Quando incontri Fabio Villa per la prima volta l’impatto visivo e quello del classico funzionario di banca. Giacca e cravatta, bonario, rassicurante, pronto a farti un finanziamento al miglior tasso che si possa offrire. Poi leggi il suo curriculum … E’ vero che ha lavorato in banca per 39 anni (ora è felicemente in pensione) ma è anche vero che è da cinquant’anni nel mondo delle radio libere, giornalista dal 1997, autore radiofonico e televisivo, diplomato al Centro teatro attivo dal 1985 di Milano e regista di due cortometraggi. Conosciamolo più da vicino con qualche domanda.
Benvenuto Fabio! Hai iniziato giovanissimo …
Avevo 13 anni ed ero timido e parlavo pochissimo. Un compagno di scuola per prendermi in giro disse “ Per come parli tu … andresti bene nelle radio libere” Ci fu una risata generale ma io presi quella battuta come una sfida … Cinquant’anni dopo siamo qui a parlarne!
Radio, televisione, serate … come sei riuscito a fare tutto?
Con curiosità e passione. Con il carattere che mi ritrovo se una cosa mi piace voglio saperne e conoscerne il più possibile. Ho iniziato facendo radio, creando spot pubblicitari ed imparando i tempi della regia radiofonica. Una volta imparato tutto questo che cosa si poteva fare ancora? Imparare a stare sopra un palcoscenico, fare serate. infine la regia … prima teatrale … poi televisiva. Iniziai a girare i primi video, il debutto televisivo nel 1986 a Studio 5 sulle reti Mediaset fino al boom di “ Scherzi a parte” dal 93 al 95. Nel 1997 è arrivato il giornalismo, la collaborazione con diverse testate locali e nazionali ed infine il giornalismo televisivo. La cosa divertente è che ho fatto tutte queste esperienze bilanciandole con il lavoro in banca. Non è stato facile.
Hai creato alcune trasmissioni radiofoniche considerate “di culto ” dagli addetti ai lavori. Un paio vanno in onda da oltre trent’anni…
Si è vero. Come dicono gli amici napoletani “ I figli sono piezz’ è core” e io considero le mie trasmissioni come dei figlioli. “Non solo dance” raccoglie il meglio della musica anni 70/80/90 e va in onda la domenica sera. Mentre il sabato mattina vado in onda con Prima pagina e dintorni con musica, notizie ed interviste su Radio Cernusco stereo 93.9 MHZ ed in diretta streaming Nazionale dal sito RCS939.IT.
Entrambe le trasmissioni sono nate nel secolo scorso. Correva l’anno 1993.
A “Prima pagina e dintorni” intervisti sia personaggi di livello Nazionale che a KM zero…
Io e Ivan Teppa Arienti ( mio regista da oltre 30 anni) abbiamo iniziato la trasmissione analizzando e commentando le prime pagine dei giornali. Giornalisticamente parlando a quel tempo non lo faceva nessuno. La trasmissione prese subito piede e ci fu chiesto se potevamo inserire nel programma delle interviste a nuovi autori che arrivavano sul mercato con i loro nuovi lavori letterari e discografici. Dato che me piace provare nuove soluzioni radiofoniche ho accettato di buon grado di andare in quella direzione. E’ andata alla grande. Da tanti anni a questa parte diversi nomi importanti sono passati da Prima pagina e abbiamo continuato a dare spazio in modo parallelo agli autori locali a km zero.
E per quanto riguarda la TV?
Con la TV ho un rapporto alterno e piacevole. Ogni tanto mi arrivano delle proposte che valuto con attenzione. Come per la radio mi piace occuparmi di tutte le fasi della realizzazione del prodotto. Dalla pre-produzione alla post-produzione. L’ultimo lavoro “ Parole in musica” creato insieme alla collega Francesca Boragno va in onda da un paio d’anni sul canale 79 del digitale terrestre OneTv ogni venerdì sera alle 21 ( in contemporanea con il nostro canale gemello 179 Lombardia1). In questo caso parliamo con tanti ospiti in studio ogni settimana di musica, cultura e letteratura con la leggerezza che ci contraddistingue. Registriamo il format in una galleria d’arte. Quale set migliore per una trasmissione come la nostra?!
Ritorniamo alla musica. Cosa ne pensi delle produzioni di oggi?
Vedi, per “ un ragazzo del secolo scorso” come me le produzioni che si ascoltano per radio o nei locali oggi non lasciano il segno. Se ti chiedo di dirmi le tre canzoni più ascoltate di tre anni fa, te le ricordi ? E’ musica di largo consumo che dura una stagione o per dirla come un verso dell’ultimo brano dei Coma Cose “Durano lo spazio di un temporale” . Se vai una sera in discoteca cosa balli più volentieri: la dance di oggi o il momento revival 70/80/90? Questo dovrebbe far meditare i produttori musicali. Meno musica prodotta con lo stampino e più musica “ suonata”.
A questo punto ti devo chiedere la tua opinione sull’intelligenza artificiale applicata alla musica …
Come in tutte le cose bisogna usare quello che si chiama grano salis. L’intelligenza artificiale deve essere utilizzata a supporto della creatività che rimane prerogativa solo ed esclusivamente della razza umana. E’ l’uomo a possedere la scintilla dell’ingegno e dell’intuizione. Questa cosa non deve essere sostituita nel modo più assoluto dalle macchine.
Non trovi che andare in TV a parlare di cultura, letteratura e musica sia un azzardo?
Direi proprio di no. In un periodo in cui di brutture ne sentiamo e ne vediamo parecchie preferisco essere una mosca bianca. Certo, non faremo ascolti da capogiro ma con i miei collaboratori so di portare avanti con orgoglio argomentazioni che vengono seguite da un nocciolo duro di ascoltatori e che tutto il lavoro fatto in questi anni non è stato vano.
Volendo concludere?
Vi aspetto graditi ospiti radiofonici e televisivi.
Grazie Fabio per il tuo tempo! Complimenti per la tua super carriera!
Tienici aggiornati! Continua a seguirci su Che! Intervista.
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