Flautista e ottavinista di talento, ha fatto della musica la sua missione di vita. Dal primo incontro con il flauto dolce a scuola, fino alle sue esibizioni nelle orchestre più prestigiose d’Europa, Chiara ci racconta il suo percorso, i momenti più significativi e le sfide affrontate, offrendoci uno sguardo unico su cosa significhi vivere per e con la musica.
a cura di Noemi Aloisi
Benvenuta su Che! Intervista, Chiara, come è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata in un momento preciso che ricordo molto bene: credo di aver avuto più o meno 7 anni e ricordo che a scuola c’era l’ora di educazione musicale. Avevamo un maestro che insegnava flauto dolce in quel periodo e ricordo che era solito riunire due classi creando così quella che si può definire credo un’orchestra di flauti. In realtà detta così non suona molto bene, se si pensa al flauto dolce…ma ricordo esattamente quel momento in cui il maestro ci fece suonare una melodia semplice, talmente bella, e in quel momento ricordo esattamente di essermi sentita pienamente appagata. Ho avuto una specie di “chiamata”, se così si può definire. Anche se poi alla fine ho iniziato con la musica solo anni più tardi…
Sei una Flautista e Ottavinista, cosa ti piace degli strumenti a fiato?
Ho iniziato flauto traverso alle scuole medie ad indirizzo musicale proprio perché mi sembrava lo strumento più adatto a me. Degli strumenti a fiato mi piaciono le possibilità espressive che offrono. Non che con gli altri strumenti non sia così, anzi. Però il flauto mi ha sempre dato la sensazione di poter dare spazio e libertà alla mia voce. Per quanto riguarda l’ottavino invece, che dire, mi rappresenta completamente. Per me è rock puro ma romantico allo stesso tempo. In molti non lo apprezzano in realtà a causa del suo registro indubbiamente alto, però ha una dolcezza incredibile e una possibilità espressiva che solo negli ultimi anni sta venendo rivalutata.
Ti sei esibita con diverse formazioni, hai mai avuto un tuo gruppo?
Non ho mai avuto un mio gruppo. Preferisco per ora investire le mie energie nel mondo dell’orchestra. Anche se ovviamente capita di suonare in piccoli gruppi o ensemble per vari progetti ed è sempre un’attività molto piacevole e stimolante dove imparo continuamente cose nuove!
Nel corso della tua carriera hai fatto parte di diverse Orchestre, come ti trovi all’interno di un’Orchestra?
Suonare come membro di un’orchestra è sempre stato il mio sogno e di conseguenza mi sento molto grata per questa possibilità. Far parte di un’orchestra non è semplice, richiede delle responsabilità, una prestazione sempre costante, la capacità di adattarsi e di sopportare lo stress in diverse situazioni. Però le soddisfazioni che si hanno con questo tipo di lavoro non credo si possano spiegare e superano di gran lunga le parti un po ‘più faticose. Spero un giorno di poter vivere pienamente di ciò che amo. È sempre un “work in progress”!
Il tuo lavoro ti porta a viaggiare molto, attualmente dove ti sei stabilizzata?
Attualmente vivo a Lipsia in Germania dove sto suonando con un comprato temporaneo con un’orchestra qui vicino come ottavinista. Tuttavia non mi posso definire “stabilizzata” poiché continuo a viaggiare per audizioni, concerti e inoltre sto finendo il mio Master in ottavino a Bruxelles. Quindi diciamo che per ora i momenti di pace non sono tantissimi, ma va bene così.
Con i tuoi strumenti hai girato l’Europa, tra Master, studi ed esibizioni. Quale è stata una delle esperienze che ricordi con più piacere?
Il momento che ricordo con più gioia è stato quando ho passato l’esame di ammissione per il Master qui in Germania. Ho studiato moltissimo per questo esame e quando il sogno è diventato realtà, in quel momento ho capito che la mia vita sarebbe cambiata.
Hai mai composto una melodia tua o ti piacerebbe farlo?
No, mai. E sinceramente non sento di avere questo talento (e tempo) per la composizione, quindi mi dedico alla pratica giornaliera del mio strumento che, come si sa, non è mai abbastanza….
Hai vinto diversi premi, di quali sei più orgogliosa?
In realtà non ho partecipato a molti concorsi nella mia vita. Non c’è esattamente un motivo. Però chissà, in futuro magari potrebbe succedere!
Molti musicisti scelgono anche di insegnare, tu lo hai mai fatto? In futuro invece ti piacerebbe formare qualcun’altro?
Ho insegnato per un paio di anni in una scuola di musica in Germania mentre terminavo i miei studi. Sinceramente per me è stata un’esperienza faticosissima, mi sono ritrovata ad insegnare a ragazzi senza la minima motivazione e costretti dai genitori all’apprendimento dello strumento. Non è stata una bella esperienza e credo che qualche anno fa non avevo tutte le competenze necessarie che ho ora. Ho sinceramente molta stima per i colleghi che decidono di intraprendere questo percorso. Bisogna avere, a mio parere, una predisposizione e una passione tali da affrontare le difficoltà che questo lavoro richiede, e bisogna dirlo, sono molte! Personalmente non ho sentito questa vocazione, o almeno non come quando suono in orchestra per esempio. Però non nego che in futuro mi piacerebbe formare nuovi musicisti, la trovo un’esperienza gratificante, sempre che questi dimostrino di essere motivati e con voglia di imparare e di fare musica.
Ci sono progetti ai quali stai lavorando che ci puoi anticipare?
Vorrei sicuramente creare dei gruppi di musica da camera con cui organizzare concerti e con cui suonare un repertorio sicuramente differente da quello per orchestra. È un progetto al quale sto attualmente lavorando ce richiedera ancora un po di tempo, ma sono molo fiduciosa.
Grazie del tuo tempo Chiara e complimenti per la tua carriera artistica.
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