatti, hai mai tratto ispirazione dai loro comportamenti o dal loro carattere per creare personaggi o situazioni nei tuoi racconti?
No, i gatti sono un mondo misterioso, raccontare di loro e difficile, perché non è facile capire il loro comportamento e nemmeno riuscire a poter capire il loro mondo. I gatti sono fatti di mistero, loro sono la connessione con un mondo che non conosciamo. Nei miei racconti mancano mai i gatti, mi accompagnano sempre, anche perché sono la mia connessione con ciò che non è tangibile ma esiste.

Nel corso della tua carriera, hai esplorato temi legati all’introspezione e al viaggio interiore. Cosa ti attira di più in questo tipo di narrazione e quali sono i messaggi più importanti che cerchi di trasmettere ai lettori?
Il mondo introspettivo è un viaggio che mi attira molto, forse è l’unico modo per conoscersi veramente: Sicuramente ci saranno cose che non ci piaceranno ne possiamo accettare di essere, ma è così, guardarsi dentro è l’unico modo per continuare a vivere cercando di uscire dalla menzogna.
Quindi vorrei dire alle persone cerchiamo di essere ciò che siamo non ciò che vorremmo o ciò che il mondo ci chiede. Dentro di noi ci sono mondi e mondi, a volte forse anche stanze oscure ma sicuramente si troverà il modo per fare entrare la luce.

La tua vita a Napoli ha contribuito in qualche modo a plasmare il tuo stile di scrittura o le tematiche che affronti nei tuoi racconti? Ci sono elementi della città che ritornano spesso nei tuoi libri?
Si, la mia città mi ha plasmata, nel senso che spesso dico che noi abbiamo nelle vene oltre al sangue il sale, la lava, che i nostri baci sono salati e infuocati. Non cito facilmente la mia città ma lo si capisce dalle citazioni che faccio. Nei romanzi c’è molta musica di vario genere, ma quando voglio dare un’impronta a quello che sto dicendo cito canzoni napoletane. Poi sempre ci sarà il mare e quando parlo di mare, parlo di Napoli.

Oltre alla scrittura, quali altre forme d’arte o attività ti aiutano a sviluppare la tua creatività e a trovare ispirazione?
Purtroppo non sono brava con le arti, non so disegnare, ne cantare, però mi lascio ispirare dalla musica come dicevo prima, quando scrivo c’è sempre musica di sottofondo, oppure anche guardare un quadro mi aiuta, leggere mi porta in mondi lontani. L’arte in genere mi aiuta, mi insegna e mi ispira

Guardando al futuro, ci sono nuovi progetti in corso o storie che hai intenzione di condividere con i tuoi lettori? Cosa ci puoi anticipare?
Si, ho scritto un romanzo a quattro mani, con un ragazzo giovane conosciuto al SalTo di Torino, un vero portento, uno che ha stoffa, spero davvero che vada lontano, Federico Iannascoli, il romanzo e in visone della CE. Un progetto particolare a cui tengo invece; anticipo una parte del titolo “αγάπη” “Agapè”.Un romanzo che davvero credo io abbia dato il meglio di me. Agapè erano i suoi capelli rossi come la lava. Agapè erano i suoi occhi colore del mare. Agapè era lei, quasi eterea, quasi non appartenesse a questo mondo. Questa è Giuliana.
Grazie mille per l’opportunità e per avermi accolta nelle vostre pagine. Namasté

Grazie a te Anna, un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri. Continua a seguirci

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