Desirée Noferini, nata nel 1987 a Bagno a Ripoli, è una talentuosa attrice che ha saputo conquistare il pubblico italiano con ruoli complessi e affascinanti sia al cinema che in televisione. Dalla sua infanzia tra le colline fiorentine alla formazione come modella e attrice, Desirée ha iniziato a lavorare giovanissima e ha costruito una carriera solida e in continua crescita. Ha recitato in film e serie di successo, tra cui Un posto al sole, Il commissario Montalbano e Fosca Innocenti. In questa intervista, ci racconta il suo percorso, le sfide affrontate e i suoi prossimi progetti.
Benvenuta, Desirée! È un piacere averti con noi. Cosa ti ha portato ad intraprendere la carriera di attrice?
Fin da bambina cercavo risposte alle tante domande esistenziali che avevo. Passavo molto tempo a contemplare il mondo ed ero curiosa e affascinata dall’umanità. Osservavo e ascoltavo.
Il mio gioco preferito era “rubare i trucchi e i vestiti di mia madre e trasformarmi in vari personaggi”. Quale lavoro migliore se non quello in cui potevo sentirmi libera di essere e rappresentare “tutto”?!
Mi avvicinai alla recitazione, sotto consiglio di mia madre, inizialmente per vincere la timidezza. Infatti vivevo un senso di inadeguatezza che mi accompagnava nella vita, mi sentivo diversa rispetto ai miei coetanei. Come se non fossi mai nel posto giusto o se dovessi vivere mille esperienze diverse per capire chi fossi. Ero introversa e faticavo ad esprimermi a parole. Per mezzo della recitazione ho potuto e posso rispondere alle mie domande e allo stesso tempo esprimere la mia verità, utilizzando me stessa come canale attraverso cui si possa conoscere meglio l’umanità.
Hai iniziato giovanissima con spot pubblicitari e lavori come modella. In che modo queste prime esperienze ti hanno aiutato a sviluppare sicurezza di fronte alle telecamere?
Sono sempre stata attratta dall’obiettivo, forse perché attraverso di esso potevo permettermi quello che nella vita non riuscivo. Usando il mio corpo, la mia immagine, per me inizialmente era più semplice. Lo vivevo più come un gioco.
Personalmente mi sento a mio agio quando rimango fedele a me stessa e non cerco le risposte al di fuori da me. Talvolta è difficile da mettere in atto in una società che tende ad omologare, ad essere un po’ tutti uguali ed etichettabili. Ma per me la vita, che è una continua ricerca, ha senso viverla rispettando la propria essenza, che poi è quello che ci rende unici e meravigliosamente imperfetti.
Il film “Un gioco da ragazze” ha segnato il tuo debutto al cinema. Cosa ricordi di quell’esperienza e in che modo ha cambiato la tua prospettiva sulla recitazione?
Il cinema. Il fatto che si facessero tante prove. Io e le altre ragazze siamo state un mese in una casa in campagna per prepararci alle riprese. E anche durante le riprese abbiamo vissuto insieme. Era la prima volta per tanti di noi e volevamo fare bene. Quando ho avuto la possibilità di interpretare il ruolo di Michela, mi si è aperto un mondo e ho capito che quella era la strada che volevo seguire.
Tra i vari ruoli che hai interpretato, c’è un personaggio che ti ha messa particolarmente alla prova o che ti è rimasto nel cuore?
Nel cuore ci rimangono un po’ tutti perché per interpretarli devo comprenderli, essere dalla loro parte anche quando è complicato e soprattutto non giudicarli.
Nella serie televisiva “Fosca Innocenti” interpretavo l’agente Giulia De Falco. È stata una bella sfida vestire i panni di una poliziotta, amante delle moto e delle donne. Ho dovuto prendere la patente e per me che non guidavo neanche il motorino, è stata una bella avventura!
Hai recitato in diverse serie TV di successo come “Il paradiso delle signore” e “Fosca Innocenti”. Come ti prepari per interpretare personaggi così diversi e quali sono le sfide più grandi che affronti in televisione?
Cerco di prepararmi molto bene prima, per poi dare spazio alla creatività durante le riprese, partendo dalla sceneggiatura, fino ad arrivare al look del personaggio, che mi aiuta moltissimo. Ogni volta che “letteralmente” mi vesto in camerino, sento di entrare totalmente nel personaggio.
Le sfide più grandi sono quelle che mi fanno uscire dalla mia comfort zone, perché devo fare un lavoro di ricerca interiore in più che trovo molto interessante. Aggiungo colori alla mia tavolozza.
Nel corso della tua carriera, hai lavorato con registi e attori di grande talento. Quali incontri professionali hanno lasciato un segno importante nel tuo percorso?
Lavorare con i Manetti Bros è stato molto stimolante ed impegnativo. Loro sono quel tipo di registi che ama e capisce gli attori. Dovrebbero essere tutti così. Io ero alle prime armi e loro con pazienza, empatia, ma anche con fermezza, mi hanno diretta e guidata durante le riprese de “L’ispettore Coliandro”. Ho un bellissimo ricordo di quell’esperienza.
Hai avuto modo di lavorare sia nel cinema che in televisione. Quali differenze hai trovato tra questi due mondi e quale medium preferisci?
Mi piacciono entrambi, ma essendomi dedicata di più alle serie tv negli ultimi anni, non nego che mi piacerebbe tornare sul grande schermo, dove generalmente c’è più tempo e quindi si ha la possibilità di fare un lavoro più curato. E poi è tutto concentrato in poche settimane di lavoro e le energie fanno fatica a disperdersi. Se poi il film viene girato fuori, si respira ancora di più quell’atmosfera magica, dove il set diventa una grande famiglia.
Il tuo personaggio nella serie “Un posto al sole” ha conquistato il pubblico. Cosa puoi raccontarci di Virginia Rinaldi e del suo ruolo all’interno della serie?
Questo ruolo mi ha dato la possibilità di far vedere la parte più “forte” di me, come attrice. Virginia è una donna in carriera, indipendente e determinata, che non si arrende facilmente. Credo che abbia conquistato il pubblico perché è capace di dividerlo in maniera netta. O la ami o la odi.
Mi dispiace deludere i fans ma per il momento non è previsto un suo ritorno nella serie. Io però credo che Virginia Rinaldi abbia ancora un po’ di cose da raccontare.
Il successo della serie “Fosca Innocenti” ha portato a una seconda stagione. Come hai vissuto questa evoluzione del tuo personaggio e cosa ti ha emozionato di più nel tornare a recitare in Toscana?
Nella seconda stagione ho avuto la possibilità di far uscire l’aspetto più intimo del personaggio. Abbiamo visto una Giulia innamorata, più dolce e fragile e per me è sempre bello quando i personaggi ad un certo punto si tolgono la maschera e mostrano le parti più vulnerabili di sé. Un po’ come nella vita…
Il ritorno in Toscana? Beh, mi ha resa felice l’aver respirato l’aria di casa mia, tornare un po’ bambina, andare a cena dai miei ogni tanto, vivere nella natura insieme al mio cane e poter parlare con la mia inflessione naturale.
La seconda stagione l’ho vissuta con un’emozione in più, perché aspettavo mio figlio Noah. Fare quello che si ama e contemporaneamente realizzare un altro bellissimo sogno, ha reso quel set indimenticabile e magico.
Quali sono i tuoi sogni e progetti? Ci sono nuovi ruoli o generi che vorresti interpretare nei prossimi anni?
Sogno di interpretare donne intense, profonde e fragili. Sogno di avere un ruolo che mi dia la possibilità di far uscire fuori tutto il mondo che ho dentro e di lavorare con persone che siamo molto più brave di me, così da poter crescere. Sogno di tornare a fare uno spettacolo a teatro e sul grande schermo. La lista dei sogni è lunga 😉 Per il momento mi vedrete presto nella serie tv targata Mediaset “Alex Bravo – poliziotto a modo suo”, crime comedy in cui vesto i panni di un intrigante avvocato.
Grazie Desirée per l’interessante intervista, un grosso in bocca al lupo per il tuo futuro professionale.
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