Fabrizio Eleuteri: dietro le quinte del successo tra Cinema, TV e Recitazione

Dalla passione per il teatro nata in un laboratorio parrocchiale, fino alle prestigiose collaborazioni con registi come Dario Argento e Carlo Verdone, il suo viaggio è un mix di dedizione, studio e passione. Con ruoli intensi, esperienze sul set accanto a star internazionali e la capacità di recitare in più lingue, Fabrizio incarna l’essenza dell’attore contemporaneo. Oggi, tra il successo del programma Citofonare RaiDue e i progetti futuri, ci racconta la sua straordinaria carriera.

Intervista a cura di Noemi Aloisi
Introduzione a cura di Salvatore Cucinotta


Benvenuto, Fabrizio! È un piacere averti con noi. Partiamo dalle origini: come è iniziato il tuo viaggio nel mondo della recitazione e cosa ti ha spinto a seguire questa strada?
Mi ha spinto “il Sogno” o il “fuoco sacro”, cioè quell’esigenza di esprimere ciò che hai dentro davvero e che vuole uscire fuori. Come tutti i sogni va coltivato quotidianamente e rinforzato dagli studi, niente viene fuori bene senza il sudore della fronte. Ho iniziato questo percorso in un laboratorio teatrale parrocchiale, al Don Bosco, lì ha cominciato a prendere forma il sogno.

Hai studiato presso il laboratorio Don Bosco con Carlo Nanni. Quali sono stati gli insegnamenti più importanti che hai tratto da questa esperienza formativa?
Il rettore Nanni amava l’arte in generale ed il cinema più di tutto, perciò ci ha messo a disposizione dei grandi maestri teatrali coi quali abbiamo seguito diversi seminari e masterclass. Tutto questo ha contribuito a formarmi artisticamente. Tra gli insegnamenti più importanti c’era quello che portava avanti anche Carmelo Bene: annullarsi, l’attore si annulla perché è il personaggio che deve prevalere.

Hai lavorato accanto a star internazionali come Kevin Spacey ed Eric Roberts. Quali sono state le sfide e le emozioni di recitare in un contesto così prestigioso?
Ho avuto questa grande opportunità che mi ha galvanizzato per tutto il tempo delle riprese. La sfida è stata apprendere il più possibile da questi giganti della recitazione da una parte, mentre dall’altra c’era la questione di far vivere Mario (il mio personaggio) il più possibile dentro a quel set per potersi esprimere ed incarnarsi tramite me dentro quella atmosfera, per poter essere più credibile ad ogni ciak battuto.

Uno dei tuoi ruoli più intensi è stato accanto a Jane Alexander in The Contract. Come ti sei preparato per interpretare un personaggio emotivamente complesso?
Mario è un grande amico del personaggio che interpreta Jane Alexander, le vuole molto bene ed è anche iper protettivo. La sfida è stata quella di far apparire discretamente questo istinto protettivo per non scadere nel cliché del personaggio visto e rivisto. Da lì volevo che si evidenziasse uno stato di finta tranquillità fino all’inquietante stato di angoscia e disperazione per le scene più forti che la trama ci farà vivere.

Hai collaborato con registi del calibro di Dario Argento e Carlo Verdone. Cosa hai imparato da questi maestri del cinema e come hanno influenzato il tuo approccio alla recitazione?
Il primo set con Dario Argento è stato davvero emozionante perché sono cresciuto con tutti i suoi film, avendo amato la trilogia degli animali ed in primis il suo capolavoro del ’75 Profondo Rosso. Essere diretto da lui è stato pazzesco. Dario è meticoloso e sa cosa vuole, perciò se ci entri in sintonia è più facile svolgere il tuo lavoro. Carlo Verdone è più paterno, più dolce… anche i suoi film hanno rappresentato la mia infanzia e adolescenza. Carlo ti lascia molto spazio, ti stimola e costruisce con te il personaggio, è un generoso ed un grande regista.

Parli fluentemente diverse lingue e hai recitato in film come Crociere di Nozze. Come gestisci il passaggio tra recitare in italiano e in altre lingue?
In The Contract ho recitato in inglese, in Ein Kreuzfahrt ins Glück in tedesco, ma mi fa poca differenza… per me esiste solo il personaggio ed il copione. Quando leggo la sceneggiatura mi ci tuffo dentro e la rileggo più e più volte, finché parto coi pensieri e provo a contestualizzare il mio personaggio in quella situazione, in quel contesto e provo ad arricchirlo di sfaccettature e retropensieri. Poco cambia se poi va recitato e raccontato in un’altra lingua.

Attualmente fai parte del cast di Citofonare RaiDue per la terza stagione consecutiva. Com’è lavorare in un format televisivo così dinamico e cosa rende questa esperienza speciale per te?
Lavoriamo costantemente in diretta, abbiamo il pubblico in studio e siamo su RaiDue, ci vede tutta Italia dalla domenica mattina fino all’ora di pranzo. È molto divertente ma assume una grande responsabilità perché non ci sono secondi ciak. Ho stretto diverse amicizie in questo gruppo: dagli autori, alle conduttrici, alla band musicale e agli altri personaggi di questo fortunato format. È davvero un’isola felice.

Hai ottenuto riconoscimenti importanti, come il premio per i cortometraggi sul web. Quanto è cambiato il panorama attoriale con l’avvento delle piattaforme digitali?
Il panorama attoriale non è cambiato tanto per l’avvento di queste piattaforme digitali, ma il post Covid è totalmente diverso dal pre Covid. Ora i provini sono quasi sempre in self-tape, e temo che la performance risenta di questo strumento. Credo anche che chi analizza questi filmati sia meno coinvolto, e c’è il rischio di sbagliare i casting.

Sei il volto di grandi campagne pubblicitarie, da Barilla a Poste Italiane. In che modo recitare in spot pubblicitari differisce dal lavorare in film o serie televisive?
Lavorare in un grande spot è molto divertente perché tutta la troupe è pronta a dare il massimo in pochissimo tempo. La concentrazione, se possibile, è ancora maggiore rispetto a una scena di film o fiction. Il risultato finale deve essere il più accattivante possibile perché in pochi secondi va raccontata una storia intera che resti impressa nella mente del consumatore.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e c’è un progetto specifico che sogni di realizzare?
Voglio dare il massimo fino a fine stagione per la trasmissione Citofonare RaiDue. Inoltre, ci sono altri due spot interessanti che sto per girare. Il sogno sarebbe essere protagonista in un film, e sto lavorando duramente anche per questo.

Grazie Fabrizio del tempo che ci hai dedicato e complimenti per la tua carriera!
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