Con il suo primo album “Noi Siamo la Fantascienza”, Francesco Mauro, in arte FM, propone un’esperienza sonora che va oltre il semplice ascolto musicale. Attraverso otto tracce che mescolano narrazione, introspezione e critica sociale, Mauro esplora le crisi identitarie e generazionali della società contemporanea. Con un sound new wave e testi recitati più che cantati, l’album si presenta come un ritratto personale e politico, mettendo in discussione il presente e invitando alla riflessione su ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.
Il debutto di Francesco Mauro, Noi Siamo la Fantascienza, è un lavoro che colpisce per la sua capacità di fondere riflessioni sociali e personali in un universo sonoro avvolgente. Mauro, sotto il nome di FM, ci offre un album dove la musica è politica non tanto nei suoni, quanto nei contenuti. I suoi otto brani formano un viaggio introspettivo che, attraverso racconti minimali, esplora crisi d’identità, eredità generazionali e il senso di alienazione della società contemporanea.
Le tracce non sono semplicemente cantate, ma recitate con una forte impronta new wave. Mauro crea un’atmosfera quasi fantascientifica, dove le parole danzano tra storie personali e riflessioni sulla disgregazione sociale e culturale. Questo approccio si riflette fin dall’inizio, con la traccia Noi (gli amici) che introduce il tema della disgregazione dei valori e del peso emotivo ereditato dalle generazioni precedenti. Il tutto si svolge su un tappeto sonoro che mescola sintetizzatori e trame elettroniche minimali, creando un senso di intimità e alienazione al tempo stesso.
Brani come Tangram e Questo male si chiama italiano sono analisi pungenti di un’Italia in bilico, tra il passato e il futuro, tra i sogni infranti e l’inesorabile declino delle istituzioni sociali. La narrazione di Mauro diventa lo specchio di una generazione che cerca di dare un senso al caos in cui si trova. Ogni brano sembra essere una riflessione sul presente, sull’incapacità di trovare una soluzione ai mali sociali, ma anche una sorta di invito alla resistenza emotiva e intellettuale.
In Noi siamo la fantascienza, che dà il titolo all’album, Mauro ci invita a guardare la società con occhi critici, sottolineando l’importanza di non accettare passivamente le narrazioni imposte, ma di creare un proprio spazio di riflessione. Il brano L’uomo con la telecamera (Nelson Sullivan) si distacca leggermente dagli altri, concentrandosi sul tema della percezione dell’immagine e del denaro, offrendo una prospettiva interessante sulla superficialità delle ambizioni moderne.
L’album si chiude con Giuliano Fiorini, un inno alla passione condivisa, che in questo caso prende forma attraverso una metafora calcistica. Mauro ci lascia con una sensazione di lotta continua, dove la passione diventa l’unico vero antidoto contro la disgregazione.
Noi Siamo la Fantascienza è un lavoro intimo, analitico e ricco di spunti di riflessione. Francesco Mauro ha creato un album che, attraverso un linguaggio diretto e quasi poetico, esplora i limiti della società e delle emozioni umane, riuscendo a catturare perfettamente lo spirito del tempo. Un debutto coraggioso e originale, che lascia intravedere grandi potenzialità per il futuro.
a cura di Antonio Capua
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