Attrice, modella e conduttrice televisiva, Antonella Salvucci ha costruito una carriera poliedrica nel mondo dello spettacolo. Dalla moda alla recitazione, ha preso parte a numerose fiction di successo come “Carabinieri”, “Il maresciallo Rocca”, “Distretto di Polizia” e “Un medico in famiglia 3”. Il grande schermo l’ha vista protagonista in film come “L’educazione sentimentale di Eugénie” di Aurelio Grimaldi. Oltre alla sua esperienza attoriale, Antonella è anche una talentuosa conduttrice: ha presentato il Callas Tribute Prize a New York, recitando poesie e lettere di Maria Callas, e ha recentemente catturato l’attenzione alla Mostra del Cinema di Venezia con gli abiti firmati da Raffaele Marchese. In questa intervista esclusiva, ci racconta il suo percorso, le sue passioni e i suoi prossimi progetti.
a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuta su Che! Intevista, Antonella! La tua carriera spazia dalla recitazione alla conduzione. Cosa ti appassiona di più di questi due mondi?
Tutto !! Sono una grande appassionata da sempre del mondo dello spettacolo, sono cresciuta imitando la Carrà, cantando e ballando e seguendo il mitico Pippo Baudo che col suo garbo e polso decisivo sapeva abbracciare ogni lato dello show , dalla conduzione , alla musica , al ballo , alla direzione artistica.
Io amo sempre imparare ed ispirarmi ai grandi, penso che bisogna essere poliedrici seguendo il modello americano dove ho studiato recitazione seguendo gli importanti acting coach delle star e avendo il privilegio di assistere alle lezioni di Martin Landau all’Actor Studio a Los Angeles. La conduzione ti da l’adrenalina e devi avere anche una grande elasticità mentale, memoria e capacità di ovviare ad ogni imprevisto, la recitazione è sacra, quello che fai resta, ogni respiro, ogni parola, ogni singolo sguardo ha un suo peso al Cinema!
Hai lavorato in numerose fiction di successo. Quale ruolo televisivo senti più vicino a te e perché?
Mi piacerebbe molto continuare con le fiction italiane, amo trasformarmi e lo trovo il luogo ideale per me.
Il cinema ti ha dato l’opportunità di interpretare personaggi intensi e sfaccettati. Qual è stata la sfida più grande affrontata sul set?
Ogni volta è una sfida dov’è c e un alto rischio, ma ricordo quella volta in cui dovevo girare un thriller sul set con Robert Englund, il celebre Freddy Kruger, e avevo due parrucche diverse da dover gestire, in più c’era qualche scena pericolosa in cui prendevo fuoco perciò una parrucca un po’ mi proteggeva poi c’era un vetro di protezione che col fuoco sarebbe esplosa in mille pezzi e li c è stato un grande lavoro di squadra coi maestri d‘armi sul set nel tirarmi per i piedi con grande precisione al momento giusto.
Oltre alla recitazione, hai avuto modo di presentare eventi di grande prestigio, come il Callas Tribute Prize a New York. Cosa ha significato per te portare in scena le parole di Maria Callas?
Una enorme emozione, conoscevo come tutti il Mito di Maria Callas ma non la Donna perciò ho avuto modo di addentrarmi ancora di più nella sua vita, nella sua sensibilità che proteggeva e la portava magari a non essere comprensibile per tutti ma solo per un occhio esperto dotato del suo stesso slancio emotivo ed emozionale e credo Lei avesse trovato proprio in un altro artista d ‘eccezione come Pier Paolo Pasolini, al quale la Divina Callas aveva scritto diverse lettere dove apriva il suo cuore, raccontando aspetti più fragili ed inaspettati, mi ha molto colpito ed ho cercato di interpretare le lettere con quello stato d’animo che spesso accomuna gli artisti nell‘avere una immagine pubblica molto forte e poi confidarsi solo con pochi eletti lasciando trasparire cuore e umanità.
Alla Mostra del Cinema di Venezia hai brillato non solo come artista, ma anche per il tuo stile. Quanto è importante per te l’immagine nel tuo lavoro?
Sono fortunata ad avere un team che mi segue e supporta, ho iniziato nella moda da giovanissima con Gai Mattiolo che è il marchio del mio cuore, poi tanti giovani che amo promuovere soprattutto su red carpet internazionali per portare il nostro Made in Italy ma assolutamente merito a loro perché io non amo lo shopping, non sono per niente ossessionata dall‘immagine ma più dalla performance da fare.
Il mondo dello spettacolo è in continua evoluzione. Come riesci a mantenere sempre viva la tua creatività e il tuo entusiasmo?
Da buona trasformista sento le esigenze sempre più elevate che impone il mercato e cerco di seguire l’onda, non bisogna mai darsi per vinti nè per scontati, chiusi nei propri modelli, perché i linguaggi cambiano anche dettati dalla velocità dei social e bisogna stare al passo, anche la recitazione degli attori cambia come cambia il modo di condurre meno impostato ma più al servizio del pubblico per renderli partecipi e protagonisti.
Se dovessi scegliere tra cinema e televisione, quale preferiresti e perché?
Scelta dura ma credo che andando avanti sceglierei la televisione perché amo essere vicina alle persone ed avere un riscontro immediato anche dell‘indice di gradimento e come migliorare sempre, questa immediatezza te la da la tv!
Hai avuto modo di collaborare con grandi registi e attori. C’è un aneddoto particolare che ricordi con affetto?
Ogni set è una valanga di ricordi, con tenerezza ricordo quando girai delle scene per Paolo Sorrentino vicino Latina nella stessa piazza dove anni prima da minorenne vinsi un concorso di bellezza e subito dopo nell’intervista proprio lì nella stessa identica location io dichiarai che mi piaceva fare la fotomodella ma il mio più grande sogno era fare l’attrice, dissolvenza e dopo anni mi trovo lì, a recitare nel ruolo della conduttrice dove Laura chiatti vince il concorso.
Guardando al futuro, hai qualche progetto in cantiere che puoi anticiparci?
Si c’è un film internazionale a cui tengo molto ma resto ermetica per il momento.
Infine, quale consiglio daresti ai giovani che sognano una carriera nel mondo dello spettacolo?
Innanzitutto di avere la consapevolezza che è una professione seria in cui c’è bisogno di preparazione continua per affrontare ogni aspetto dello spettacolo, essere curiosi, visionari, leggere molto, perché la cultura ti arricchisce e ti da una immagine tridimensionale non solo un bell’aspetto ma anche tanta testa e sostanza.
Grazie per il tuo tempo Antonella! Complimenti per la tua carriera artistica e lavorativa!
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