Dal ruolo di Salvatore Lo Faro in “Vanina – Un Vicequestore a Catania” fino alle esperienze musicali che esprimono la sua essenza, Danilo ci parla delle sfide, delle passioni e delle radici siciliane che influenzano il suo lavoro. Con un nuovo album in uscita e sogni ancora da realizzare, ci mostra come l’arte sia per lui una vera missione.

a cura di Noemi Aloi


Danilo, ci racconti come è iniziata la tua passione per la recitazione e quali sono state le tappe fondamentali del tuo percorso artistico?
La recitazione è entrata nella mia vita grazie ai giochi di ruolo dal vivo. Continuò a manifestarsi con l’istinto di imitare il prossimo e prese consapevolezza in me grazie all’accusa dei miei genitori nel ripetermi che non avevo personalità perché chiunque frequentavo imitavo, ma lo facevo nella vita. Tutto quello che ho fatto, faccio e farò è una tappa fondamentale della mia vita e sono sicuro che se tornassi indietro Dio mi farebbe fare le stesse identiche cose. La mia è una missione.

In Vanina- Un Vicequestore a Catania interpreti Salvatore Lo Faro, un agente di polizia complesso e sfaccettato. Come hai lavorato su questo personaggio e quali aspetti del tuo percorso artistico ti hanno aiutato a costruirlo?
Quando lavoro alla costruzione di un personaggio relativamente mi pongo troppe domande, ma inizio a fare quello che va fatto, proprio come se già lo sapessi.
Metto in atto la mia personale metodologia che ovviamente è la contaminazione di tutto ciò che ad oggi ho studiato, studio e studierò. I miei fratelli lavorano nelle forze armate, con loro ho dialogato molto…il 70% dell’interpretazione di Salvatore Lo Faro è espressione corporea e in questo ne sono stato molto avvantaggiato perché da ex ballerino del mio corpo ne ho la conoscenza e percezione.

Il mio preparatore atletico è stato Simone Ricceri, mentre dal punto di vista psicologico ho lavorato con l’attrice e coach actor Rita Abela, convalidando ovviamente il tutto con il regista Davide Marengo.

Hai lavorato su numerosi set, tra cui quelli di IL CACCIATORE 3 e ROMULUS. Qual è stato il ruolo che più ti ha sfidato come attore e perché?
Tutti i ruoli che interpreto sono un viaggio, una sfida ed una fatica attoriale da mettere in atto. Amo l’estremo, sono onorato delle opportunità attoriali avute e lo sarò anche per quelle che avrò.
Le affronterò ancora una volta e ancora una volta porterò in scena delle trasformazioni perché è questo quello che sono, un trasformista.

Parallelamente alla recitazione coltivi una grande passione per la musica e la scrittura. In che modo questi due mondi si intersecano nella tua vita e quali influenze portano ai tuoi progetti artistici?
Per essere me stesso ho bisogno di essere qualcun altro e portare in scena una trasformazione…
La musica invece mi permette di essere Danilo e di raccontare il suo punto di vista sulla vita.

A Dicembre uscirà il tuo nuovo album “LETTERE MAI SPEDITE Acoustic Version”. Cosa puoi anticiparci riguardo questo lavoro e quale messaggio speri di trasmettere attraverso le tue canzoni?
É un disco vero, un disco suonato buona la prima, perché il registrato risale al mio primo concerto svoltosi a Catania il 18 Maggio del 2024.
“Lettere Mai Spedite” è un viaggio che tutti noi abbiamo fatto o faremo…
Una fotografia immortalata nel tempo.
Le canzoni sono soggettive, chi ha attraversato o attraverserà il momento di cui parlano i testi le capirà.

Hai avuto esperienze formative in varie accademie, sia di recitazione che di danza. Quanto è stato importante per te costruire una base artistica solida e quali insegnamenti hai portato con te sui set televisivi e cinematografici?
La formazione, la ricerca e la fame di sapere, di conoscere, di sperimentare, di provare, ma soprattutto di sbagliare sono tutto per un artista. Ho studiato tanto, davvero tanto … E continuo a farlo perché ogni volta sarà sempre la prima volta. IL CACCIATORE 3 l’ho girato per la prima ed una volta, la prima stagione di Vanina – Un Vicequestore a Catania anche e così via con tutto, pure con la musica…ogni volta sarà sempre la prima volta.

Sei apparso in videoclip musicali come quello di Ultimo per “I Tuoi Particolari”. Quali sono le differenze, a tuo parere, tra l’interpretazione in un videoclip e quella in un film o una serie Tv?
Le differenze esistono, ma sono tutte e nessuna. In un videoclip dovrai ugualmente e visivamente portare in scena un personaggio.
In una serie Tv hai l’opportunità di approfondirlo e raccontarlo ancora di più.

Essendo un artista di Catania, quanto per te rappresentare e portare la tua terra nei tuoi progetti artistici? In che modo le radici siciliane influenzano il tuo lavoro?
A Catania sono nati i miei sogni. Così è e così sempre sarà.

Con una carriera così poliedrica, hai progetti o ruoli futuri che sogni di interpretare? Esiste un personaggio in particolare che ti piacerebbe portare sullo schermo?
Sono in missione e nelle mani di Dio, farò ciò che lui vorrà. Sto lavorando a nuova musica e continuerò a portare in scena delle trasformazioni. Spero un giorno di girare un film sulla droga, perché ancora oggi questo è un tema urgente e necessario.

Hai ricevuto numerosi riconoscimenti in festival cinematografici. Quanto conta per te il riconoscimento della critica e quali traguardi ti sei posto per il futuro della tua carriera?
Ogni premio vinto mi ha sempre riempito di gioia e fatto capire di essere sulla retta via.
Il premio più grande per me rimane la gente umile che grazie ai film a cui prendo parte stacca la spina dalla propria vita e vive delle emozioni…
Il mio sogno è vincere il David Di Donatello.

Grazie Danilo per averci dedicato un po’ del tuo tempo per questa intervista!
Che dire, complimenti davvero! Tienici aggiornati!
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