Daniele Mencarelli, poeta e narratore capace di dare vita a storie che esplorano i confini tra ambizione e appartenenza, torna con “Brucia l’origine”, un romanzo che ha il ritmo frenetico e la profondità della riflessione esistenziale. Protagonista del libro è Gabriele Bilancini, designer emergente che, dopo anni di successi a Milano, torna al quartiere Tuscolano di Roma, luogo delle sue radici. È un ritorno che lo costringe a fare i conti con le proprie origini e con quella parte di sé che ha lasciato dietro, un conflitto tra il passato e un presente che sembra splendere, ma è tormentato.
Il quartiere romano, immutato e popolato dagli amici di un tempo, accoglie Gabriele con la dolcezza delle cose familiari, ma lo avvolge anche con un senso di soffocamento. La distanza emotiva tra lui e il mondo che ha abbandonato emerge con cruda chiarezza: una vita che Gabriele nasconde quasi fosse un peccato, un’antitesi al prestigio e all’eleganza del suo presente milanese. Eppure, nella sua ascesa sociale, tra l’amore per Camilla, figlia del mentore Franco Zardi, e il desiderio di lasciare un segno, Gabriele si rende conto che il successo non porta necessariamente alla serenità.
Daniele Mencarelli, con il suo stile poetico e attento, dona spessore a questa storia di crescita e crisi. Il linguaggio, asciutto ma intenso, accompagna il lettore in un viaggio che è allo stesso tempo verso il futuro e un ritorno alle radici. Il quartiere Tuscolano diventa il simbolo di ogni periferia, fisica e dell’anima, luogo di sogni in conflitto con le possibilità reali, una sorta di specchio in cui Gabriele si riflette senza mai riconoscersi del tutto. La scrittura di Mencarelli è densa di significati, e ogni parola risuona con un’eco esistenziale, scandendo la continua ricerca di un senso di appartenenza che sembra sempre sfuggente.
L’autore offre al lettore una riflessione coinvolgente sulla natura del successo e dell’identità, sulla difficoltà di conciliare ambizioni personali con le proprie radici.
Per saperne di più: mondadori.it/libri
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