Con il singolo “Scappare da Noi”, BOSIO, giovane cantautore torinese, ci offre uno sguardo intimo sulle relazioni moderne e sulla sfida di restare, nonostante le difficoltà. Dopo aver esplorato la fine delle relazioni e le loro complessità nei brani precedenti, con questo nuovo progetto il suo percorso artistico si evolve verso una nuova maturità emotiva. In equilibrio tra pop-punk e sonorità contemporanee, BOSIO racconta la fragilità e la forza delle connessioni umane, mettendo in luce l’importanza di accettare le imperfezioni e costruire legami autentici. In questa intervista, scopriamo i retroscena di questo brano e il suo viaggio musicale.
a cura di Antonio Capua
BOSIO, la tua carriera ha preso il via molto presto. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla musica e come hai capito che sarebbe diventata il tuo percorso di vita?
Ho capito presto che il mondo dello spettacolo era il mio habitat, quando ero bambino amavo le videocamere, la musica e fare molti video. Mi ricordo che quando ero a casa da solo spostavo sedie, tavoli e vasi per fare spazio, mettevo la videocamera su un piedistallo e mi filmavo mentre recitavo o cantavo. Ho sempre sognato di fare questo, mi è sempre sembrata una cosa naturale. Della musica mi piace regalare emozioni, sorrisi, lacrime, rabbia o stupore…credo che far percepire emozioni alle persone sia il compito più difficile ma anche il più affascinante. Il ruolo dell’artista è fondamentale perché può davvero cambiarti la giornata, siamo strani ammettiamolo…Però viviamo su un pianeta che ci permette di vivere la vita da più prospettive diverse, ed è qualcosa di magico.
Tra teatro, canto e pianoforte, hai iniziato a formarti già da giovanissimo. Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica era la tua vocazione?
Prima di arrivare a scrivere brani come “Scappare da Noi” ci sono voluti parecchi anni di studio e dedizione. Ho scoperto la musica grazie al musical perché quando avevo otto anni decisi di frequentare corsi di teatro, e un anno mi ritrovai a fare parte di un musical dove cercavano cantanti. Con un po’ di coraggio e la spensieratezza dei dodici anni di età andai all’audizione per cercare intraprendere un ruolo dove il personaggio doveva cantare…e scoprii che in effetti il ruolo di “cantante” mi piaceva davvero tanto ed era nelle mie corde. Da lì in poi, ho preso lezioni di canto e musica per parecchi anni fino ad oggi che con quest’anno mi laureerò in Canto Moderno e Commercial Music presso l’accademia Art Village di Roma.
Nei tuoi testi affronti spesso temi legati alle relazioni umane e alle difficoltà della vita quotidiana. Da cosa prendi ispirazione quando scrivi le tue canzoni?
Prendo ispirazione dalla vita di tutti i giorni, mi piace raccontare storie e momenti di vita autobiografici e non solo. Viaggio molto spesso per la musica e questo mi permette di conoscere molte persone che a volte mi raccontano le loro storie d’infanzia, sentimenti o di avventure vissute. Credo che ogni artista abbia il dono di poter comunicare con la propria arte, e per fare ciò devi saper ascoltare. Spesso mi piace dire che le mie canzoni nascono al “bar” per spiegare che le mie canzoni nascono da tutto ciò che è semplice…come un caffè. Semplice ma efficace.
“Scappare da Noi” segna una tappa importante del tuo percorso. Cosa ti ha spinto a scrivere questo brano e quali emozioni speri di trasmettere a chi lo ascolta?
È una canzone che racconta una parte della mia situazione sentimentale con la mia ragazza, abbiamo vissuto quest’estate un periodo di crisi dove entrambi abbiamo commesso piccoli errori che ci hanno portato a litigare su cose stupide, dopo un mese di pausa però abbiamo capito che entrambi avevamo sbagliato e dovevamo ripartire dalle cose semplici. Goderci i nostri vent’anni e accettare che si può sbagliare.
Prima di questo mese di pausa inoltre non ci conoscevamo così bene come oggi perché è stato proprio in quel momento che abbiamo capito cosa ci mancava l’uno dell’altro. Con questo brano spero di trasmettere alle coppie più giovani di non mollare in caso di difficoltà, mi piacerebbe trasmettere che il mondo non è un tutto uso e getta. Se sei innamorato di qualcuno è perché tu sei disposto a donare del tempo prezioso della tua vita a qualcun’altro…e non puoi pensare che poi all’improvviso per stupidi errori tutto venga cancellato e buttato via. Bisogna accettare i piccoli errori e trovare un equilibrio, perché l’amore verso qualcuno è qualcosa di davvero importante. Poi ovvio che per la nostra età l’amore deve essere vissuta con molta più “leggerezza”, però comunque ci deve sempre essere rispetto.
Il brano sembra riflettere una nuova maturità emotiva. Come è cambiata la tua visione della vita e delle relazioni attraverso la tua evoluzione artistica?
Credo che la mia evoluzione artistica, come quasi tutti gli artisti, cambi in base alle emozioni che viviamo. Le relazioni per gli artisti sono fondamentali, nel mio caso le ragazze sono sempre state un punto di riferimento e delle muse ispiratrici. Ovviamente con il passare del tempo si matura e si intravedono le relazioni con prospettive differenti, come nella vita di tutti i giorni. L’Andrea di oggi sicuramente è cambiato moltissimo rispetto a cinque o dieci anni fa. La mia visione sulle relazioni e la vita ovviamente è maturata, però fin da quando ero adolescente sono stato consapevole che amare una ragazza non era un gioco ma aveva un’importanza molto elevata…ho sempre messo prima loro davanti a tutto.
Hai parlato spesso dell’importanza di restare anche quando le difficoltà spingono a fuggire. Come applichi questa filosofia nella tua vita personale?
Credo che nella vita non bisogna mai mollare, soprattutto quando si punta verso un grande obiettivo. Sono un ragazzo molto determinato e tenace, non mollo mai e inoltre credo molto nella parola e nelle promesse.
Applico questa filosofia tutti i giorni, non solo nella musica ma anche nella vita privata e personale di fronte alla difficoltà.
Hai lavorato a progetti rilevanti come “Casa Sanremo”. Quali sono state le esperienze più significative che hanno influenzato la tua carriera fino ad oggi?
Durante questi anni ho potuto esprimere me stesso e la mia arte su diversi palcoscenici. Il palco di casa Sanremo sicuramente è stato molto emozionante, non era la prima volta che cantavo un mio inedito davanti al pubblico, però era la prima volta che presentavo ad una manifestazione così importante un mio progetto musicale. La mia vita artistica è stata influenzata da diverse esperienze, però credo che quelle più significative siano state quelle di quando ero bambino. Mi ricordo quando ho cantato a Genova nel 2019 in un palazzetto per un concorso dove portavo una cover di Celentano (Azzurro)… all’improvviso tutto il pubblico ha cominciato a cantare con me, quella è stata un’emozione pura. Dopo quella volta mi sono promesso che avrei scritto le mie canzoni per rivivere le stesse emozioni ma con la mia musica.
La tua musica mescola influenze moderne e sonorità del pop-punk dei primi anni 2000. Come riesci a bilanciare elementi classici e contemporanei nel tuo sound?
Ho sempre ascoltato molti generi musicali e per questo motivo mi piace mescolare influenze e stili…credo che la soluzione stia nel far combaciare tutto con eleganza e semplicità. Quando lavoro con dei producer cerco sempre di puntare alla semplicità per scrivere canzoni complicate, lo so che è un ragionamento piuttosto difficile da capire però credo che la forza di una canzone non stia nel creare un sound pieno di strumenti ma al contrario, puntare al semplice come “Imagine” di John Lennon o “Heroes” di David Bowie.
“Scappare da Noi” sembra rivolgersi direttamente alla Generazione Z. Come vedi il rapporto della tua generazione con le relazioni e le emozioni nell’era dei social media?
Sono piuttosto favorevole all’era dei social, però essi devono essere usati con più intelligenza. I giovani di oggi vivono sui social, e sicuramente se siamo arrivati a questo punto un motivo ci sarà. Mi dispiace però vedere che i ragazzi di oggi non riescono più a comunicare con le parole.
L’unico strumento che ancora oggi esiste con le parole è la musica, le canzoni. Questo mi fa piacere e mi dispiace allo stesso tempo. Io amo molto scrivere su carta, mi capita spesso di scrivere lettere per l’anniversario o per il compleanno della mia ragazza…però sono rimasto uno su mille. Odio profondamente il fatto che i ragazzi di oggi debbano provarci con le ragazze solo tramite i social, oggi per esperienza vissuta se ti avvicini alle ragazze cercando di parlare con loro vieni visto come estraneo…è questa cosa non è normale. Spero che si troverà un giorno il giusto equilibrio e poi sono il primo a favorire i social per la comunicazione via web e per far conoscere il mondo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti artistici e dove ti immagini nei prossimi anni?
Attualmente con il mio team stiamo lavorando su diversi progetti, non posso ancora dire nulla…però sono al lavoro per qualcosa di nuovo mai fatto prima. Tra un paio di anni spero di trovarmi su un palco a cantare e raccontare la mia vita attraverso le canzoni come sto facendo ora, il sogno più grande ovviamente è quello di calcare l’Ariston di Sanremo.
Grazie, BOSIO, per aver condiviso con noi il tuo viaggio artistico ed emozionale.
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