Eleonora Buono è una cantante, vocal coach e songwriter di origini siracusane, con una carriera eclettica e una passione per la musica che si riflette in ogni aspetto del suo lavoro. Inizia studiando canto lirico per poi esplorare una vasta gamma di generi musicali, dal soul al progressive metal, cantante di progetti come Elarmir e Onydia. Oltre alla sua attività artistica, Eleonora è impegnata come insegnante e formatrice, integrando le sue conoscenze musicali con competenze in pedagogia e psicologia. Ideatrice del progetto “La Voce dell’Anima”, che unisce canto e benessere emotivo, e insegnante di yoga, continua a esplorare nuovi percorsi per arricchire la sua arte e quella dei suoi allievi. In questa intervista, ci racconta il suo percorso, le sue esperienze e i progetti per il futuro.
Benvenuta Eleonora, la tua formazione musicale spazia dal canto lirico al moderno, fino al soul e alla black music. Come hai sviluppato questo percorso così variegato e in che modo queste diverse esperienze influenzano il tuo approccio alla musica?
Ciao! E grazie di questa presentazione! Così mi fate sembrare veramente coattissima ahahahah! Nella mia vita ho cercato il più possibile di ascoltare il mio cuore e il mio corpo, in base alle esigenze date dalle mie caratteristiche fisiche e caratteriali del periodo che stavo vivendo. Ho affrontato vari percorsi che dopo tanti anni mi hanno portata ad avere questo bagaglio poliedrico. C’è ancora molto da fare e credo che farò formazioni di vario genere per tutta la vita. Ho voglia di creare qualcosa di bello e tanto accogliente per tutti quelli che vogliono esprimere le proprie emozioni attraverso la voce e il corpo. Il mio motto è “dare voce alla voce” (la versione più estesa “dare anima alla voce e voce all’anima”). Tornando al percorso di formazione che ho fatto ho seguito il flusso degli eventi e dato appunti voce a ciò che sentivo dentro. A me piacciono molte cose, ho molti interessi, e questo mi porta sempre ad approfondire quanto più possibile nei vari periodi della mia vita. Tutto questo necessità sempre tempo, pazienza e umiltà, solo in questo modo puoi giocare a tuo piacimento il ruolo di insegnante e allievo. Ho iniziato da autodidatta sin da piccola con il soul, R&B e il pop, poi ho dato ascolto al mio corpo e giocando avevo capito che il canto lirico mi faceva sentire forte e radicata e ho iniziato a studiare con insegnanti bravissime che mi hanno dato tanto e fatto fare tante esperienze, come Sara Pastore e Francesca Scaini. Tutto questo però lo devo al metal che dai 16 ai 29 anni ha ricoperto un ruolo importante nella mia storia musicale e di formazione. Il canto moderno è sempre stato presente e ho voluto giocare con più generi…decisamente Crissover. Questo rappresenta a tutti gli effetti anche la mia personalità. Dai 26 anni in poi c’è stata di nuovo questa sfumatura che ha virato verso il soul e il pop riportandomi alle mie origini.
Sei insegnante di canto per diverse fasce d’età e hai sviluppato il progetto “La Voce dell’Anima”, incentrato sugli effetti benefici della musica su corpo e mente. Come è nata l’idea di unire il canto con la consapevolezza emotiva e quali risultati hai ottenuto con i tuoi allievi?
Tutto è nato dalla mia storia d’amore con la musica. La musica mi ha salvata in diverse occasioni e in vari modi, anche quando sembrava il contrario. Io per prima ho sperimentato i benefici e trovato importanti punti di riflessione per lavorare su me stessa e i miei blocchi. Raggiungere la consapevolezza è il lavoro di una vita, ma il viaggio che si affronta è davvero intenso e bellissimo. Quando studiavo con Francesca Scaini venne fuori il concept della stretta connessione tra le diverse frequenze sonore (che arrivano nel nostro corpo e che produciamo) le emozioni e gli apparati/organi. Da qui ho iniziato ad approfondire i 7 chakra e collegare come ognuno di noi vive i vari tipi di suono e colori. Siamo fatti di vibrazioni, frequenze che danno forma al nostro essere. Ne ho avuto la conferma studiando Neuromusicologia all’ università, vari generi musicali possono modificare il nostro campo energetico, onde cerebrali, influenzando il nostro stato di coscienza. Con la musica possiamo lavorare sul sistema limbico, attivare e sbloccare circuiti di vario genere nel nostro organismo. Lo studio del canto e dello Yoga mi dà la possibilità di lavorare tanto sul corpo su più fronti, sono due mondi che camminano a braccetto secondo me. Così ho creato questo sistema che mi permette di lavorare con diverse frequenze per sciogliere nodi e/o rinforzare abilità. Ognuno ha la sua storia sonora e a lezione, sia singola che di gruppo, ho la possibilità di sperimentare tanto, vedo che i ragazzi hanno tanto da fare e da dire, fa bene a tutti darsi l’opportunità di tirare fuori ed esprimersi.
Hai partecipato a vari concorsi internazionali di canto e lead voice di progetti musicali come Elarmir e Onydia. Quali sono state le esperienze più significative di questi percorsi e come hanno contribuito alla tua crescita artistica?
Mah…sfatiamo il mito dei concorsi, quelli che ho fatto li ho fatti per fare esperienza, mettermi alla prova e capire che strada faceva davvero per me in quel campo. Se oggi sono qui è perché la musica vista come gara o scalata verso il successo non è la mia visione, non è mai stata la mia strada. Credo mi abbia fatto crescere tantissimo scrivere insieme ai miei compagni di band le nostre canzoni, viaggiare, fare prove infinite ed estenuanti, creare videoclip, suonare nel nostro paese e all’estero…e capire che la cosa che mi dava di più era confrontarmi con quello che era il nostro pubblico e scoprire che i nostri pezzi e i testi facevano del bene a chi li ascoltava. Nel tempo poi la vita ti dà vari input per farti capire che strada puoi prendere e sicuramente sono giunta alla conclusione che il mio contributo voglio darlo facendo del bene attraverso la musica e il cuore che ho.
Dal 2019 aiuti artisti e aspiranti cantautori nella scrittura di linee vocali, metriche e testi. Qual è il tuo approccio nel lavorare con nuovi talenti e quali consigli daresti a chi vuole intraprendere una carriera nella musica?
Il mio obiettivo in questi casi e far trovare chiarezza all’ artista nel messaggio che vuole dare. Una cosa che riscontro in alcuni ragazzi che aiuto è la difficoltà nell’affrontare temi rilevanti, spesso si ripetono o magari affrontano temi che non hanno davvero vissuto , non appartengono a loro. Credo sia un aspetto importante su cui soffermarsi. Se scrivono in italiano devono secondo me dare importanza al peso poetico che la nostra lingua ha e richiede. Un tipo di sonorità che non va indurita e con la scelta giusta delle parole può essere musicale a livello internazionale. Il ritmo è la prima cosa che costruisce una melodia, quindi le metriche in un testo musicale fanno la linea vocale ancor prima delle note. Il consiglio che posso dare è: “scrivete su carta tutti i giorni, o quasi, delle riflessioni sulle vostre giornate, periodi, sulla vostra crescita e vita. Fatelo come se quello che state scrivendo debba essere recitato in teatro o in un film. Trovate il vostro ritmo di pensieri. Vivete intensamente ogni istante e piccolo passo perché potrebbe essere il tema di un vostro pezzo bellissimo che non deve necessariamente parlare di amori spezzati. Usate la vostra musica come rivoluzione e fatevi ascoltare parlando della vostra pura e bellissima quotidianità.”
Hai seguito vari corsi e workshop di teatro sperimentale e Psicodramma e hai esperienza anche nella pedagogia speciale e psicologia dello sviluppo. In che modo queste conoscenze interdisciplinari arricchiscono il tuo lavoro come vocal coach e formatrice musicale?
Quello che dico sempre ai miei allievi quando facciamo lezione è che “giochiamo”. Questi percorsi ti permettono di uscire dagli schemi e vedere le cose da più punti di vista e in modo più leggero ma anche molto ramificato. Certe formazioni mi hanno dato la possibilità di gestire il mio aspetto empatico e sensibile per lavorare meglio con e sui miei allievi, leggerli.
La tua carriera ha visto anche importanti collaborazioni live, come l’apertura ai concerti di band famose come Arch Enemy ed Epica. Quali sono le sfide principali nell’esibirsi in contesti così prestigiosi e come riesci a mantenere l’energia e la concentrazione sul palco?
Eheheh! Le sfide sono principalmente tecniche in questi casi. Non hai quasi mai sul palco una buona acustica e la parte che riguarda i viaggi, vitto e alloggio, sono una bella sfida fisica. Sul palco poi ti dimentichi di tutto, sei nel tuo mondo e nonostante le varie difficoltà dai il meglio che puoi dare in quel momento, metti insieme le forze e l’ adrenalina gioca il suo ruolo importante sul campo. Ti connetti con il pubblico e questa connessione ti dà la forza.
Oltre alla musica, sei insegnante di yoga e hai integrato questa disciplina con il tuo metodo di insegnamento vocale. Come si combinano yoga e canto nel tuo approccio e quali benefici hai riscontrato nei tuoi studenti?
Il canto e lo yoga camminano a braccetto secondo me. Il lavoro che in entrambi i campi si fa sul piano della consapevolezza fisica, dell’ascolto, il lavoro molto fisico e mentale che dà molta importanza ai due aspetti. Entrambi viaggi spirituali dell’anima, per lo meno secondo la mia visione e approccio. Lo yoga mi ha dato delle skills importanti che arricchiscono sempre di più le mie lezioni e la mia vita, sia sul piano fisico che mentale. Sto sperimentando tanti esercizi diversi che coinvolgono lavori sulla consapevolezza del movimento, della respirazione e delle emozioni da emanare.
Hai fondato un collettivo di allievi di canto, “Le voci di Ele”, che si esibisce dal vivo a Roma e Siracusa. Cosa significa per te vedere i tuoi allievi crescere e esibirsi e quali sono i tuoi obiettivi per questo progetto?
Per me è una grande vittoria vedere che si mettono in gioco e non vedono l’ora di farlo. I miei allievi hanno tanto da dare e dire e si meritano il meglio. Il mio obiettivo è quello di renderli autonomi sul palco e alcuni di loro più predisposti vorrei portarli molto lontano e fare tante cose interessanti. Loro hanno capito che il canto fa bene al loro corpo e alla loro anima e hanno capito che tutto questo deve essere trasmesso agli altri per fare del bene. Tra i miei allievi ci sono tante storie di rivincita dopo episodi difficili, abbiamo lavorato molto su questo. Cantare al mondo che sei forte e puoi farcela può essere il primo passo per esorcizzare il male vissuto e celebrare il buono e bello che hai nella tua vita oggi.
La tua attività come musicista e insegnante ti porta a lavorare con persone di tutte le età e background. Quali sono le sfide principali che incontri nella didattica musicale e come affronti la gestione delle diverse esigenze e potenzialità dei tuoi studenti?
Credo fermamente che prendere una lezione di canto, anche esibirsi in pubblico, sia una prova di enorme coraggio e una grande forma di generosità da parte di chiunque. Io ringrazio ogni giorno infinitamente le persone che si affidano alle mie prestazioni e che si fidano ciecamente delle mie idee folli. I miei allievi lo sanno che nel momento in cui scelgono di fare questo percorso prendono parte a un grande viaggio fatto di tanta musica, energia e spettacoli. Mi capita delle volte di avere a che fare con persone che non rispettano il ruolo insegnante-allievo, e con questo non intendo che non si possa instaurare un bellissimo rapporto di amicizia, mi riferisco a quelle persone che vogliono “controllare e gestire” il professionista che hanno scelto. Io imposto il mio lavoro come un percorso che si costruisce insieme, basato sulle mie esperienze ma anche sull’esperienza che faccio strada facendo insieme al mio allievo. È sempre una situazione diversa. Per mia fortuna anche nelle situazioni più particolari e difficili siamo sempre riusciti a trovare la strada giusta coi miei allievi e io non posso fare altro che amarli e portarli ovunque per fare sentire al mondo la loro voce. I miei allievi sono tante storie bellissime e hanno tanto da trasmettere. Tra di loro ci sono persone che voglio nella mia futura squadra di lavoro e persone che mi lasciano incantata quando li ascolto perché hanno bellissime storie che trasmettono al mondo tramite il canto. Da quando ho iniziato a insegnare mi sono capitati tanti casi diversi, anche perché insegno a persone di tutte le età, e questo per me non è stato un ostacolo ma un’occasione di crescita, non facile ma è stato anche uno spunto di riflessione, per me come singolo individuo. I miei allievi mi danno tanta forza e mi aprono gli occhi, senza volere, su tante dinamiche. Se io sono una guida per loro, loro la sono per me.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti e le tue ambizioni? C’è un sogno o un’idea particolare che ti piacerebbe realizzare nel campo della musica o della formazione artistica?
Mi piacerebbe trasformare nel tempo “la voce dell’anima” in un portale che permette di unire tutorial e lezioni online con incontri in presenza per i gruppi e i singoli, al tempo stesso renderla una piattaforma fatta di vari professionisti che operano per il bene dell’ arte e la manifestazione dell’anima nel mondo. Sono già all’ opera con tanti colleghi e amici per creare delle situazioni e incontri davvero interessanti e dinamici. Siamo solo all’inizio e ho tante idee e iniziative per la testa che voglio realizzare e nulla mi fermerà. Il mio obiettivo è il Bene. Un mondo fatto di persone che stanno bene è un mondo di speranze che a sua volta vede davvero un futuro per tutti e muove tutto. Ci vorrà del tempo ma ce la farò.
Grazie Eleonora per questa tua bella intervista e per averci fatto conoscere il tuo progetto.
Tienici aggiornati e continua a seguirci su Che! Intervista.