Christian Barraco è un giovane musicista il cui percorso nel mondo della musica è iniziato quasi per caso, ma che si è presto trasformato in una carriera ricca di successi e riconoscimenti. Dalla prima esperienza con il violoncello fino ai prestigiosi concorsi vinti, il suo impegno e la sua determinazione lo hanno portato a esibirsi in teatri e festival internazionali. In questa intervista, ci racconta il suo rapporto con la musica, le esperienze che lo hanno formato e le sue aspirazioni per il futuro.
Intervista a cura di Noemi Aloisi
Introduzione a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuto su Che! Intervista, Christian, è un piacere averti con noi! Iniziamo subito: Sei un musicista. Da cosa deriva questa scelta?
Comincerei ringraziandovi per avermi contattato.
Per quanto riguarda la vostra prima domanda, devo dirvi che è nato tutto per caso, grazie a mio padre, che mi ha iscritto al corso musicale della scuola media (SMIM) che ho frequentato e alla quale devo tanto.
Sei un violoncellista. Cosa ti ha portato a scegliere questo strumento?
Dopo che mio padre mi ha iscritto al corso musicale, l’istituto ha chiesto a ciascuno degli iscritti, in ordine di preferenza, quali strumenti avrebbero voluto studiare. Ricordo benissimo di aver scelto il flauto traverso e il violino! Tuttavia, la scuola decise di assegnarmi il violoncello.
Alla tua giovane età hai già ottenuto diversi traguardi. Come sei riuscito ad essere costante nonostante le distrazioni che si possono avere da giovanissimi?
Purtroppo, non posso dire di essere immune alle distrazioni. Molto spesso ci casco anch’io!
Però una volta una mia insegnante mi disse: “Pensa che mentre stai giocando, c’è qualcun altro nel mondo che sta studiando.”
Da allora ho drasticamente ridotto il tempo che passo a distrarmi (che, in ogni caso, è anche giusto concedersi ogni tanto).
Hai vinto diversi concorsi nazionali e internazionali. Vuoi citarne qualcuno di cui vai particolarmente fiero?
Vado particolarmente fiero del Premio Abbado, assegnato al miglior allievo del Conservatorio di Palermo nel 2023. Questo riconoscimento mi ha dato l’opportunità di suonare da solista con l’orchestra le Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij al Teatro Massimo di Palermo, uno dei teatri più belli del mondo.
Andrò controcorrente, ma sento il bisogno di dire che vado fiero anche dei concorsi in cui non sono passato alla seconda prova o non ho ricevuto alcun premio. Da queste esperienze ho imparato che una mancata vittoria non dipende necessariamente da questioni musicali e, soprattutto, che bisogna arrivare preparati al 1200%.
In ogni caso, i concorsi servono per farsi conoscere e lasciare il segno. Sono grandi opportunità per esprimere la propria voce.
Preferisci suonare come solista o all’interno di un’orchestra?
Sono due mondi completamente diversi.
Tendenzialmente preferisco suonare in ensemble ridotti, dove tutti sono un po’ solisti! Ho avuto esperienze sia da solista che da orchestrale e non mi sento di paragonarle, perché sono due realtà opposte.
Come violoncellista studi musica classica. Ci sono altri generi musicali che ti affascinano?
Studio principalmente repertorio classico, però mi piace molto il jazz. Purtroppo, non lo so suonare, ma un giorno mi piacerebbe approfondire qualche genere lontano da quello a cui sono abituato.
Con il tuo lavoro hai suonato in Russia e in Libano. Cosa ti è rimasto di queste tournée?
Il viaggio in Russia è stato il più bello finora. Sono rimasto davvero incantato da Mosca.
Di entrambi i viaggi mi rimane il ricordo di una bella compagnia e di tanto divertimento.
In Russia ho suonato con un’orchestra formata da soli violoncelli.
In Libano invece con l’orchestra del liceo che ho frequentato. Ho visitato posti pazzeschi. Ricordo in particolare una grotta meravigliosa dove il coro del mio liceo ha voluto provare l’acustica. Il risultato è stato fenomenale!
Attualmente frequenti il corso di Alto Perfezionamento all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Come ti trovi nella Capitale da musicista?
È un’esperienza meravigliosa. Presto mi diplomerò e sono davvero triste, perché sono molto legato al mio Maestro Sollima e ai miei compagni di classe. Ho imparato tanto anche solo ascoltando gli altri.
Roma è una città che non dorme mai: offre un sacco di opportunità per gli artisti.
Oltre al violoncello, suoni anche altri strumenti o preferisci concentrarti solo su questo?
Suono anche il pianoforte, ma per scelta personale non lo eseguo in pubblico. Lo utilizzo quando devo accompagnare amici che hanno esami e vogliono provare i loro pezzi con l’accompagnamento.
Sei nato a Palermo e ora studi a Roma. Dove ti vedi in futuro?
In realtà, ho base a Castelfranco Veneto, perché sto concludendo il biennio qui. Le lezioni a Roma sono una volta al mese, quindi spesso vado e torno in giornata solo per la mia lezione.
Una volta terminati i miei percorsi accademici, mi piacerebbe valutare un’esperienza fuori dall’Italia! Per ora mi sto godendo gli ultimi mesi che mi rimangono, ma sono certo che presto capirò quale sarà la strada migliore per me.
Grazie Christian per il tuo tempo e complimenti per la tua carriera artistica!
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