Dedy Leone e il coraggio della verità: “Come questo libro sta conquistando i lettori e facendo esplodere il fenomeno”

Dedy Leone è un’autrice italiana che ha recentemente pubblicato il libro “Viaggio nel tunnel del narcisista“, un’opera autobiografica che esplora il complesso tema di una relazione tossica fino alla perdita del proprio sé. È raccontata con parole semplici e comprensibili per arrivare a toccare i cuori in profondità, contribuendo a sensibilizzare il pubblico su queste problematiche.

L’opera, pubblicata il 20 febbraio 2025, offre quindi una testimonianza intensa e toccante, ma soprattutto reale, dando voce a chi troppe volte resta in silenzio. L’autrice racconta con lucidità e sensibilità la sua esperienza e, a più di tre mesi dall’uscita, il libro ha colpito lettori e critica, stimolando riflessioni profonde sul tema della manipolazione psicologica e ricevendo importanti riscontri. In questa intervista, Dedy ci accompagna tra le pagine della sua storia, parlandoci dei suoi obiettivi, dei feedback ricevuti e dei progetti futuri.

a cura di Antonio Capua


Dedy, il tuo libro “Viaggio nel tunnel del narcisista” è un’opera intensa e profondamente personale. Quando hai capito che era arrivato il momento di raccontare la tua storia?
Inizialmente avevo raccolto disordinatamente i miei pensieri e li avevo chiusi in un cassetto. Per me è stato una sorta di sfogo e non mi è mai passato per la testa di lavare pubblicamente i miei panni sporchi. Anzi, più fossero rimasti rinchiusi lì, più quei ricordi potevano essere innocui. Questo, almeno, finché nel 2024 una persona mi ha suggerito di mettere a disposizione la mia esperienza di vita vissuta, offrendo un messaggio di speranza e resilienza a chi sta vivendo esperienze simili e non riesce a uscirne.

Così è nato “Viaggio nel tunnel del narcisista”.

A tre mesi dalla pubblicazione, il tuo libro ha avuto un impatto emotivo molto forte tra i lettori. Che tipo di riscontro hai ricevuto dal pubblico?
L’impatto emotivo che ha suscitato è stato notevole. Ha scatenato riflessioni e anche ampie discussioni su temi come l’abuso e la manipolazione narcisistica, nonché la resilienza personale. Soprattutto è stato apprezzato il linguaggio semplice e immediato con cui ho comunicato ogni singolo messaggio. Tuttavia, non è un libro facile, ha un target di lettori ben preciso e profilato, in quanto rivolto soprattutto a chi abbia a che fare con una relazione di tipo narcisistico e non solo in coppia: anche con amici, genitori, figli o in ambienti lavorativi.

Il tuo racconto ha acceso una luce su un tema delicato come l’abuso psicologico. Ti aspettavi che suscitasse così tanto dibattito e riflessione?
No, non me lo aspettavo, in tutta sincerità. È un tema forte, l’argomento è importante, parlare di abuso psicologico tocca corde profonde, perché è subdolo e spesso difficile da riconoscere, specialmente a livello patologico, può avere un impatto devastante sulle relazioni. Le vittime spesso raccontano di manipolazioni, isolamento e perdita di autostima, tutto ciò fa riflettere su molte cose. È un tema che merita attenzione e consapevolezza, dobbiamo parlarne tutti e di più senza vergogna per sensibilizzare e aiutare le persone a riconoscere e affrontare queste situazioni.

“Viaggio nel tunnel del narcisista” è stato protagonista anche di diverse iniziative: interviste, articoli, recensioni. C’è un commento o un momento che ti ha particolarmente colpita?
Non nascondo che ogni volta che esce un articolo, un commento sulla mia pagina, una recensione o semplicemente un messaggio privato da parte dei lettori, mi emoziono.

Non credevo che tanti si riconoscessero nella mia storia, il che da un lato fa venire i brividi ma dall’altro, mi ha fatta sentire utile, sotto tanti punti di vista…

Alcuni lettori, dopo aver concluso il libro, mi hanno contattata sui Social per ringraziarmi. L’emozione che ho provato è stata indescrivibile, erano grati per il mio coraggio: ho reso pubblici vessazioni e stati d’animo a loro familiari e si sono aperti con me quasi ci conoscessimo da sempre. Eravamo come vecchi amici che condividevano problematiche comuni e questo ci ha avvicinato in maniera naturale e immediata. Ovviamente ogni storia è unica e offre nuove prospettive. Spesso mi colpisce come alcuni racconti personali e le testimonianze possano far luce su un tema così complesso come il narcisismo.

Quindi ho capito che quel passato, che volevo solo chiudere in un cassetto, era invece utile a qualcun altro e in piccola parte mi sono sentita ripagata dalle mie sofferenze.

Una delle recensioni più significative è stata quella di Davide Cipollini, che ha messo in evidenza il valore universale del tuo messaggio. Come hai vissuto questo riconoscimento?
Anche se Davide non lo conosco personalmente, ho avuto modo di interagire con lui: è una persona squisita, molto sensibile, ha colto in pieno il senso di questo libro e ciò mi ha davvero gratificata. Ha definito quelle pagine come armi che possono ferire e ciò può sembrare quasi uno svantaggio, invece no. Sono ferite inflitte a fin di bene, dettate da una verità che occorre guardare negli occhi, per saperla riconoscere. La metafora letteraria delle acque amare che bisogna attraversare, per raggiungere quelle dolci, viene rappresentata perfettamente dal suo pensiero. Perché la conquista ultima di una lettura così forte potrebbe essere la libertà.

Oltre al libro, il progetto si è arricchito di due booktrailer e della canzone “Il volto che non avevi” scritta da Beat Genius. Quanto è stato importante per te raccontare questa storia anche attraverso altri linguaggi artistici?
Quando ho ascoltato il brano per la prima volta sono rimasta impietrita: cattura l’attenzione degli ascoltatori, molto bello e altrettanto orecchiabile, pieno di significato, scritto e prodotto direttamente da Beat Genius dopo aver letto il libro.

Ha interpretato alla perfezione quello che volevo esprimere. Attraverso una canzone in cui le parole sono quasi un flusso di coscienza c’è tutta quella mia parte di vita e di molte altre persone. Ben vengano quindi tutte le forme artistiche che possono divulgare al meglio ciò che desidero comunicare con questa opera.

Per chi la volesse ascoltare è presente su tutte le principali piattaforme musicali, Spotify, YouTube, iTunes, Amazon Music, e molte altre.

Il libro attualmente sta partecipando in due concorsi letterari come “Emily 2025 – I mille volti della violenza” e “Una storia per il cinema”. Cosa significherebbe per te vedere la tua esperienza prendere forma anche su uno schermo?
Partecipare ai concorsi letterari è una tappa obbligata per chi vuol promuovere la propria opera e renderla visibile a un pubblico più ampio, sicuramente in un prossimo futuro ci saranno altre iscrizioni.

Sarà difficile vincere e vedere su uno schermo la trasposizione del mio libro, ma non nego che sarebbe molto bello. Per me rappresenterebbe un modo ulteriore di comunicare a chi ci è passato, o ci sta passando, che uscirne è possibile, se solo lo si desidera.

Hai da poco avviato una collaborazione con Sylvia Carol che porterà la tua opera in diverse fiere nazionali e internazionali. Come vivi questa nuova fase promozionale?
Sylvia è una grande professionista, presente nel mercato editoriale da molti anni, si occupa di promozione libri e presenzia numerose fiere. È molto competente in materia e per me è davvero un onore collaborare con lei, perché riesce a trasmettere tutte le emozioni del libro con grande efficacia. Insieme stiamo valutando altre attività parallele per differenziare i canali abituali di promozione atte a sensibilizzare maggiormente le persone su temi così delicati come la manipolazione emotiva.

Hai accennato a una futura pubblicazione. Ci puoi anticipare qualcosa? Quali aspetti senti il bisogno di approfondire?
“Viaggio nel tunnel del narcisista” è solo la prima parte di una duologia. Ci sto già lavorando e, anche stavolta, è come un’operazione a cuore aperto. Ma so che è necessaria per non lasciare i lettori con il dubbio del “Poi. . . cosa succede?”
Volutamente è stato suddiviso in due archi temporali ben precisi, spostando alcuni capitoli nella seconda parte, dove i lettori avranno un faro su come la protagonista affronterà le molteplici difficoltà che questa vicenda ha comportato, con la costante presenza quasi invisibile ma determinante del manipolatore.

Ci saranno dei flashback in particolar modo riferiti al rapporto con mio padre, che mi manca tantissimo. Lui è stato una figura determinante in tutta la storia che verrà svelata poi nel secondo libro. Come avrete visto, tutto termina con un sospeso che non rappresenta affatto il lieto fine, anche se in parte potrebbe apparire così. Il seguito nel volume successivo sarà non meno importante e doloroso del primo. Sarà un altro viaggio sul filo del rasoio, pieno di colpi di scena che cambieranno per sempre la vita della protagonista.

In un mondo dove tante storie di abusi restano nascoste, la tua voce rappresenta un faro. Qual è il messaggio principale che vuoi lasciare a chi si avvicina al tuo libro per la prima volta?
Questa esperienza è lo specchio di migliaia di storie soffocate nel silenzio. Chiunque abbia subito una forma di abuso psicologico si ritroverà in questi racconti; pertanto, è vitale trasmettere che la perdita progressiva della propria identità, e la difficoltà immane di distinguere la realtà dalla manipolazione, invitandole a correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

Per risultare ancor più portavoce di questa speranza, in realtà, vorrei fare molte più attività per promuoverlo e se qualche sponsor volesse collaborare ne sarei lieta.

Grazie Dedy, continuiamo a seguirti sicuri la tua testimonianza possa infondere coraggio a chi ne ha bisogno.

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