Emanuele D’Agapiti: la carriera tra teatro, cinema e poesia

Attore, regista, poeta e promotore culturale, Emanuele D’Agapiti è direttore artistico del Festival di Filosofia della città di Rieti ed ha portato avanti un intenso lavoro su Pier Paolo Pasolini, collaborando con Dacia Maraini e Giovanni Franzoni. La sua carriera passa attraverso molteplici esperienze, tra cui la partecipazione al film “Chi ha incastrato Babbo Natale” di Alessandro Siani con Christian De Sica.

Intervista a cura di Noemi Aloisi
Introduzione a cura di Salvatore Cucinotta


Benvenuto su Che! Intervista, Emanuele. Sei un artista poliedrico, come è nata la passione per la recitazione?
La passione per il teatro è nata con me. Da che ho preso coscienza di essere vivo e presente in questo viaggio sulla terra, il teatro e la poesia sono state le vie di manifestazione.

Il teatro per te è stata una grande scuola che non hai mai abbandonato. Cosa significa per te esibirti?
Prima dell’esibizione c’è lo studio che è essenziale. L’esibizione più che altro è una lode da esprimere, una preghiera da formulare e essere tramite dei messaggi. Per ora la mia missione è qui, poi ci sarà il ritiro totale dalle scene e l’isolamento.

Sei particolarmente legato alla figura di Pasolini, quali sono gli aspetti riguardanti il suo pensiero o il suo essere che condividi?
Pasolini è determinante perché è stato un poeta, uno scrittore, un drammaturgo, un regista, un pittore… una figura fondamentale della mia formazione e della cultura italiana e non solo. Ho fatto i conti per 12 anni con Pasolini, anni nei quali ho costruito lavori teatrali e non solo. L’ho fatto collaborando con grandissimi ospiti, alcuni dei quali non ci sono più, come Giovanni Franzoni, suo amico privato (di Pasolini), con l’amica Dacia Maraini, con cui ancora oggi facciamo delle cose insieme. E’ stato determinante perché questo studio ha fatto scattare in me l’idea di fare delle conferenze animate, dei lavori in cui sono andato a mettere tutto ciò che avevo appreso. In questo contesto abbiamo dato spazio a molte a persone anche di Rieti. Pasolini è stato una forza, una forza creatrice che ancora oggi ci parla. Pasolini, come figura, è sempre stato avanti, e anche oggi è troppo avanti. Aveva già intuito quella che sarebbe stata la deriva dell’uomo occidentale. Sarà sempre determinante per me ripartire da lui.

Parlaci del messaggio che speri di lanciare con i tuoi spettacoli.
Più che messaggi cerco di trasmettere un metodo di lavoro culturale sperando che in futuro possa essere utile ad altri, anche ai più giovani.
Attraverso il teatro, la poesia, le conferenze eccetera, si può rianimare e riaccendere il desiderio di ricucire un tessuto sociale. Solo la cultura e lo spirito possono creare Askesis, perfezionando il sé.

In passato hai fatto basket per svariato tempo. Fare sport ti ha aiutato a formarti anche come persona?
Il basket è assoluta disciplina. Questa base è determinante.

Sei uno degli organizzatori del Festiva di filosofia, parlaci di questo progetto.
Il Festival di filosofia nasce due anni fa, siamo arrivati adesso la terza edizione. Un progetto derivante dall’idea, di mettere insieme in 7/8 giorni, mi progetto che desse voce ai filosofi dei nostri giorni. Lo abbiamo sempre migliorato, alzando il tiro. Ad esempio siamo andati ad inserire all’interno del festival oltre al dibattito, anche il teatro e la musica la sera. Oltre ai filosofi abbiamo dato spazio a letterati e professori. A supportarmi c’è stata la professoressa Annamaria Maggi, figura determinante per il mio progetto. Allo stesso modo anche Cascinani mi ha supportato, sono persone di Rieti che hanno dato un contributo e mi hanno sostenuto. Un evento nel quale abbiamo ospitato grandi nomi come Marcello Veneziani, Marco Guzzi, Diego Fusaro e molti altri. Quest’anno già possiamo anticiparvi che ci sarà Cacciari dunque potremmo confrontarci su varie tematiche.

Hai scritto diverse poesie, che tematiche affronti in questi testi?
Riguardo le poesie, essenziali per me, sono lo specchio di situazioni reali. Cerco di tradurre in versi il quotidiano vivere, cercando i segni metafisici. Non trovo nulla di interessante nel non metafisico.

Hai avuto l’opportunità di recitare al cinema e di lavorare con diversi artisti noti tra cui Cristian De Sica. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Il film a cui ho preso parte di Alessandro Siani, fa parte dei miei lavori svolti al cinema, in televisione infatti non è la prima volta che mi trovavo davanti la macchina da presa. Tuttavia ricordo ancora quando mi ha chiamato e mi ha proposto di fare una parte. Si trattava di una parte importante in quanto interpretavo l’elfo di Babbo Natale interpretato da Christian De Sica. Il risultato finale è stato un film particolare, diverso dai soliti film di Natale. Personalmente, ho lavorato duramente per creare i miei movimenti scenici. Venendo dal teatro ho immesso nel cinema questa mia esperienza, devo dire che mi ha aiutato. Credo che il film sia stato apprezzato dal pubblico, per me è stato un onore lavorare con De Sica e Alessandro, e cimentarmi in questa cosa.

Che rapporto hai con la città di Roma?
Roma sta diventando determinante per ricollocarmi spiritualmente e socialmente. Una città giusta se presa in chiave interiore e di possibilità di fare cultura. Occorre impegnarsi h24 cercando le cause che insegnano ad andare come mercurio colorato. Non arrendersi mai e non fare mai cose che non siano in rapporto con la nostra meta.

Ci sono dei progetti a cui stai lavorando che ci vuoi anticipare?
Qualcosa c’è, un grandissimo progetto che spero sia una bella sorpresa per settembre. Intanto però portiamo avanti il lavoro di Comunicazioni sociali insieme alle associazioni con cui collaboro. Sto già lavorando alla terza edizione del Festival di Filosofia che sarà un ulteriore passaggio. Poi spero di far uscire il mio nuovo libro senza nessuna casa editrice o produzione ma solo artigianato poetico da donare ad offerta durante gli spettacoli. Vengo dal teatro di strada e quella via maestra resta determinante.

Grazie per il tuo tempo Emanuele! Continua a seguirci su Che! Intervista.

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