Elisa Fagà è un’artista versatile, una cantante lirica diplomata, pianista e vocal coach, con una carriera che abbraccia diversi generi musicali e ambiti artistici. Dalla sua passione per la musica, nata fin da bambina, al suo approccio unico nell’insegnamento del canto, Elisa ha costruito un percorso ricco di esperienze artistiche che spaziano dal teatro alla musica contemporanea. In questa intervista, Elisa ci parla delle sue prime influenze musicali, del suo amore per il canto, del suo ruolo di docente alla Torino Musical Academy e dei progetti su cui sta lavorando, tra cui la produzione del musical “Anastasia.”
a cura di Noemi Aloisi
Benvenuta Elisa, sei un’artista poliedrica, come è nata la tua passione per la musica?
Da molto piccola non ero interessata a nessun programma televisivo finché un giorno hanno trasmesso Il Flauto Magico di Luzzati e Giannini. Non mi sono staccata dallo schermo fino alla pubblicità e i miei genitori hanno deciso che non potevano ignorare la cosa. A 4 anni mi hanno iscritta al corso Suzuki di avviamento alla musica ed in seguito a Pianoforte.
Sei diplomata in canto lirico, cosa ti affascina della lirica e cosa ti ha portato a specializzarti in questo ambito in particolare?
Durante gli studi accademici di pianoforte sentivo che qualcosa non era giusta per me. Lo strumento era come un ostacolo, mi allontanava dal pubblico. Un giorno ho scoperto che esisteva il coro del Conservatorio ed è stato amore a prima vista. Chiesi al maestro di poter partecipare al corso, non sapevo nemmeno se avessi una bella voce o meno. Da quel giorno non ho mai smesso di cantare.
Che significa per te cantare?
Cantare è la prima cosa che ho scelto per me stessa. Per me rappresenta la più alta espressione di libertà. Il contatto con chi mi ascolta. Trovare la propria voce è una bella metafora anche nel mondo esterno. Poter essere onesti nel proprio mestiere e nella vita è una lunga ricerca che merita attenzione.
Sei diplomata anche in pianoforte, come ti sei avvicinata a questo strumento?
Come dicevo mi sono approcciata da piccolissima ed ho cominciato il percorso in Conservatorio a 8 anni. Come insegnante di canto e direttrice di musical adesso è la skill più preziosa che ho nel mio bagaglio. Saper suonare bene lo strumento e in generala avere competenze musicali importanti, è davvero la mia arma in più. Mi rende molto indipendente ed è una grande fortuna.
Attualmente lavori come vocal coach, che metodo usi con gli artisti che segui e cosa ti piace di questo lavoro?
Dico spesso che non ho un metodo, se non l’attenzione, la pazienza e l’ascolto. D’altronde ogni persona che viene da me ha esigenze e trascorsi diversi. Non credo nel rifilare a tutti la stessa pillola. Anche se la tecnica è “uguale per tutti”, bisogna capire come arrivarci e come fare breccia. PRIMA REGOLA, il giudizio fuori dalla sala della lezione, SECONDA REGOLA, se qualcosa viene è merito loro, se non viene è colpa mia.
Sei docente alla Torino Musical Academy, cosa speri di trasmettere ai tuoi allievi?
Gioia nel fare il mestiere, trasparenza nel chiedere aiuto, pazienza di non pretendere risultati immediati.
Tra le varie esperienze che hai avuto, ce n’è una che ricordi con piacere?
Ho calcato tanti teatri in tutto il mondo e cantato concerti prestigiosi, però nel mio cuore le esperienze più grandi, da tutti i punti di vista, sono stati quelli con i miei adorati cori amatoriali.
Per me è stata un’esperienza trasformativa. Il luogo nel mondo dove ho trovato i miei amici più cari. Dove sono stata più felice e dove ho imparato il rispetto della voce propria e quella altrui.
Dove ho imparato che è importante il silenzio, tanto quanto il suono.
Consiglio a CHIUNQUE di cantare in coro almeno una volta nella vita.
Come vivi il rapporto con il pubblico quando ti esibisci?
Lo accolgo con gioia, il pubblico mi dà una grande energia, quando è possibile mi piace anche parlarci. Non ho mai avuto “ansia da palcoscenico”, certo a volte si è nervosi e anche molto, ma lo trovo per lo più uno scambio molto piacevole. Credo che la chiave della felicità, sia presentarsi davanti al pubblico con qualcosa di cui essere fieri e per cui si è stati onesti con se stessi.
Al momento stai lavorando ad un progetto in particolare che ci vuoi annunciare?
A settembre ho lavorato tutto il mese alla produzione di Anastasia il musical. È senza dubbio il progetto più grande al quale abbia lavorato come Vocal Coach e di questo devo ringraziare Giovanni Maria Lori, il direttore musicale, che ha creduto in me al punto da affidarmi le voci di professionisti straordinari. Mentre rispondo a questa intervista sono sul treno verso Trieste alla volta dell’inizio della tournée che si concluderà al maggio, proprio per le date di Anastasia.
Come vocalist, interpreti solo la lirica o ti sei mai cimentata in altri generi musicali?
Ho cantato letteralmente qualsiasi cosa, per gioco e anche per lavoro.
Oltre alla lirica principalmente ho lavorato come vocalist di Andrea Laszlo de Simone.
Abbiamo fatto tanta musica, comprese colonne sonore per film. Uno di questi “le Règne Animal” è stato presentato al Festival di Cannes, è stata una soddisfazione personale niente male. Mi annoierei credo mortalmente a fare sempre la stessa musica.
Non voglio pormi limiti se non dettati dalle esigenze del mio strumento e invito tutti a sperimentare.
Grazie Elisa per il tempo che ci hai dedicato
Per saperne di più visita Instagram
TI È PIACIUTA QUESTA INTERVISTA?
Sostienici anche tu con una donazione