Il diritto al riposo in un’Italia che ha dimenticato come fermarsi

Con un sound ispirato allo Yacht Rock californiano, il cantautore partenopeo racconta le piccole gioie che resistono al logorio della vita moderna: “Animale ‘e Città” è un invito collettivo a rallentare e ritrovare il senso del tempo vissuto per sé.

a cura della redazione


Eric, benvenuto su Che! Intervista. “Animale ‘e Città” è molto più di una canzone: è una dichiarazione d’intenti. Da dove nasce l’urgenza di scrivere un brano che rivendica il diritto al tempo libero, alla leggerezza, al riposo?
Salve, grazie mille dello spazio dedicatomi. Il brano è nato nel 2018, un anno di transizione in cui ero impegnato in un progetto musicale che per vari motivi mi procurava più stress che piacere, facevo avanti e indietro tra Napoli e Salerno per seguire i corsi dei CFU per insegnare, tenevo un corso pomeridiano di chitarra in una scuola media e vivevo l’incertezza della precarietà lavorativa. Tutto questo andava a minare molto tempo che avrei voluto impiegare per divertirmi un po’ o anche solo per lavorare alla mia musica. In retrospettiva, pensando a quel periodo, credo ‘’Animale ‘e Città’’ sia nata come risposta emotiva a tutto quello che stava accadendo. Nella canzone scrivo di uscire per ‘’sbariare un po’ ’’ perché era ciò di cui avevo bisogno, ed è forse la prima cosa che feci una volta liberatomi da tutte quelle ‘’gabbie’’. 

Il titolo evoca un’identità urbana, quasi primitiva, che lotta per sopravvivere nella giungla moderna. Chi è, per te, questo “animale di città”?
Credo che l’animale di città sia chiunque vive il luogo e conosce tutte le difficoltà quotidiane che da esso derivano. Un lavoratore, uno studente o una persona che non vede nessun tipo di prospettiva futura. Da questo punto di vista, senza nessuna distinzione, siamo tutti animali di città che si ritrovano in questa giungla con l’opportunità di condividere in momenti di spensieratezza gioie e delusioni.    

Il brano fotografa un momento preciso della settimana: l’inizio del weekend. Perché hai scelto proprio questo frammento temporale come spazio di liberazione e autenticità?
Perché quando ho scritto questa canzone, per fare tutto quello che stavo facendo, erano proprio i weekend che andavo a sacrificare. Il brano è di fatto il racconto di una necessità, che sentivo in prima persona, e poi qualcosa con cui la maggioranza delle persone può empatizzare.

In una società che spesso misura il valore delle persone in base alla loro produttività, quanto pensi sia sovversivo, oggi, cantare la gioia come forma di resistenza?
Penso che possa essere un buon modo per combattere la tossicità societaria del nostro tempo. Spesso per farlo molti miei colleghi puntano sul ‘’tormentone’’, io stavolta ho scelto di fare lo stesso, ma dando al tutto uno spessore contenutistico.

Musicalmente, hai scelto sonorità luminose e ariose, ispirate allo Yacht Rock. In che modo questo genere ha influenzato il tuo approccio compositivo e cosa ti affascina di questa estetica sonora?
Quello oggi volgarmente chiamato come Yacht Rock, altro non è che il Soft Rock di matrice Soul divenuto famoso negli anni 70, ed è un genere che amo da sempre. È quel tipo di musica con cui ho sempre accompagnato le mie giornate di relax e spensieratezza, quindi adottarla per le mie produzioni e per questo nuovo corso è semplicemente una scelta consapevole e coerente. Del resto questo nuovo album, da cui ‘’Animale ‘e Città’’ è tratto e che uscirà nel corso di quest’anno a suon di anticipi e singoli, è un concept che racconta i piaceri che l’uomo concepisce come tali, quindi un genere come quello proposto è assolutamente adeguato ed è stato mantenuto su tutti i brani di questo nuovo lavoro discografico. Ad ispirarlo sono stati gruppi e artisti del calibro di Steely Dan, The Doobie Brothers, Toto, Pages, Kenny Loggins, Eagles, Joseph Williams, The Beach Boys e George Benson.

Il videoclip è ambientato a Bagnoli e popolato da volti familiari, amici, persone reali. Che importanza ha avuto per te raccontare una Napoli lontana dagli stereotipi, fatta di comunità e quotidianità?
Personalmente cerco di tenermi sempre lontano dalla ‘’cartolina’’, perché inseguo sempre il concetto di originalità. Con il videomaker Michele De Angelis, ormai stretto collaboratore, abbiamo pensato che raccontare una situazione reale sarebbe stata quella mossa vincente per avvicinarci anche al concetto di empatia con il pubblico. Ecco perché, a tutti gli amici e parenti convocati per il video come comparse ho detto ‘’vestiti come ti vestiresti il sabato sera, è una normale uscita solo che siamo filmati’’. E così anche molte scene di video risultano reali, come quella in cui telefono, li stavo realmente parlando con una delle comparse per ricordargli luogo e orario di appuntamento. La scelta di Bagnoli è stata dettata dal fatto che è uno dei miei luoghi di svago, l’ho infatti spesso mostrato anche in passato in precedenti video o copertine. Ma al di là di ciò andava mandato anche un messaggio forte: nonostante i recenti eventi sismici che hanno ferito la zona Flegrea, i suoi abitanti non vivono di disgrazie ma sanno come divertirsi. Come effetto di contrasto con la situazione reale poi, d’accordo con Michele, ho voluto applicare questo filtro fumettato sul video per farla sembrare irreale, cosa che, contro qualsiasi mia aspettativa, ha colpito molto l’attenzione.

Nel testo citi la risata di chi “nun tene ’a mesata”. Quanto è importante, per te, dare voce anche a quella parte di città invisibile, precaria, che tuttavia continua a vivere con dignità?
È una parte di città che conosco molto bene. Avendo frequentato per anni il centro storico ho avuto modo di conoscere molte persone che posso identificare in quella frase, tanto da materialmente pensare a ognuno di loro quando l’ho scritta. È giusto che abbiano voce in capitolo, perché rappresentano anche un modo diverso di vedere l’esistenza. Sono quelli che non avrebbero motivo per ridere ma lo fanno lo stesso, ed è proprio questo spirito che nei momenti più difficili ha sollevato anche me.

“Animale ‘e Città” sembra segnare un cambio di rotta nel tuo percorso artistico, verso una visione più luminosa. Cosa ha ispirato questa nuova fase e cosa possiamo aspettarci dal tuo prossimo album?
Come già detto in precedenza finora ho narrato di guai, se i miei ascoltatori non sono ancora scappati tutti allora adesso avranno modo anche di vedere la parte più spensierata di me. Questo concept album raccoglie il modo di vedere l’esistenza secondo il piacere, quindi tutti i brani che ne fanno parte hanno un tipo di approccio e feeling ‘’godereccio’’. È un disco che porterà nel titolo la dicitura ‘’pt. I’’ perché voglio scrivere anche una parte II andando a trattare di altri piaceri non affrontati in questo album.

La tua musica è fortemente radicata nella realtà sociale, ma non rinuncia mai alla poesia. Come riesci a mantenere questo equilibrio tra concretezza e immaginazione nei tuoi testi?
Penso sempre ad un discorso di proposta contenutistica qualitativa. È importante esporre determinati concetti e farlo con poesia, perché in questo momento nel nostro paese c’è davvero poco da questo punto di vista. Vengo da una scuola di pensiero autoriale più vecchia di quella odierna, ho provato anche a capire quella ‘’nuova’’, e l’ho compresa, ma la trovo molto banale e non la condivido.

Se potessi lasciare un messaggio inciso nella mente di chi ascolta “Animale ‘e Città”, quale sarebbe? Cosa vorresti che restasse anche dopo l’ultima nota?
La volontà di riascoltarla. È un brano orecchiabile che cattura l’attenzione e non il solito tormentone. Una canzone da classifica ma ‘’diversa’’.

Grazie Emanuele e complimenti per la tua carriera artistica!

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