Elena Ventura è pronta a scuotere il panorama musicale con il suo nuovo singolo, “Specchio Riflesso“, disponibile da venerdì 17 gennaio su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica. Con questo brano, l’artista lancia un urlo ironico contro il giudizio facile e le imposizioni, invitando chi ascolta a ribellarsi contro chi tenta di plasmare gli altri a proprio immagine. La sua voce dolce e incisiva accompagna testi che non ammettono mezze misure, sfidando le convenzioni e celebrando l’unicità di ciascuno.
Elena Ventura, nata a Rapallo e formatasi al Conservatorio Niccolò Paganini, è una cantautrice che non solo scrive e interpreta la sua musica, ma insegna anche canto, portando la sua esperienza artistica in ogni ambito. In questa intervista, Elena ci racconta l’ispirazione dietro “Specchio Riflesso” e il percorso che l’ha portata a diventare un punto di riferimento per chi desidera essere se stesso, al di là del giudizio altrui.
a cura di Antonio Capua
Benvenuta Elena, il tuo nuovo singolo è un inno contro il giudizio. Quali esperienze personali ti hanno spinto a scrivere questo brano?
Grazie! Sì, è un inno contro le persone che giudicano senza conoscere le cose, senza sapere bene cosa c’è dietro la superficie. Non ci sono esperienze particolari che mi hanno portato a scrivere un brano di questo tipo però sicuramente il fatto che io abbia deciso di fare la cantante nella mia vita è stata una scelta non condivisa da tutti e, commenti non tanto carini, sono arrivati nel corso della mia vita.
Il testo del singolo è un invito a ribellarsi contro le imposizioni esterne. Come definisci il messaggio centrale che vuoi trasmettere ai tuoi ascoltatori?
Non è tanto un invito, è semplicemente un mio sfogo di fronte a giudizi non richiesti che mi hanno fatto. Poi ovviamente se uno si ritrova nelle mie parole ben venga… alla fine tutti noi ogni tanto veniamo etichettati o giudicati in maniera sbagliata.
Il videoclip, con la sua ironia viscerale, trasforma il giudizio in una satira sociale. Qual è stato il processo creativo che ha portato alla realizzazione di questo concept visivo?
Bella questa domanda. Alla fine il processo creativo è per me la cosa più importante. Allora diciamo che questo brano doveva essere rappresentato in questo unico modo cioè utilizzando l’arma che amo di più e che si ritrova anche in altri miei brani già pubblicati: l’IRONIA. Ci siamo messi li io e il mio piccolo ma meraviglioso team formato da Silvana Fico, video maker, e Nicola Nastos, produttore, e abbiamo pensato che il modo migliore e più semplice per realizzare questo video fosse quello di creare una correlazione con gli haters che scrivono sui social e fanno i gradassi dietro ad una tastiera e da lì rispondere in maniera ironica a queste provocazioni. A quel punto poi abbiamo costruito il resto.
Hai affermato che, nonostante tutto, anche tu cadi talvolta nello stesso errore di giudicare. In che modo questa consapevolezza personale ha influenzato la tua scrittura e la tua interpretazione?
Certo, questo è un altro punto importante. A me piace parlare di caratteristiche dell’essere umano ma non voglio puntare il dito in maniera categorica e assoluta. Tutti noi tendiamo a giudicare a volte senza avere il quadro completo della questione, è insito nell’essere umano e sbagliare fa parte di noi. Quindi come si vede nel video io mi guardo allo specchio e parlo a me stessa non solo agli altri. Inoltre il mio tono di voce nella canzone è giocoso e aggressivo per dare risalto proprio a questo concetto.
Essere se stessi, nonostante il giudizio altrui, è un tema forte in “Specchio Riflesso”. Quanto è importante per te l’autenticità nell’arte e nella vita quotidiana?
Molto. Cercare di essere veri con se stessi e con gli altri è una cosa a cui tengo parecchio Penso che se vuoi costruire dei legami forti e autentici devi esserlo anche se non è sempre facile. È un percorso da fare.
Il singolo esce in un periodo in cui si parla tanto di identità e accettazione. Come vedi il ruolo della musica nel promuovere una maggiore libertà di espressione e individualità?
La musica è un veicolo fondamentale per la libertà e l’individualità. Se non si può essere sinceri e autentici nella musica, allora dove? Una canzone, come qualsiasi opera d’arte o poesia, deve necessariamente smuovere qualcosa dentro chi l’ascolta. Questo può accadere solo quando c’è piena libertà di espressione, altrimenti perderebbe il suo senso più profondo.
Il tuo percorso artistico, dalla formazione in canto jazz al palcoscenico internazionale, ti ha fatto confrontare con culture diverse. In che modo queste esperienze hanno arricchito la tua visione sul tema del giudizio e della diversità?
Ho sempre amato viaggiare e conoscere culture diverse, anche al di là della musica. Cantare mi ha dato l’opportunità di farlo ancora di più, portandomi a confrontarmi con realtà e prospettive differenti. Ogni esperienza all’estero mi ha insegnato qualcosa di nuovo o mi ha fatto apprezzare ancora di più ciò che già conoscevo. È un percorso estremamente stimolante e arricchente, che ha ampliato la mia visione sul giudizio e sulla diversità.
Oltre a scrivere e interpretare la tua musica, insegni canto. Come riesci a trasmettere ai tuoi studenti il valore dell’autenticità e dell’indipendenza artistica?
Non è una domanda semplice. Diciamo che cerco di trasmettere autenticità e indipendenza artistica spingendo i miei studenti a esplorare ogni genere musicale, ad ascoltare senza preconcetti e a interpretare le canzoni in modo personale. Li incoraggio a comprendere a fondo il messaggio di un brano e l’intenzione dell’interprete, per poi esprimersi liberamente, restando sempre fedeli a se stessi.
“Specchio Riflesso” ci invita a uscire dalla comfort zone della normalità. Quali consigli daresti a chi si sente oppresso dal giudizio degli altri e desidera abbracciare la propria unicità?
Direi che, in realtà, le persone amano le diversità e che non bisogna temere di essere se stessi, anzi. So che non è facile, è un percorso che dura tutta la vita – e io stessa continuo a lavorarci – ma quando impari a riconoscerti e a mostrarti per ciò che sei, le persone che contano apprezzano la tua autenticità. Chi invece ti giudica o non ti accetta lo fa spesso per paura, perché vede in te qualcosa che lui o lei non è riuscito a essere.
Quali progetti e nuove direzioni artistiche hai in cantiere? Come pensi di evolvere il tuo percorso mantenendo fede al messaggio di ribellione contro l’omologazione?
Devono uscire altri due brani ma non parlano di questo tema. Prima dell’estate li ascolterete ora non voglio spoilerare nulla!!!
Grazie Elena per il tempo che ci hai dedicato e complimenti per la tua carriera.
Un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti futuri.
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