Bruno Torrisi: Il docufilm “Paolo Vive” e l’impegno per “non dimenticare”


a cura di Salvatore Cucinotta

Bruno Torrisi è un attore di grande talento, con una carriera che abbraccia cinema, teatro e televisione. Dal grande schermo con film come “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore, fino al piccolo schermo con serie cult come “Squadra antimafia”, Torrisi ha sempre saputo portare autenticità e intensità nei suoi personaggi.

Nel docufilm “Paolo Vive, diretto da Debora Scalzo, in uscita nelle sale il prossimo 19 Ottobre, interpreta il ruolo del giudice Paolo Borsellino. Un progetto che va oltre la semplice narrazione della tragica morte del magistrato e della sua scorta nella strage di Via D’Amelio del 1992. Attraverso testimonianze inedite, filmati d’archivio e interviste a persone che lo hanno conosciuto da vicino, il film esplora l’eredità morale di Borsellino, ricordandoci quanto il suo impegno e il suo coraggio siano ancora vivi e attuali.

In questa intervista, Bruno Torrisi ci racconta il suo coinvolgimento in questo progetto, la preparazione per interpretare una figura così simbolica e amata ed il suo rapporto personale con la memoria di Paolo Borsellino e l’importanza di mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per un’Italia migliore.

Su Che! Intervista abbiamo il piacere di ospitare l’attore Bruno Torrisi


Benvenuto Bruno, sei un attore di cinema e teatro con una lunga carriera alle spalle. Come ti sei avvicinato a questo nuovo progetto, interpretando Paolo Borsellino e cosa ha significato per te vestire il ruolo di un personaggio così importante nella storia italiana?
Intanto ci tengo a precisare che è stata la prima volta per me che ho interpretato Borsellino. La bravissima Debora mi ha proposto questo progetto credo un po’ per la somiglianza e un po’ perché avendomi visto all’opera in Squadra Antimafia, dove interpretavo il “Questore Licata” uomo di legge onesto e ligio al dovere, ha pensato che io fossi la persona giusta. Lo spero.

Il docufilm offre un ritratto intimo e personale di Borsellino. Quali sono stati per te i momenti più intensi e significativi durante le riprese?
Sicuramente quando passeggio per via D’Amelio fino a raggiungere il luogo dell’attentato. Quell’albero di ulivo, le foto, le immagini, i disegni dei bambini…quel posto conserva una energia indefinibile che provoca emozioni forti. Nelle riprese forse non si vede ma ho pianto.

Il progetto “Paolo Vive” si distingue per l’inclusione di testimonianze inedite e materiali d’archivio. Qual è stato il contributo che hai voluto portare a questa narrazione collettiva?
Ho cercato di non essere soltanto un attore, anzi mi dà un certo fastidio pensare a questo documentario come una occasione professionale, dove mostrare bravura e professionalità. Ho cercato di essere me stesso, un semplice cittadino che approfitta del cinema per mostrare il suo pensiero più profondo nei confronti di questa immane tragedia. La mafia ci ha fatto male a tutti, a tutti gli uomini di pace, ha inferto un dolore enorme, barbaro, profondo, indelebile. Ci ha offeso tutti, lo Stato, l’Italia, il mondo. Ha calpestato la giustizia con l’arroganza dell’ignoranza. Perché l’ignoranza è arrogante.

Nel trailer si percepisce una grande forza emotiva. Come hai gestito la pressione di interpretare una figura così amata e rispettata?
Per questo devo ringraziare Debora che mi ha messo nella migliore condizione per potermi concentrare. Si è lavorato in serenità e comunanza di intenti, tutta la squadra, capitanata dal bravissimo Antonio Licciardello, ha mostrato comprensione e sensibilità. Sapevamo tutti quello che volevamo e abbiamo collaborato mostrando solidarietà e profondità d’animo.

“Paolo Vive” non è solo un omaggio a Borsellino, ma anche un invito a continuare la sua battaglia contro la mafia. Che messaggio speri che il film possa trasmettere al pubblico e soprattutto alle nuove generazioni?
Che la vita è tutt’altro che sopraffazione, arroganza e violenza. La vita è preziosa, è un dono che ha più senso nella fratellanza, nell’amore, nella sapienza, nella luce e dobbiamo difenderla a tutti i costi per tutti quelli che verranno e che avranno il diritto di viverla in pace, per darle il vero senso. Chi delinque non sta godendo della vita la sta solo sprecando.

La regia di Debora Scalzo ha portato una visione particolare e innovativa al progetto. Come è stato lavorare con lei?
Come ho detto è stata un’esperienza indimenticabile, di confronto, di rispetto e anche l’occasione di conoscerci meglio.

La data di uscita del docufilm è prevista per il 19 Ottobre. Come pensi che sarà accolta l’anteprima a Palermo, una città così profondamente segnata dalla vicenda di Via D’Amelio?
Spero bene, perché il film merita e l’argomento è tutt’altro che retorico.

Nel cast ci sono anche persone legate direttamente alla vicenda, come i familiari di Borsellino e gli agenti della scorta. Qual è stato il tuo rapporto con loro durante le riprese e come hanno vissuto questo progetto?
Non ho incontrato tutti ma con quelli con i quali ho avuto la fortuna di conoscere c’è stata da subito un’intesa e una comune commozione. Forse anche per la somiglianza, per la quale devo ringraziare la bravissima truccatrice Costanza Dicorrado, ho intravisto in loro una meraviglia intrisa di commozione che ci ha fatto nascere un sentimento di vera amicizia. 

Il film verrà distribuito anche a livello internazionale. Cosa speri che il pubblico fuori dall’Italia possa comprendere della figura di Paolo Borsellino e della realtà italiana attraverso questo docufilm?
Spero che con questo film si possa riscattare ancora di più l’immagine della Sicilia e dei siciliani. Per fortuna non siamo solo mafia.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti e le tue ambizioni? Hai in programma altri lavori che trattano temi di impegno civile o sociale?
Per me questo mestiere è impegno civile: è il mio modo di combattere la bruttura. Tutto quello che faccio è di cercare sempre di creare bellezza. La bellezza salverà il mondo, spero solo di esserne capace.

Grazie della tua intervista Bruno, aspetteremo con ansia il 19 Ottobre per vedere questo meraviglioso docufilm. Un saluto alla regista Debora Scalzo ed alla prossima!
Salvatore Cucinotta

Grazie a voi e alla prossima.

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