Nel suo nuovo libro, Correzione automatica, pubblicato da Feltrinelli ad Aprile 2025 e con traduzione di Alessandra Shomroni, Etgar Keret torna a colpire con la precisione di un chirurgo narrativo, confezionando trentatré brevi storie che riescono, ciascuna a modo suo, a contenere un mondo intero. In uno stile asciutto, a tratti spietato ma sempre sorprendentemente umano, lo scrittore israeliano attraversa una vasta gamma di emozioni universali: dalla rabbia al dolore, dall’amore alla gelosia, passando per compassione e umorismo nero.
Etgar Keret, già conosciuto ed apprezzato in Italia per opere come “All’improvviso bussano alla porta e Un intoppo ai limiti della galassia“, dimostra ancora una volta di essere un maestro della forma breve. La sua scrittura è agile, evocativa, capace di trasportare il lettore in una dimensione surreale senza mai perdere l’aderenza alla realtà più cruda. Ed è proprio in questo contrasto, tra assurdo e quotidiano, che si annida la forza di Keret: la capacità di mostrare quanto la vita, anche nei suoi aspetti più tragici, possa contenere sprazzi di assurdità, se non di sottile comicità.
I personaggi del libro sono uomini e donne disillusi, spesso solitari, che tentano di sopravvivere in un mondo frammentato, disorientato, dominato da tecnologie che, lungi dal migliorare l’esistenza, amplificano i malintesi e le incomprensioni. Si tratta di un “affresco” universale della condizione umana, in cui la morte — onnipresente, silenziosa, a tratti assurda — si insinua in ogni angolo della narrazione.
Nell’atto di scrivere, Keret sembra cercare quella “correzione automatica” che, come nei software di scrittura, dovrebbe sistemare errori e incongruenze. Ma il tentativo è, sin dal titolo, ironico e destinato al fallimento. La realtà, suggerisce l’autore, non si lascia correggere così facilmente. E nemmeno la scrittura può offrirne una soluzione, solo un riflesso: tagliente, sincero, a volte struggente.
La traduzione di Alessandra Shomroni restituisce con precisione il tono essenziale e tagliente della prosa di Keret, riuscendo a preservarne le sfumature di umorismo, amarezza e lirismo. Un’opera che, pur nella brevità dei suoi racconti, lascia una lunga eco nel lettore.
Per saperne di più visita: lafeltrinelli.it