Uscito venerdì 1° luglio, dietro il moniker colorato e onirico si cela Luca Bergomi, cantautore e sound designer emiliano che ha scelto Los Angeles come punto di partenza per costruire un immaginario sonoro riconoscibile, stratificato e libero da schemi. Non a caso il suo nome nasce da un delirio animato – la celebre sequenza “Pink Elephants on Parade” del film Dumbo – metafora perfetta della sua musica: allucinata, infantile, lisergica, ma lucidissima nella sua traiettoria estetica.
a cura della redazione
È groove psichedelico ma anche flusso mentale, lingua franca che unisce e disorienta. Un viaggio circolare, costruito su loop raffinati e dettagli produttivi che mostrano l’esperienza di un artista che ha saputo conciliare l’artigianato analogico con l’intelligenza elettronica. La voce di Carlotta Menozzi emerge come eco distante, spirito guida che attraversa questa spirale sonora senza mai cercare il centro.
Il titolo, “Pariah”, non è casuale. Rievoca la casta più emarginata della società indiana, simbolo di esclusione, impossibilità, liminalità. Ma Dumbo Gets Mad ne fa un simbolo esistenziale: “Pariah è una stanza condivisa e una sera qualunque” — così la descrive. Una stanza di passaggi, di destini che si sfiorano senza compiersi. Il pariah moderno non è solo chi è respinto dalla società, ma chi è sospeso nel proprio presente, in attesa di un futuro che sfuma all’orizzonte.
Il brano è una riflessione sulla condizione post-universitaria, sul senso di spaesamento di una generazione che ha studiato il mondo senza trovare posto in esso. Un invito a perdersi, ma con consapevolezza. A galleggiare nel caos con l’orecchio teso verso una melodia che salva.
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