Nato a Pompei e cresciuto tra teatro, cinema e regia, ha trasformato la sua passione in una carriera brillante. Fondatore della Dorado Production Srl. Il suo impegno nell’insegnamento e le collaborazioni con artisti di spicco riflettono una carriera costruita con dedizione e creatività. In questa intervista esploreremo i momenti chiave del suo percorso, le sue fonti di ispirazione e le sfide del suo mestiere.
a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuto, Bruno, e grazie per essere con noi oggi. Iniziamo con una domanda semplice ma importante: qual è il ricordo più significativo che ti ha avvicinato al mondo della narrazione visiva?
Grazie a voi per l’invito. Uno dei ricordi più preziosi della mia infanzia è legato ai pomeriggi passati con mio cugino. Insieme creavamo video amatoriali: io ero l’attore, lui il regista. Con il tempo, iniziammo a sperimentare effetti speciali, ispirati da un mensile, Ciak, a cui mio cugino era abbonato. In particolare, ricordo l’entusiasmo nel replicare il gioco di prospettiva che faceva sembrare un personaggio un gigante e l’altro uno gnomo. È stato lì che ho capito la potenza della narrazione visiva: era magia, ma alla portata delle nostre mani.
La tua carriera è iniziata molto presto, recitando a 10 anni in una compagnia teatrale. Come quell’esperienza ha influenzato la tua visione creativa e la tua capacità di raccontare storie attraverso immagini?
Il teatro mi ha insegnato il valore della presenza scenica, della capacità di emozionare attraverso gesti e dettagli. Anche se il teatro e il cinema sono mondi distinti, condividono l’essenza dell’interpretazione. Recitare mi ha dato un’intuizione profonda su come ogni personaggio vive e respira nella sua storia. Quando mi sono spostato dietro la macchina da presa, ho portato con me quell’approccio: ogni inquadratura deve raccontare un’emozione, proprio come farebbe un attore sul palco.
Nel 2018 hai fondato la Dorado Production Srl. Qual è stata la motivazione principale dietro questa scelta e come hai trasformato le tue idee in progetti concreti?
La Dorado Production è nata dalla necessità di creare uno spazio in cui potessi esprimermi liberamente, senza dipendere da nessuno. Non ho mai amato l’idea di dover “corteggiare” qualcuno per ottenere uno spazio nel settore. Ho preferito investire su me stesso, credere nelle mie idee e costruire un luogo dove trasformare la passione in progetti concreti. È stata una scommessa su di me e sui miei valori, e fino ad oggi non mi sono mai pentito di quella scelta.
Il cortometraggio “Tu m’uccidi, o crudele!” ha ricevuto importanti riconoscimenti. Puoi raccontarci il processo creativo dietro questo progetto e cosa ha significato per te il premio ricevuto?
Tu m’uccidi, o crudele! è stato un progetto straordinario e ricco di sfide, che ha rappresentato un momento fondamentale per la Dorado Production Srl. Questo cortometraggio non è solo una rievocazione grottesca di un celebre omicidio storico, ma anche un racconto metanarrativo che fonde passato e presente in modo unico. La storia prende spunto dal famoso duplice omicidio di Fabrizio Carafa e Maria D’Avalos, perpetrato da Gesualdo da Venosa, uno dei più grandi madrigalisti di tutti i tempi, a Palazzo San Severo, in piazza San Domenico Maggiore. La trama, tuttavia, si svolge ai giorni nostri su un set cinematografico, dove il confine tra finzione e realtà si dissolve quando il fato interviene: un attore muore realmente sul set, e il produttore, ignaro, scambia la tragedia per una scena particolarmente ben recitata.
Il cast, composto da talenti straordinari come Franco Iavarone, Gianni Ferreri, Patrizia Di Martino, Marianna Mercurio, Dalal Suleiman e Roberto Pappalardo, ha dato vita a una narrazione ricca di tensione e ironia, rendendo ogni momento del film indimenticabile. Il loro impegno ha contribuito a portare questo cortometraggio a un livello superiore. Devo ringraziare Giovanni Parisi e Giovanni Calvino, che hanno scelto Dorado Production per la produzione e post produzione, e il mio socio Davide Aronica, che è stato un supporto costante durante tutta la lavorazione. Ricevere il premio come miglior cortometraggio al Galà del Cinema e della Fiction in Campania è stato un momento di grande soddisfazione e orgoglio per tutto il team. È stato anche un riconoscimento del nostro impegno e della nostra volontà di raccontare storie in modi innovativi e originali.
La notte della stella è un’opera animata ambientata nel ‘700 napoletano. Cosa ti ha spinto a esplorare questo periodo storico e quali sono state le maggiori sfide tecniche e narrative?
Quando il regista e sceneggiatore Nicola Barile mi ha proposto il progetto, sono rimasto subito colpito dall’unicità della storia. “La notte della stella” era un’opportunità perfetta per unire la bellezza del passato napoletano con l’innovazione dell’animazione. Le sfide sono state molte, sia tecniche che narrative, ma ci siamo lanciati con entusiasmo. Sono convinto che questo progetto ci regalerà grandi soddisfazioni e contribuirà a mostrare un lato inedito della nostra cultura.
Attualmente stai collaborando con Edoardo Bennato per il tour. Qual è la tua filosofia nel creare contenuti visivi per eventi live e cosa rende speciale questa collaborazione?
Creare contenuti per eventi live è un’arte a sé stante. Deve esserci un equilibrio perfetto tra musica, immagini e emozioni del pubblico. Lavorare con Edoardo Bennato è stimolante perché è un artista esigente, e questo per me rappresenta una sfida continua. La sua attenzione ai dettagli mi sprona a dare sempre il massimo e a cercare soluzioni visive che arricchiscano le sue performance senza mai sovrastarle.
Durante la tua carriera hai lavorato con registi e attori di grande calibro. Qual è stato il progetto che ti ha messo più alla prova e cosa hai imparato da quell’esperienza?
Shakespeare Re di Napoli è stato uno dei progetti più impegnativi della mia carriera. Lavorare con professionisti come Ruggiero Cappuccio, Nadia Baldi, Giovanni Esposito e Jacopo Rampini è stato un vero onore. Osservare la loro dedizione e il loro talento sul set è stato fonte di grande ispirazione. Ho imparato che ogni dettaglio, per quanto piccolo, è essenziale per il successo di un progetto.
La tua passione si estende anche all’insegnamento. Cosa significa per te ispirare le nuove generazioni di registi e produttori?
L’insegnamento per me è una forma di restituzione. Mi emoziona vedere i miei ex allievi crescere e sviluppare le loro idee. Uno dei miei sogni è realizzare un progetto interamente portato avanti da una troupe composta da ex studenti. Nel frattempo, cerco di supportarli in ogni modo: li aiuto nella pre-produzione, nella distribuzione e, quando possibile, presto loro la mia attrezzatura per ridurre i costi. È il mio modo di incoraggiare e valorizzare il loro talento.
Cinema, musica, pubblicità: quale di questi mondi senti più vicino al tuo cuore e come riesci a mantenere l’equilibrio tra progetti così diversi?
Il cinema è il mondo che amo di più, ma il videoclip musicale ha un fascino unico per me. Mi piace il modo in cui musica e narrazione visiva si intrecciano per creare emozioni. Non nascondo che mi piacerebbe un giorno dirigere un musical, un progetto che unisca i miei due grandi amori: la musica e la narrazione cinematografica.
Quali sono i sogni e gli obiettivi che ti spingono a continuare a innovare e creare nel mondo audiovisivo?
I miei sogni non sono mai stati semplici desideri, ma veri e propri obiettivi da conquistare. Non voglio svelarli del tutto, per scaramanzia, ma posso dirti che punto in alto. Ogni traguardo è per me un nuovo punto di partenza, e quando raggiungerò ciò che desidero, non dimenticherò mai chi mi ha supportato lungo il percorso. Le persone che oggi mi stanno dando una mano, come voi che mi avete dato questo spazio per raccontarmi, meritano il mio ringraziamento, perché hanno avuto un ruolo importante nella mia crescita.
Il mio cammino, però, è stato pieno di difficoltà. All’inizio ho dovuto affrontare grandi ostacoli, anche economici, perché non avevo tante risorse. Ho subito sgambetti da chi avrebbe dovuto essermi vicino e ho incontrato troppe porte chiuse che avrebbero potuto spegnere i miei sogni. Ma se c’è una cosa che mi contraddistingue, è il mio carattere: ogni ostacolo è un esame da superare, ogni difficoltà una sfida. Amo le sfide, ma ciò che amo di più è vincerle.
Magari un giorno, in un’intervista, racconterò nel dettaglio tutto quello che mi è successo e come sono riuscito a superarlo. Non è solo una storia di difficoltà, ma una storia di riscatto. È lo stesso racconto che condivido sempre con i miei allievi, già nelle prime lezioni, perché voglio convincerli a non mollare mai. La mia storia è un esempio di come determinazione e resilienza possano trasformare i sogni in realtà. E se ci sono riuscito io, possono farlo anche loro.
Questa convinzione mi spinge a continuare: trasformare il passato in forza, costruire il futuro e creare opere che ispirino e motivino chi le guarda. La strada è ancora lunga, ma sono pronto ad affrontarla, con la stessa tenacia di sempre.
Grazie Bruno per il tempo che ci hai dedicato
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