Cinzia Candela è una delle voci più influenti nel panorama italiano e internazionale del coaching vocale e della conduzione radiofonica. Con una lunga carriera alle spalle, Cinzia ha plasmato il mondo della voce attraverso la sua esperienza e il suo approccio unico. Il suo metodo “Modulavoce” è diventato un punto di riferimento per molti professionisti. In questa intervista esclusiva, esploriamo i momenti più significativi della sua carriera: collaborazioni e progetti futuri.
a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuta Cinzia, è un onore averti con noi oggi. Come descriveresti l’evoluzione del tuo rapporto con la voce nel corso della tua straordinaria carriera?
“Buona voce a tutti” per cominciare, saluto così i miei follower su Instagram. È iniziato tutto all’età di 13 anni, ero un’adolescente che stava affrontando un’intervento ed in quei momenti di paura per l’esito dell’operazione l’unica compagna per me, oltre all’affetto dei miei , è stata la radio. Ho iniziato così la mia carriera prima di speaker radiofonica, poi di conduttrice di eventi e poi di Voice Coach.
Hai iniziato la tua carriera negli anni ’80 in un periodo di grande fermento per le radio libere in Italia. Come ricordi quei primi anni e cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?
Mi rivedo come la più giovane voce in radio di quel periodo. Una pioniera al microfono che sognava di condurre programmi in giro per il mondo e di occuparsi di comunicazione. È andata cosi, infatti oggi vivo a Vancouver! Agli inizi ero proprio una teen ager e preferivo di gran lunga imparare a fare la Dj piuttosto che andare a giocare o a passeggiare in città con le amiche. Se ci penso ho frequentato sempre colleghi e colleghe, tra loro Lella Carcereri voce a Radio Rai, Mauro Micheloni scelto per condurre Discoring in quegli anni e Amadeus con cui ho lavorato in una radio del veronese molto amata Radio Blu.
Il tuo metodo “Modulavoce” è diventato un punto di riferimento per molti professionisti. Qual è stata l’ispirazione dietro la sua creazione e quali sono i suoi principi fondamentali?
Agli inizi del 2000 dopo numerose esperienze tutte collegate con il mondo della comunicazione ero stanca di essere solo una voce che ripeteva ciò che gli altri volevano che io dicessi. Sentivo l’esigenza di formarmi professionalmente e di “riavvolgere la bobina” di tutti i miei lavori per riascoltarla e capire cosa mi mancasse davvero per migliorare le mie competenze. La dizione in quel preciso momento, in cui ero anche una “voice over” per la pubblicità, era diventata un’esigenza! A Milano avevo ricevuto una sonora batosta proprio sulla mia dizione ed un mio amico Angelo Leopizzi anche lui professionista della voce mi regalò il Dizionario Rai dop che purtroppo mi fu rubato in un emittente radiotelevisiva di Verona. A quel punto compro e imparo a memoria il libro di Giorgio Dal Piai, testo di riferimento per i presentatori, giornalisti e conduttori. Ho persino voluto incontrare l’autore del libro a Bolzano per capire come potessi personalizzare l’apprendimento della corretta pronuncia della nostra lingua. Ho cominciato ad acquistare tutti i testi che parlavano di fonetica, Linguistica, Lingua Italiana Fisica e Ortoepia perché io mi sento più un’Ortoepista. Questo termine però è poco usato ma mi si addice perché “guardo” con maggior attenzione alla bellezza e all’energia della voce oltre che alla dizione. La salute del cavo orale ed una respirazione ben condotta sono la base per avere una voce che piace ma è ovvio che questo è solo l’inizio.
Hai lavorato con artisti e professionisti in diversi settori. Qual è stato il progetto o la collaborazione che ricordi con maggiore soddisfazione?
Ho studiato Dizione con Arnoldo Foà attore protagonista del “900 dal teatro alla tv, la sua era la “voce del Teatro italiano”.Foà tenne un corso di doppiaggio a Verona all’Accademia CIM e io ne restai affascinata perché avevo capito il valore dell’estetica nella voce da un grande Maestro. Ho collaborato in seguito, durante un evento con Mino Damato un vero signore del giornalismo del nostro Paese che mi chiese di intervistare il pubblico sul tema delle adozioni con la Fondazione “Bambini in emergenza” in quel periodo lavoravo sia come conduttrice radiofonica sia come presentatrice di eventi e quell’esperienza fu meravigliosa per il valore etico-sociale che “l’avere una voce” mi aveva trasmesso. Poi la mia tutor stupenda la dottoressa Gabriella Minarini che mi ha introdotto nel suo “Atelier della Voce” ed ogni lunedì per circa tre mesi partivo da Verona alle 4 del mattino per arrivare a Firenze, studiare con lei per tornare in serata a casa. Lo rifarei subito! Non ultima ma di grande spessore morale la mia bella amicizia con Gessica Notaro donna di spettacolo e direttrice artistica del primo musical Equestre italiano, con Gessica abbiamo dato voce a quelle donne che vivendo all’estero subiscono violenze dal marito o dal compagno. Mi ricordo di una giovane donna italiana abitante a Toronto che il coniuge aveva chiuso in casa e a cui aveva sequestrato i documenti. Nella notte del Natale 2022 Gessica mi chiama per chiedermi se posso fare qualcosa per giovane signora e così sono riuscita a portarla in salvo per telefono da Vancouver grazie ad un’associazione canadese con la quale ero in contatto e che ci ha supportato durante il percorso di liberazione e di ritorno nella sua famiglia, il marito è stato denunciato. Come avrai capito, saper usare la voce può essere di grandissimo aiuto.
La tua esperienza ti ha portato a viaggiare e a lavorare anche all’estero, specialmente in Canada. Quali differenze hai riscontrato nel modo in cui la voce viene percepita e valorizzata nei vari contesti culturali?
Ho lavorato anche in Australia dove sarei rimasta su invito del direttore di Rete Globo l’emittente Italiana di Melbourne se non avessi scelto di tornare in Italia per onorare un contratto con Gardaland già stipulato prima della mia partenza. Qui a Vancouver ed in genere in Canada, la voce ha un ‘enorme importanza ma la si percepisce solo come un valore commerciale o per “business” per esempio l’attitudine alla comunicazione nei paesi di Lingua britannica la si può esercitare presso i frequentatissimi Toastmasters International, che sono dei club dove si fa pratica del parlare in pubblico senza temere alcun giudizio, al fine di superare la paura di esporsi, Per quanto mi riguarda “l’uso della voce” e la messa in atto delle tecniche che ho realizzato con il mio metodo Modulavoce permette invece di esplorare piú campi con maggiori risultati anche a livello emozionale.
Nel corso della tua carriera, come sei riuscita a conciliare il ruolo di coach con quello di conduttrice radiofonica e voce narrante?
Ho iniziato come dj, speaker radiofonica e poi sono cambiate le mie priorità. Negli anni ‘80 la musica che si ascoltava nelle radio libere si scopre messaggera di nuove tendenze il Pop Rock il Raggae il Punk la New Wave e tanti altri generi che si rivolgevano ai giovani dettando nuovi codici di comunicazione. Lo speaker di quel periodo doveva avere i tempi “giusti” per “beccare l’intro’ e non parlare sul cantato. Significava ascoltare prima il pezzo della messa in onda, voleva dire “avere il senso del ritmo” e la battuta pronta e brillante per stupire, emozionare o colpire l’ascoltatore. Del resto il pubblico era ancora piuttosto ingenuo e lo si poteva far sorridere o incazzare con poco. Oggi sai che quando torno in Italia e ascolto le radio, pubblicità a parte noto una mancanza di quella che io chiamo “cazzim’ “. Soliti discorsi, battutine banali e poca, veramente poca attenzione alla dizione ma quella c’era anche quando speakeravo io. Come “voce narrante” ho avuto la fortuna di incontrare il regista Antonio Giarola che mi ha scelto come voce prima voce femminile ufficiale e voluto contro il parere di tutti gli addetti ai lavori per i suoi attesissimi Galà d’Oro, spettacoli equestri nati per emozionare migliaia di amanti e non solo del teatro equestre della Fieracavalli, in questi contesti la narrazione diviene quasi scenografia e la voce “palpita” al microfono e questo mi accade perchè sono un’amazzone a mia volta e amo profondamente i cavalli molto più degli esseri umani
Vuoi sapere come riesco a conciliare il ruolo di voice coach? Facile, me l’hanno chiesto a gran voce gli studi di registrazione per cui ho lavorato, i registi che pretendono dai loro attori uno “speech” impeccabile e così molti dei miei studenti ora sono miei colleghi. Ho preparato per un anno Antonio Latteri conduttore e “voce” in forte ascesa nella conduzione di eventi prestigiosi e ne ho ricevuto un enorme soddisfazione, mi chiama “capo” ma per me è un Collega con la “C” maiuscola. Un’altra “voce” molto attraente è quella di Blu un altro personaggio in carriera che ha imparato molto da me che macina sempre più consensi nell’ad (advertising). Quando arrivo in Italia conduco spesso le mie MasterClass che sono corsi di specializzazione dedicati a quanti vogliono apprendere e migliorare sul serio il proprio modo di parlare. Da me arrivano insegnanti, professionisti della parola, avvocati, terapisti e operatori del benessere.
Parli spesso del legame tra voce ed emotività. In che modo credi che la voce possa aiutare le persone a comunicare meglio e a connettersi con gli altri?
Sono stata anche una Communication manager per un’azienda leader nei prodotti naturali ayurvedici. Dal 2007 al 2014 praticamente ogni week end ci si spostava in tutta Italia per seguire i corsi tenuti da Vaidya (medici indiani) e professori che a loro volta insegnavano l’Ayurveda e i suoi principi ai loro colleghi e sono così diventata un’auditrice appassionandomi veramente tanto sull’argomento. L’uso delle frequenze nella voce ci riporta alla fisica come disciplina ma nella musica indiana la conoscenza delle scale che vengono chiamate Raga è millenaria e a queste sonorità vengono accostati stati d’animo e proprietà curative. Saper comunicare usando correttamente la voce promette una comunicazione autentica ed è quella che serve per migliorare la qualità della nostra vita in tutti i campi
Hai partecipato a eventi prestigiosi come il Congresso nazionale CIDESCO Spa&Beauty ed il“Vancouver International Voice Conference” Come ti prepari per performance così importanti?
A Tivoli con Cidesco sono stata invitata a presentare il mio primo programma chiamato “Voice&Wellness” c’erano più di trecento persone giornalisti e opinion leader, formatori e consulenti nell’estetica ero emozionata ma convinta che l’approccio all’uso della voce li avrebbe colpiti e così è stato. A Vancouver sono anche Client Ambassador per la fondazione Dress for Success che si occupa di migliorare e aumentare l’indipendenza delle donne in difficoltà. Comunque non mi preparo prima dell’evento ma sono in “training” praticamente sempre, la respirazione. La cura delle vie respiratorie e la mia salute sono fondamentali per mantenere un alto standard delle mie performance in campo vocale e per me vuol dire fare pratica ogni giorno. Considero la voce uno strumento musicale e se non alleni le tue corde vocali e le proteggi non ottieni risultati, la musica ne risente ed anche il tuo umore, poi ho il mio metodo modulavoce e quello funziona sempre!
Qual è il consiglio che daresti a chi vuole intraprendere una carriera nel mondo della voce, sia come speaker che come coach?
Di prepararsi studiando materie e discipline attinenti la comunicazione e di comprendere che la voce di un attore, di un artista della parola deve essere unica e che si deve avere sempre cura della propria salute perché si puó perdere o danneggiare la voce in un attimo.Sigarette, stress, alcool e droghe sono acerrimi nemici della voce. In genere vengo contattata sui socials, ad esempio offro molti suggerimenti sulla mia pagina INSTAGRAM che si chiama “cinziacandelathevoice”, sono anche su fb come MODULAVOCE
Infine, quali sono i tuoi progetti futuri?
Dal 2024 faccio parte della scuderia di UNDERGROUND MGM l’agenzia italiana di scouting. Da qualche anno in collaborazione con la giornalista Anna Foschi Ciampolini ed il Centro Culturale Italiano di Vancouver invito personaggi interessanti e di valore, a marzo presenterò la regista “antimafia” Debora Scalzo con il suo docu-film “Paolo Vive’ dedicato al Giudice Eroe Paolo Borsellino. Quest’estate sarò la voce narrante di uno spettacolo bellissimo in Italia ma non ne posso ancora parlare. Dopo dieci anni in Canada e la padronanza della lingua inglese vorrei portare a termine un libro che raccolga la mia esperienza. Buona voce a tutti allora.
Grazie Cinzia per questa tua intervista! Complimenti per la tua carriera!
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