Floriana, artista polistrumentista e compositrice, ci accompagna in un viaggio straordinario attraverso le sue esperienze musicali e artistiche. Dall’infanzia in cui il padre la introduce alla musica, fino ai suoi concerti in Giappone e Cina, Floriana ha vissuto intensamente il palcoscenico e la creazione musicale. Con i suoi album Halite ed Errante, ha trasformato la sua arte in un messaggio di impegno sociale, mentre con iniziative come “La voce della Terra” ha dimostrato la potenza della musica come strumento di sensibilizzazione ambientale. In questa intervista, Floriana ci racconta il suo percorso, l’amore per la pittura e il desiderio di usare la sua voce artistica per fare la differenza nel mondo.
a cura di Noemi Aloisi.
Benvenuta su Che! Intervista Floriana.
Sei una un’artista polistrumentista, suoni infatti sia il piano che il flauto. Quando hai iniziato a suonare, e come mai hai scelto questi due strumenti?
Salve amici di Che! Intervista e grazie per questo spazio. Avevo nove anni quando mio padre, anche lui musicista, mi regalò un flauto ed un pianoforte. Lui è trombettista e direttore di banda, quindi sin da piccina la musica è sempre stata nell’aria di casa. Proprio con lui ho cominciato a studiare musica fino all’ammissione in conservatorio e ai rispettivi diplomi. Ricordo le infinite ore di studio, i viaggi dal mio paesino per raggiungere il conservatorio, le tante rinunce e la dedizione. Studiare due strumenti principali era abbastanza raro e molte volte mi è stato detto di dover scegliere tra uno dei due, ma non avrei mai potuto farlo. Entrambi fanno parte della mia vita.
Hai partecipato a diversi concorsi Nazionali, Europei e Internazionali. Come ti senti quando partecipi a una competizione?
Ho partecipato al mio primo concorso nazionale dopo solo un anno di studio. Ero così piccola che non percepivo alcuna tensione. Da quel momento non mi sono più fermata: confrontarmi nelle competizioni mi è sempre piaciuto e, nella maggior parte dei casi, l’ho fatto con entrambi gli strumenti. Da adolescente ho partecipato a più di 100 concorsi, un’esperienza che mi ha aiutata a sviluppare un buon rapporto con il palcoscenico. Sono favorevole allo stimolo della competizione sana, fondamentale per la crescita artistica e una grande opportunità per viaggiare e conoscere altri musicisti.
Come flautista hai avuto l’opportunità di suonare in diverse orchestre. C’è un’esperienza in particolare che ti ha lasciato un ricordo indelebile o che ha segnato il tuo percorso artistico?
Sicuramente le prime esperienze in orchestra, subito dopo il diploma, sono quelle che sono rimaste impresse proprio per la loro unicità. Scoprire cosa significa quello che hai sempre immaginato, com’è complesso ma estremamente gratificante fare musica insieme agli altri. Ancora oggi, ogni concerto lascia ricordi ed emozioni uniche.
Sei anche una compositrice. Cosa ti guida quando componi?
Le mie visioni. È qualcosa che non riesco a spiegare. Succede, quando sento di dover esternare qualcosa, di sedermi al pianoforte. Il resto viene da sé, senza schemi, senza pianificazioni. Tutto questo mi emoziona molto.
Hai avuto diverse esperienze internazionali, tra cui esibizioni in Giappone e Cina. Cosa ti ha lasciato questa avventura in Oriente dal punto di vista personale e artistico? Hai avuto anche l’opportunità di esplorare la cultura locale durante il tuo viaggio?
Sono state esperienze bellissime e fondamentali per conoscere ed arricchirmi. Tutto quello che ho visto e sentito l’ho poi riportato nella mia musica, sotto forma di suoni e storie. Sono una persona curiosa ed entusiasta di vivere nuove avventure. Sono grata per questo dono creativo che riesce a portarmi in altre dimensioni, soprattutto quando ne ho bisogno.
“Halite” è il nome del tuo primo album ed è subito un successo. Come descriveresti il sound? Ci sono dei generi che lo caratterizzano?
Halite è il nome del mio primo album per pianoforte solo in veste di compositrice, un progetto elettrizzante, soprattutto perché nato in un momento in cui il mondo sembrava essersi fermato, durante il primo lockdown. Questo album è nato nel silenzio sospeso all’interno di una miniera di sale ed ogni brano rappresenta per me una storia, una visione. Non amo definire o spiegare la mia musica, lascio che sia l’ascoltatore ad immaginare in piena libertà, senza condizionamenti.
Segue poi l’album “Errante”. Quali tematiche vengono affrontate in questo progetto?
“Errante” è nato da un profondo desiderio di mettere la musica a disposizione di una causa importante. Abbiamo la responsabilità, nel nostro piccolo e in qualità di artisti, di scegliere come usare la nostra voce. Con questo album ho scelto di sostenere Mediterranea Saving Humans per supportare il loro lavoro di soccorso di vite umane nel Mar Mediterraneo. L’album racconta la condizione “errante” dell’essere umano, concentrandosi su chi è costretto a compiere viaggi, non per scelta, ma per necessità.
Sei attenta anche all’ambiente e, infatti, con Legambiente hai ideato il flash mob “La voce della Terra”. Raccontaci questa iniziativa.
Il filo conduttore, anche per questa iniziativa, è sempre la musica come veicolo di propositi importanti. Ho realizzato due edizioni del flash mob “La voce della Terra è ogni giorno” in occasione della Giornata Mondiale della Terra, portando in piazza un pianoforte elettrico alimentato dall’energia generata dalle pedalate di volontari su una bicicletta. Questo gesto rappresenta la sinergia tra uomo e ambiente e dimostra come piccoli gesti quotidiani possano contribuire a una maggiore consapevolezza verso il pianeta.
Nel 2022 hai vinto negli USA gli “Akademia Music Awards”. Te lo aspettavi?
Assolutamente no! Ho inviato la mia candidatura con il brano “Miss Flofelì” e poco tempo dopo è stato selezionato come vincitore nella categoria “musica originale”. Questo è stato uno dei progetti più divertenti che ho realizzato. Se siete curiosi, vi invito a guardare il videoclip su YouTube!
Nel 2024 hai inaugurato la tua prima personale di pittura “Di altri mondi”. Parlaci di questa passione.
La passione per la pittura è nata casualmente da un regalo di una scatola di acquerelli. Oggi posso dire che esplorare il colore mi ha offerto un diverso linguaggio per comunicare emozioni e sensazioni. La mostra “Di Altri Mondi” rappresenta la mia prima personale in questo campo. È un percorso sonoro ed emozionale tra colore e suono, dove ogni opera racconta una storia.
Grazie infinite per il tempo che ci hai dedicato Floriana, continua a seguirci su Che! Intervista
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