Francesco Caprara, batterista, produttore e co-fondatore di Coffee Studio Records e Coffee Studio Label, ha alle spalle una carriera ricca di successi e collaborazioni di prestigio. Fondatore della band La Scelta, con cui ha trionfato al Festival di Sanremo, Caprara ha fatto della musica non solo una professione, ma anche uno strumento di cambiamento sociale, come riconosciuto da Amnesty International. In questa intervista ci racconta i suoi inizi, le sfide creative, l’evoluzione della sua carriera.

a cura di Noemi Aloisi


Benvenuto, Francesco, e grazie per essere con noi. Partiamo dal principio: cosa ti ha spinto a scegliere la batteria e le percussioni come strumenti d’espressione artistica?
Ciao a tutti…!
Quando avevo otto anni ebbi un incontro folgorante con un grande della musica italiana. Mi trovavo con mio padre in un famoso negozio di musica Romano per comprare un pianoforte verticale ed iniziare così a studiare pianoforte, quando a un certo punto ci fermammo a sentire questo pianista che stava provando un Furstenberg, un pianoforte molto adatto per iniziare a studiare. Rimanemmo a sentirlo suonare per un po’ finché si è girato e guardandoci ha esclamato “chist’ tene na bella voce” …. Quel grande pianista era Renato Carosone. Rimanevo sempre affascinato dai musicisti perché in casa mio padre mi faceva ascoltare tanta bellissima musica quindi i miei miti erano già solo musicisti. Una volta fatto qualche anno di pianoforte vedendo un video di un gruppo famosissimo inglese, i Queen, ho capito che il mio strumento era la batteria.

Guardando indietro agli inizi della tua carriera, come descriveresti il periodo delle prime collaborazioni con gruppi rock, funk e jazz? Ci sono ricordi o episodi che ti hanno segnato particolarmente? 
Una delle cose più belle del passato era proprio che potevi andare per locali ad esibirti in Jam  Sessions organizzate da altri musicisti. In una di queste serate sono stato notato, premetto che ancora facevo il liceo. Qualche giorno dopo mi hanno chiamato in Tour con una band molto famosa di allora, i Ragazzi Italiani. La cosa fantastica è che avevo 19 anni in quel tour…Il grandissimo Gegè Telesforo, che noi tutti conosciamo bene mi volle per una produzione di una cantante molto brava, come potete immaginare il livello musicale era altissimo e questo mi ha dato l’opportunità da subito di imparare a lavorare, cosa fondamentale in questo mestiere dove il ruolo del Batterista è spesso quello che deve richiedere più esperienza. Da questo evento ho capito il mio posto nel mondo…

Nel 2004 hai fondato il Coffee Studio Records. Qual è stato il percorso che ti ha portato a creare il tuo studio di registrazione e quali sfide hai affrontato per farlo crescere. 
Da quando ho iniziato a suonare la batteria ho avuto la fortuna di sperimentare da subito la mia creatività, ho sempre pensato di fare musica per poi riuscire a scriverne molta inedita, iniziando da subito un percorso fatto di canzoni nuove, composte di volta in volta con le band fantastiche che ho avuto da giovane, sono stato da sempre naturalmente predisposto per la musica originale. Di conseguenza, avere un posto dove potessi suonare la batteria e nello stesso tempo cominciare a imparare i segreti della registrazione, è stato sempre un altro sogno da realizzare. Quando abbiamo fondato La Scelta, la mia band, è stata una necessità naturale creare il Coffee Studio. 

Nel corso degli anni hai collaborato con artisti di rilievo come Ron e Patty Pravo e tantissimi altri, Qual è l’aspetto che più ti ha arricchito di queste esperienze?
Ogni artista porta con sé un bagaglio di esperienze unico ed incredibile… ognuno ha il suo talento… il suo sound… quello che cerco anche io nella musica con La Scelta, ed ognuno di questi artisti con cui ho collaborato e sono tantissimi davvero, mi hanno insegnato tutto..il
Musicista che sono oggi lo devo a tutte le persone con cui ho collaborato…la musica è uno scambio. 

Il progetto con la band La Scelta ha portato il gruppo a vincere il Festival di Sanremo nel 2008. Cosa ha significato per te questo traguardo e cosa ha comportato a livello professionale?
Immaginate di voler fare da sempre musica inedita, di riuscire a farla bene con quattro amici che suonano insieme legati dall’amicizia e dalla forza della musica che fanno e raggiungere l’obiettivo di arrivare sul palco più importante italiano insieme senza compromessi, con una canzone interamente composta scritta arrangiata insieme, oltretutto ancora profondamente attuale. Ed arrivare così in alto sul podio penso sia la cosa più bella che possa accadere nel nostro lavoro.

A livello professionale è stato un grande lancio per tutti noi.

Sei stato invitato all’Università di Tor Vergata per una conferenza sulla tecnologia applicata alla musica. Come pensi che la digitalizzazione abbia cambiato il rapporto tra musicista e produzione musicale?
Un ricordo molto bello, nel quale mi concessero questa grande opportunità di parlare ai giovani della cosa che più amo fare. L’epoca in cui viviamo è la rivoluzione tecnologica… siamo in piena era digitale… dobbiamo avere la coscienza che sono strumenti per migliorare la condizione umana su ogni aspetto ma non devono disumanizzarci..o sostituire l’uomo… 

Nel 2022 hai fondato con Mattia Del Forno l’etichetta Coffee Studio Label. Quali obiettivi vi siete posti e cosa rende unico questo progetto nel panorama musicale?
Dopo anni di musica è un processo che definisco quasi inevitabile… creare una etichetta era ormai solo Questione di firme perché di fatto lo eravamo da sempre… i nostri obiettivi sono sempre gli stessi…creare musica e fare dischi per noi e per tanti altri artisti che si affacciano nel mondo della musica… mi piace fare i primi lavori di un’artista sono i più veri. 

Oltre al ruolo di musicista, sei anche produttore e arrangiatore. Qual è l’aspetto del processo creativo che più ti affascina quando lavori in studio con nuovi talenti?
Ogni artista arriva in studio con il suo mondo, il suo suono, il sogno… ecco noi lo aiutiamo a realizzare il sogno… È un grande privilegio essere in questo lato della musica..

Curiamo tutto della parte artistica, ma si studia anche come presentare la propria musica. Ci piace curare ogni aspetto dall’audio ai video clip che spesso realizziamo da soli.

Porti avanti un intenso impegno sociale, riconosciuto anche da Amnesty International. Cosa ti motiva a fare della musica un veicolo per il cambiamento sociale?
Quando fondammo la band lo facemmo proprio per avere la possibilità, con i testi e con la musica, di affrontare ogni argomento che possa scaturire una riflessione. Parliamo della realtà di quello che viviamo ogni giorno nel nostro contesto.. delle innumerevoli ingiustizie sociali che permeano la società. 

Con un’esperienza ormai consolidata alle spalle, quali sono i tuoi sogni e progetti futuri? C’è un’area della musica o un tipo di collaborazione che ti piacerebbe esplorare?
Progetti futuri… dischi e tour il più possibile e come artista vorrei suonare un giorno con i Queen, chissà… 

Grazie Francesco ed un grosso in bocca al lupo per il tuo lavoro
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