Clara People, cantautrice e polistrumentista, ha saputo farsi spazio nel panorama musicale grazie alla sua capacità di esplorare diverse sonorità, mantenendo sempre un approccio personale e autentico. Dall’amore per il folk nordico al fascino del pop/rock anni ’90, Clara si muove con naturalezza tra strumenti diversi e generi, componendo brani che raccontano la sua vita e il suo percorso interiore. Mentre lavora al suo nuovo album “Scissors“, Clara ci svela alcuni retroscena del suo percorso artistico e le collaborazioni che arricchiscono la sua musica, sempre in bilico tra sperimentazione e introspezione.

a cura di Noemi Aloisi
introduzione di Antonio Capua


Benvenuta Clara, tra le tue numerose passioni spicca la musica. Come è nato il tuo interesse per questa forma d’arte?
Ciao e grazie!
Sin da bambina ho sempre avuto una certa attrazione per il mondo artistico. In principio mi sono avvicinata al disegno. Volevo fare la fumettista! Successivamente, è arrivato il grande amore per la Musica.
Sicuramente la vicinanza di mio fratello maggiore (anche lui musicista) ha influito moltissimo sul mio percorso iniziale.

Sei una cantautrice polistrumentista. Quali strumenti suoni e con quale di essi senti una connessione particolare?
Chiarisco subito un punto: non sono una virtuosa!
Diciamo che ho una grande passione per tutti gli strumenti che posso utilizzare per creare musica.
Mi destreggio con la chitarra acustica, la voce, il piano, il basso, l’ukulele e la batteria.
In realtà ho anche una meravigliosa Northumbrian pipes, una cornamusa inglese. Ma, ahimè, non ho avuto la tenacia sufficiente (e il tempo!) per imparare a suonarla!
La chitarra acustica è sicuramente la mia fedele compagna che mi permette di scrivere e di accompagnarmi in ogni canzone.
Ma la batteria ha, per me, un fascino ineguagliabile!

In qualità di cantautrice, componi i testi delle tue canzoni. Quali sono le tue principali fonti di ispirazione e quali temi prediligi nei tuoi brani?
Quando parliamo dei testi sono sempre, o quasi, autobiografica.
Dico sempre che ciò che scrivo nelle canzoni è il mio modo di fare psicoanalisi! (lo so, lo so, non basta! XD). Ho spesso parlato della mia travagliata vita sentimentale e di tutto ciò che riguarda gli “strati dell’anima”.
Nel nuovo album parlo di altro. La ricerca di stessi, in primis. Che è l’amore più importante.

Che rapporto hai con la scrittura? Oltre alla creazione di testi musicali, ti dedichi anche ad altre forme di scrittura?
No, in realtà resto sul binario musicale, almeno per ora. Non si sa mai! Da bambina, invece, avevo l’abitudine di creare storie e fumetti. Ma sono contenta di aver scelto un’altra strada.

Le tue canzoni sono prevalentemente in lingua inglese. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta linguistica?
In realtà, più che una scelta, è stato un istinto che ho seguito. Probabilmente il fatto che io sia cresciuta con musica straniera ha dato una svolta notevole al mio sound. Comunque, detto tra noi, i miei brani in italiano non so proprio immaginarmeli… ma è un mio limite! Alla fine parliamo di una lingua universale che arriva un po’ a tutti. Magari un domani, chissà… Non mi precludo nulla.

Quali influenze musicali e contaminazioni stilistiche emergono nelle tue composizioni?
Bisogna fare una bella distinzione tra “Sense the Raven” del 2021 e “Scissors” (in uscita in primavera 2025).
Il primo è decisamente un album dal sapore folk nordico. Ma, come spesso accade ai cantautori, abbiamo solo dei “sapori” di un genere, mai un genere preciso. Non mi piace l’idea di un volto ben definito, quasi “inscatolato”. Mi concedo ancora il lusso di sperimentare! 😉

Per quanto riguarda “Scissors” invece, troviamo un sound decisamente più Pop/Rock anni ’90 alla Alanis Morissette, Elisa, Ani Di Franco. Ma strizza l’occhio anche ai ’70 con atmosfere alla Kate Bush.
Insomma, fanc%& le mode! XD

Stai lavorando al tuo nuovo album “Scissors”. Puoi darci qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci?
Sarà un album d’ascolto ma anche groovoso (passami il termine!) Rappresenterà più parti di me, sia per la scrittura in sé che per gli arrangiamenti. Credo sia una specie di “passaggio” a qualcos’altro che non ho ancora ben chiaro. E mi piace da morire!

Nel tuo progetto musicale collabori con altri artisti. Puoi parlarci di queste collaborazioni?
Certamente. Dal 2019 collaboro stabilmente con Marco Tarantelli (contrabbasso, basso elettrico) e Simone Medori (batteria e percussioni). Miei compagni musicali ma soprattutto, amici.
Spesso si unisce a noi Fulvio Renzi al violino in occasioni live.
Negli album sono presenti ospiti italiani ed internazionali, ai quali sono estremamente grata per il loro contributo. Per il prossimo album l’ensemble live cambia leggermente. Il trio base sarà completato da un chitarrista elettrico.

Per ora mantengo il segreto del nome, facciamo suspense…!!! XD

Le tue esibizioni si concentrano principalmente in Italia o ti esibisci anche all’estero?
Al momento ci siamo esibiti solo in Italia. L’estero sarebbe un meraviglioso traguardo.
Ho avuto l’enorme piacere di suonare alcuni miei brani tra Inghilterra e Scozia nel 2018, col trio “”The bridge people“.
Un progetto con Shona Mooney (fiddle) e Alice Robinson (Northumbrian pipes) durato pochissimo per problematiche geografiche!

Oltre al nuovo album, ci sono altri progetti in fase di sviluppo ai quali stai lavorando e che vorresti condividere con noi?
No, al momento mi sto dedicando anima e corpo alla creazione di questo disco.
Essendo completamente auto-prodotto, devo curarmi di ogni dettaglio! E io… sono una rompic$”$&… pignola!!! XD

Grazie Clara e complimenti per il tuo lavoro ed un grosso in bocca al lupo per il nuovo album,
continua a seguirci su Che! Intervista

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