Gaetanina Longobardi: Tra medioevo e modernità, raccontare storie di eroi e tombaroli

Gaetanina Longobardi, originaria di Angri, in provincia di Salerno, ha costruito il suo mondo narrativo attorno al fascino del Medioevo. Con il suo primo romanzo storico, Armonia Amalfitana, ha trasportato i lettori nel IX secolo, raccontando la storia di Susanna, una donna che agisce senza esitazioni nel contesto delle vicende storiche. Nel 2024, però, Gaetanina ha scelto di avventurarsi in territori narrativi diversi con il suo nuovo libro Tuono, pubblicato da Homo Scrivens, una storia moderna incentrata sui tombaroli. Nonostante il successo di questa nuova opera, l’autrice confessa che la sua vera casa rimane il Medioevo. Attualmente è immersa nella scrittura di un nuovo romanzo storico ambientato nel XIV secolo, che ruota attorno alla figura di Giovanna I e alla dinastia degli Angiò. In questa intervista, esploriamo il percorso di Gaetanina, le sue passioni e il fascino che la Storia continua a esercitare su di lei.


Benvenuta, Gaetanina! È un piacere averti qui con noi. Vorrei iniziare dal tuo legame con il Medioevo, un’epoca che ha segnato gran parte della tua produzione letteraria. Cosa ti affascina di questo periodo storico e cosa ti ha spinto a scrivere il tuo primo romanzo, Armonia Amalfitana?
Grazie Che Intervista! per la bella opportunità. Nell’intreccio plausibile della storia, ovvero l’arrivo dell’orda saracenica a Minori, Armonia riflette le difficoltà del IX secolo in una dimensione locale tra Napoli e la Costiera Amalfitana. La mia ossessione però rimane Teia, re degli Ostrogoti che muore nella lingua di terra tra Angri e Sant’Antonio Abate. Non ne avrò mai abbastanza di Teia.

Armonia Amalfitana racconta la storia di Susanna nel IX secolo. Quali ricerche hai fatto per ricreare l’atmosfera di quell’epoca e come sei riuscita a intrecciare elementi storici con la finzione narrativa?
Gli scenari e le circostanze di Armonia cambiano per le scelte che si fanno per amore. Sono sempre stata una discepola di Giambattista Vico e la teoria dei corsi e ricorsi storici. La storia si ripete, magari non fatti uguali. Episodi simili come le occupazioni, le guerre, le difficoltà. Spetta a noi decidere come affrontarli. Questo è il senso di Armonia Amalfitana. Rispetto fedelmente la verità storica e il materiale sui Saraceni mi ha aiutato tanto. Mi sento a casa in biblioteca e ci dormirei molto volentieri.

Il romanzo di Armonia ha come protagonisti tre amici: Susanna, Costanzo e Leone. Il IX secolo si orienta verso la bellissima Susanna che cresce a Minori assieme a Costanzo e Leone. Con dolore, Susanna assiste alla partenza del nobile Costanzo per Napoli e sopporta la separazione da Leone, figlio del maestro orafo richiesto a Benevento. Nel periodo successivo, i precari equilibri lacerano i confini territoriali e Minori viene invasa. Per fuggire dalle incursioni dei predoni, gli abitanti della Costiera Amalfitana trovano rifugio nei monasteri sui Monti Lattari, ma le scelte avventate di Susanna porteranno la giovane tra le braccia di Costanzo, l’amico di infanzia a servizio del duca napoletano. Il giovane uomo impegnato sui libri è ormai lo stratega capace di plasmare la storia contro i beneventani del principe Sicardo, reclutando addirittura i saraceni comandati dal temibile Cerc. La lotta per la supremazia vedrà più sconfitti, ma la fanciulla troverà la strada giusta per superare le difficoltà e finalmente le onde cariche di amore la porteranno verso l’uomo che desidera davvero.

Quest’estate è uscito il tuo nuovo romanzo Tuono, un cambio radicale rispetto ai tuoi precedenti lavori medievali. Cosa ti ha ispirato a scrivere di tombaroli e quali sfide hai affrontato nel distaccarti dal tuo periodo storico preferito?
Devo ringraziare Aldo Putignano, il mio editore, per aver creduto in questo libro. Con Tuono sono tornata indietro, duemila anni fa hanno preso il posto dei miei secoli medievalisti. Le difficoltà principali sono state le ricerche. Il materiale sui tombaroli non è molto, le fonti che uso sempre legate alla biblioteca non funzionavano.

Non c’è una filologia dei tombaroli e non esistono punti d’accesso. Sono ladri che realizzano se stessi.
Non voglio esaltare l’illecito, voglio cercare di svelare un mondo molto differente dal nostro. Volevo rivelare un mondo profondo quanto i tunnel che i tombaroli scavano.
L’ispirazione è stata proprio il mio meraviglioso territorio cosparso di ville romane. Io sono di Angri, a due passi da Pompei e volevo accendere la fantasia degli antichi. Guardare questi nostri luoghi prescelti dai Romani come sito di delizie. Congiungere l’elemento storico che amo al favoloso e mitologico.

Tuono è stato pubblicato da Homo Scrivens e hai ringraziato l’editore Aldo Putignano per aver creduto nel progetto. Quanto è importante per te la collaborazione con un editore che comprende il tuo stile e i tuoi obiettivi?
Credo che sia fondamentale. Homo Scrivens costruisce un modello positivo per chi si avvicina alla scrittura. L’impegno totale di persone come Livia e Ugo che devo ringraziare. La suggestione che guida un paesaggio di armonia per me che sono insicura in questo mondo che non conosco. L’intesa di pensare con entusiasmo ai progetti futuri da parte mia si fonde alla loro esperienza e idoneità progettuale. Non smetterò mai di ringraziare Homo Scrivens.

Oltre al Medioevo, in Tuono esplori temi contemporanei legati al crimine e al mondo dei tombaroli. Come hai bilanciato l’elemento storico con quello moderno in questo romanzo?
L’elemento storico è stato facile seguendo la Tavola Peutingeriana, fondamentale per “togliere il velo al segreto dell’antica vita” come dice il grande storico Giuseppe Cosenza.
Mi ha sorpreso scoprire che nel mondo attuale dell’archeologia illegale esiste un florido mercato dei falsi proprio come il traffico delle reliquie false nel IX secolo. Si scelgono gli oggetti con disegni della mitologia greca e romana più riconoscibili proprio come le reliquie dei santi che venivano rubate avevano un valore enorme.

Nonostante il successo di Tuono, hai dichiarato di sentirti ancora immersa nel 1362, con il tuo prossimo romanzo incentrato su Giovanna I e la dinastia degli Angiò. Cosa ti attira tanto di questa figura storica e di questo periodo?
Portare a termine il romanzo di Giovanna I è stato incredibile. Sono stata trascinata dentro la Corona Angioina. Una nuova condizione che faceva crescere la percezione di svelare il segreto. Mio marito e mio figlio si sono adattati con pazienza al mio stile di vita. Ogni volta che potevo, correvo nella Certosa abbandonata tra Angri e Sant’Antonio Abate con la voglia di andare avanti. Non posso rinunciare ai tacchi alti e con il casco di sicurezza sentivo la felicità di amare un luogo e sentirlo dentro di sé. Quando ho scritto l’ultima pagina della Certosa di Angri mi sono vestita, truccata, spruzzata il profumo preferito e messa i tacchi alti e il casco di sicurezza. Mi sono ritrovata nella costruzione abbandonata e ho visto chiaramente Giovanna I seduta accanto a me. Ero sempre me stessa, ma ero anche Angioina tra le vene del sangue e in tutte le ramificazioni dell’anima.

Hai menzionato che la mancanza di documentazione sul XIV secolo sta rendendo complicato il tuo lavoro. Come affronti queste difficoltà di ricerca e come riesci a mantenere la coerenza storica nei tuoi racconti?
Sono sempre vichiana e la ricerca storica è la fonte di ogni cosa. Per la conversione del vero col fatto e la liberazione autocritica del passato bisogna andare in profondità e non dimenticare mai gli intrecci tra politica, società, economia. La coerenza storica proviene dai grandi che studio e che non potrei mai lasciare. Sono loro che mi ispirano e mi consigliano quando trovo la strada della narrativa. Giuseppe Cosenza per Stabia e Matteo Camera per Amalfi, la grandissima politologa Hannah Arendt quando devo lasciare spazio all’attesa e naturalmente l’amato Procopio di Cesarea per Teia.

Scrivere di figure storiche come Teia, Susanna e ora Giovanna I implica anche una grande attenzione alla psicologia dei personaggi. Come riesci a rendere attuali e accessibili le emozioni e le scelte di figure così distanti nel tempo?
Teia non è un personaggio, Teia è un uomo reale che ha deciso di affrontare l’esercito bizantino comandato da Narsete. Teia verrà sconfitto, ma per me sarà sempre un eroe. Teia è nell’ambiente intorno a me tra Angri e Sant’Antonio Abate. Teia è affascinante e vitale e mi rivela ogni giorno nuovi dettagli della sua vita.
Nel libro di Susanna, Armonia Amalfitana, ambientato nel IX secolo c’è un riferimento agli Ostrogoti. E nel nuovo romanzo su Giovanna I c’è un segreto svelato che si lega sempre al mio Teia. Il lato umano di quest’uomo mi permette di amarlo profondamente, è lui che guida il mio cammino.

Sei molto legata al concetto di vivere il Medioevo, come hai detto tu stessa. Quanto la tua vita quotidiana e il tuo modo di essere sono influenzati dalle epoche che studi e racconti?
Ogni singolo libro è l’ingresso, come un viaggio dal 2024 fino al 553. Sono una persona estremamente ottimista, la corrente della vita nei libri permette di stare bene. A casa mia, i libri sono ovunque: nei cassetti, sui comodini, tra gli spartiti di musica di mio figlio. Ne ho trovati un paio in frigorifero e ogni tanto ne metto qualcuno in punizione sul terrazzo di casa. L’energia che avverto quando entro in biblioteca e vedo i libri che potrò sfogliare, è come quella forza che sento in famiglia quando cucino la domenica con tutta la mia famiglia. Fa stare bene.

Quali sono i tuoi progetti letterari futuri? Continuerai a esplorare il Medioevo o hai in mente nuove epoche e storie da raccontare?
Abbeverarsi alla fonte delle ricerche nel Medioevo è simile a una lente d’ingrandimento sul nostro territorio. Un edificio abbandonato è la moviola al contrario che io trovo facilmente. Rimango nel 1362 e ho già detto a mio marito che se non mi vede tornare a casa, mi venisse a prendere con i cani da soccorso sotto la Certosa. Le mie tracce saranno facili da trovare: profumo e tacchi a spillo.

    Grazie, Che!Intervista. Siete proprio bravi, continuate così. Un abbraccio stretto. Gaetanina

    Grazie a te Gaetanina, continua a seguire Che! Intervista

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