Aurora Blasi: dalle strade di Roma ai social, il percorso di una giovane cantautrice tra musica e autenticità

Aurora Blasi, nata a Roma nel 2004, è una giovane cantautrice, musicista e content creator che ha saputo trasformare la sua passione per la musica in una vera e propria missione di vita. Dalla batteria, suonata fin da piccola, alle prime esibizioni come artista di strada, Aurora ha trovato nei social media uno strumento per esprimersi e connettersi con il pubblico. Condividendo anche le sue battaglie personali contro l’ansia e la depressione, Aurora usa la musica come via per la guarigione e la crescita. Ora, con nuovi inediti in arrivo e il supporto di figure come Roberto Casalino, Aurora è pronta a raccontare le sue storie più nascoste attraverso le sue canzoni. In questa intervista ci racconta il suo viaggio, le sfide affrontate e i sogni per il futuro.


Aurora, hai iniziato a suonare la batteria a soli quattro anni e a cantare a nove. Cosa ti ha attratto fin da piccola verso la musica e come hai capito che sarebbe diventata la tua strada?
Son cresciuta con mamma che cantava Mina a tutto volume, e mi sono immediatamente innamorata di Giorgia non appena ho avuto la possibilità di poter scegliere quali canzoni ascoltare. Per me il divertimento e ciò che mi legava di più ai miei genitori era il Karaoke, dove duettavo con mamma o con papà, che nonostante fosse stonato e non volesse mai cantare in pubblico si faceva sempre convincere dalle mie incessanti richieste. Ho capito che forse era più di un semplice divertimento quando, paragonandomi agli altri coetanei durante le elementari, mi resi conto di essere a tratti ossessionata: non smettevo mai di cantare o battere le dita per simulare la batteria.

La tua esperienza come artista di strada è iniziata recentemente. Cosa ti ha spinto a esibirti per le strade e come questa esperienza ha influenzato il tuo modo di vivere la musica?
La strada non mi attirava fino all’anno scorso, quando per caso conobbi un Busker che mi chiese di aiutarlo registrandogli alcuni pezzi per pubblicare poi sui social, e in cambio mi avrebbe portato con lui. Era un momento dove sentivo la necessità di crescere come performer, sapevo di essere acerba e in qualche modo ancora “timida” davanti ad un pubblico, quindi presi la “palla al balzo” e decisi di prenderla come una sfida per migliorare. Purtroppo con lui andammo solo un paio di volte, quindi passarono mesi prima di prendere coraggio, comprare tutta la strumentazione e iniziare ad andare completamente sola. Mi mancava, nonostante fossi andata solo due volte, sentivo un richiamo. Quello che è stata la strada per me è a tratti indescrivibile, è stata una totale sorpresa per moltissimi aspetti. Ho conosciuto molti altri artisti con cui abbiamo creato una comitiva, scambiato idee, personalità, tanta musica, e sono riusciti a rendere un posto così “spoglio” potrei dire, familiare. Ho conosciuto tante persone, e tantissime storie, mi sono commossa, arrabbiata, divertita, confrontata e anche sentita a disagio talvolta. Ma è stato proprio quel disagio, soprattutto durante i primi minuti delle prime canzoni, che mi ha insegnato a godermi l’esperienza. La strada è stata la miglior scuola per imparare ad amare ciò che stessi facendo nonostante a volte passasse inosservato, magari anche fastidioso. Non so cosa, di preciso, abbia fatto scattare in me proprio quello che sentivo mi mancasse in quanto performer, ma so che viene da lì, e sento di esserci veramente tanto connessa, tanto che ogni volta che passo per una strada dove ho cantato mi esplode il cuore.

Sei molto attiva sui social come content creator. Come riesci a bilanciare la tua identità di cantautrice con quella di intrattenitrice sui social, e come questi canali ti hanno aiutato a connetterti con il tuo pubblico?
I social furono una scelta consapevole e studiata. Ho sempre desiderato voler portare la mia musica, ma, forse per paura, forse perché mi piaceva vedere quei numeri crescere, ho atteso molto prima di esporre questo mio lato artistico. Bilanciare le due “identità” in un primo momento è stato difficile, perché purtroppo ero affezionata ai numeri e al pubblico che raggiungevo, sapevo che portare la musica sarebbe stato un rischio che avrebbe potuto farmi perdere visibilità. Mi rendo conto che ne ero diventata dipendente. Un giorno, grazie al confronto con persone care, capii che non era quello che realmente volevo, e ciò che avrei desiderato anni prima, quindi di punto in bianco decisi di portare principalmente il lato artistico, mantenendo sempre quella trasparenza che permette a chi mi segue di conoscermi. Da quando ho iniziato a pubblicare i video da busker molti sono andati virali, permettendomi di raggiungere un pubblico di vasta età, e forse questo è stato uno dei più grandi orgogli tra i “risultati”, perché per me la comunicazione è l’obiettivo, e riuscire a comunicare sia ai coetanei come agli adulti, talvolta anziani, è stato un bellissimo traguardo.

Hai affrontato momenti difficili come la depressione e l’ansia post-traumatica, temi che condividi anche con il tuo pubblico. Come la musica ti ha aiutata a superare queste sfide e che ruolo ha avuto nella tua guarigione?
La musica, purtroppo, come tutto, era diventata più una cosa che facevo per inerzia piuttosto che volontà. Tuttavia, quest’”inerzia” mi ha permesso di non smettere, e ad un certo punto, rivedere una piccola luce da inseguire. Nonostante non riuscissi ad andare a scuola regolarmente, avere interazioni sociali o prendere mezzi, comunque andavo a fare la lezione di canto settimanalmente , e piano piano fu proprio quella lezione che mi fece riprovare delle emozioni, facendomi appigliare a quelle per ricominciare. Ad oggi so anche che ho tanto da raccontare per aiutare, e la musica è lo strumento con cui sento di poter dire ed esprimere più cose restando totalmente sincera. Molte cose sono state “resettate” dalla mia mente per protezione, ma il mio inconscio e il mio corpo ricordano, e riesco a tirarlo fuori grazie alla musica.

La partecipazione al corso di scrittura diretto da Roberto Casalino ha rappresentato una svolta per la tua crescita professionale. Quali lezioni hai imparato da questa esperienza e come ha influenzato la tua scrittura?
Roberto Casalino è stato a dir poco fondamentale. Prima di lui non scrivevo canzoni, o meglio, ero talmente autocritica da scartare qualsiasi cosa scrivessi. Nonostante fin da piccola amassi scrivere poesie ermetiche tendenzialmente pessimiste (sì, avevo 10/11 anni), mi sono sempre sentita limitata nella scrittura delle canzoni forse proprio per questa mia tendenza ermetica, dove il “meno” vinceva sulla descrizione dettagliata e viscerale delle cose. Con Roberto ho imparato ad abbattere i miei stessi limiti, e ho scoperto delle mie caratteristiche che mi piacciono moltissimo, sia nella scrittura, sia della mia persona, che forse non avrei scoperto altrimenti. Dall’esperienza ho imparato a guardare le cose da un punto di vista diverso, un angolo differente della camera, e a decidere di entrare in uno spazio emotivo quando voglio, che non è affatto facile, ma utilissimo anche in contesti che si allontanano dalla scrittura.

Stai lavorando a nuovi inediti. Cosa ti ispira di più quando scrivi le tue canzoni e quali temi stai esplorando in questo momento della tua vita artistica?
Una chiave che seguo sempre quando scrivo è la verità. Per ora tutto quello che sto scrivendo si ispira a situazioni o persone che ho conosciuto in prima persona. Le esperienze di una ventenne si sa, tendenzialmente sono un quarto di quelle di una vita intera, ma sto cercando di evincere da ciò che conosco il più possibile. Non mi nascondo nella mia musica, mostro sia i tratti più gioiosi e “leggeri”, come anche quelli sensuali, provocatori, inquieti o bui.

L’arte di strada ti ha aiutato a crescere come artista e come persona. Qual è l’aspetto che più ti ha sorpreso di questa esperienza e cosa hai imparato esibendoti dal vivo davanti a un pubblico casuale?
Della strada ci sarebbero veramente troppe cose da dire, mi ridurrò a dire che mi ha sorpreso la dolcezza delle persone, l’amore che mi arrivava da volti che non avevo mai visto prima. Ho portato a casa le mani piene d’amore e un cuore pieno di storie, talvolta strappalacrime, talvolta più gioiose. La casualità del pubblico davanti a me mi ha innanzitutto insegnato ad avere sicurezza in me, ma mi insegnò anche a fidarmi delle persone, dei loro sentimenti. Il regalo più bello per me era sapere di aver dipinto un momento della giornata di qualcuno, che magari passava per caso, di fretta, o passeggiando, e decideva di ritrarsi quei minuti per stare bene.

Il tuo rapporto con i social è molto personale, condividi anche momenti difficili della tua vita. Cosa ti spinge a raccontare la tua vulnerabilità pubblicamente e come risponde il tuo pubblico a questi temi?
Ho sempre sentito la necessità di aiutare il prossimo, quando possibile. Io so che essendo influente sui social ho una responsabilità, ma anche un dovere. Quando sono stata male la solitudine era uno di quegli spazi incessanti e che in qualche modo mi faceva perdere la speranza. Ora che ne sono fuori so che parlarne a cuore aperto permette sia a chi sta bene di sapere o imparare come avvicinarsi a chi, purtroppo, vive un momento difficile, sia a chi sta proprio in quel buio che se ne esce fuori, non si è soli, e che ci sono delle strade che ci aiutano a stare meglio. Per fortuna il mio pubblico si è sempre presentato come un pubblico accogliente, mi ha sostenuto nei momenti di debolezza e risponde positivamente quando si affrontano tematiche di questo tipo. Spesso nei messaggi mi sono ritrovata anche persone più giovani di me che cercavano un consiglio, un appoggio, per tematiche più o meno “difficili”. Sapere di essere riuscita a creare un rapporto di fiducia con chi mi guarda e ascolta è importantissimo e motivo di orgoglio per me, è ciò che vorrei fare anche con la musica.

Come giovane cantautrice e musicista, quali sfide hai incontrato nel farti strada nell’industria musicale e quali sono stati i momenti più gratificanti del tuo percorso finora?
Purtroppo essere una donna nell’industria musicale comporta ancora degli ostacoli a volte, mi è capitato di dovermi confrontare con situazioni scomode, talvolta pericolose. Ciò non mi ha mai dato motivo di resa, anzi, sprona ancora di più la mia voglia di superare gli ostacoli su cui inciamperò. Sono sempre stata una ragazza testarda, che davanti ad una sfida non si fermava, anche se più difficile di quanto pensasse, ed è proprio questo che mi ha portato le gratificazioni migliori. Ad esempio, questo agosto ho dovuto gestire un’intera serata totalmente da sola, senza supporto di musicisti, con davvero poco preavviso. È stata una sfida che non mi aspettavo di superare a pieno, mi posi l’obiettivo di divertirmi e godermela quanto più possibile, nonostante mi fossi preparata tutti i giorni. Finì per essere uno dei migliori live che ho fatto, e tutt’ora ne sento ancora l’energia se ci ripenso.

Quali sono i tuoi obiettivi principali come artista? Cosa ti aspetti di raggiungere con la tua musica e quali messaggi vorresti trasmettere al tuo pubblico attraverso le tue canzoni?
Ogni artista ha qualcosa da dire. Il mio obiettivo è riuscire a trasmettere, con gli strumenti che ho, quello che posso dare al mondo, nel mio piccolo. Ad esempio, so di essere una persona forte, e mi piacerebbe trasmettere della forza a chi ne ha bisogno, come una sorella maggiore o una spalla su cui appoggiarsi. I numeri non sono un obiettivo per colmare delle mie necessità, se non per poter aiutare quante più persone possibili, tenendogli compagnia, dandogli coraggio, abbracciandole tramite le mie canzoni. Spero di poter vivere di questo, permettendomi di inseguire una passione ed un lavoro che mi rende profondamente felice.

Grazie Aurora e complimenti per quello che fai e che ti auguriamo farai in futuro.
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