Gaia Ammaturo, giovane cantante lirica, ha percorso una strada intensa e originale verso il mondo dell’opera. Dopo un primo avvicinamento alla musica classica fin dall’infanzia, ha abbracciato completamente la carriera lirica. Ha studiato al conservatorio e ha già preso parte a diverse esibizioni, dalla musica barocca a quella rinascimentale, con un profondo amore per i personaggi complessi e la tecnica rigorosa che la lirica richiede. In questa intervista, Gaia ci racconta il suo percorso, le sfide e le gioie di una carriera ancora in piena ascesa.
a cura di Noemi Aloisi
Benvenuta Gaia, sei una cantante lirica e hai studiato al conservatorio, come è nata la passione per la musica e quando hai deciso di voler diventare una cantante professionista?
Grazie mille per l’invito! Inizio col dire che, sin dai primi mesi di vita, mi hanno fatto ascoltare brani di Mozart anche solo per tranquillizzarmi, ed erano l’unica cosa che riusciva veramente a catturare la mia attenzione . Con il passare degli anni, acquisendo una certa maturità, mi sono riavvicinata alla musica classica scoprendola per davvero e da lì tutto è mutato. Mi hanno sempre consigliato di studiare canto perché chiunque mi ascoltava mi lodava per l’intonazione perfetta e per la mia capacità interpretativa , quindi ,all’età di 17 anni dopo aver abbandonato la danza, mi sono decisa a provare il canto moderno.
Un anno e mezzo dopo, sentivo che non mi bastava più… avvertivo un trasporto enorme per la musica classica e sentivo che quel mondo era ciò che più mi apparteneva, così decisi improvvisamente di lasciare la facoltà di lingue che avevo appena cominciato e di iniziare a studiare canto lirico per l’ingresso in conservatorio , pur non avendo mai sentito un’opera intera in vita mia, ma solo qualche vocalizzo intonato. Mi sono lanciata come se avessi sentito dentro di me che era la strada giusta da intraprendere, e devo dire che nonostante numerose difficoltà non me ne sono mai pentita. Diventare una cantante professionista è stato il mio desiderio fin da subito, anche perché se faccio una cosa con passione, per il mio modo d’essere, aspiro a farla ai massimi livelli.
Prima di intraprendere il percorso di cantante lirica, suonavi qualche strumento, cantavi in una band o facevi altro, sempre musicalmente parlando?
Avevo iniziato a suonare il pianoforte verso i 10 anni, ma ho smesso praticamente dopo poco perché mi annoiava. Ho fatto alcuni concerti di musica pop da solista grazie all’accademia in cui studiavo, ma fondamentalmente sono entrata in conservatorio a 20 anni priva di esperienza, sapendo suonare solo qualche scala e con una minima conoscenza del solfeggio.
Credi che la lirica come genere sia più difficile rispetto ad altre tipologie? Cosa ti affascina in particolare di questo modo di cantare?
Ritengo che la tecnica del canto lirico sia molto difficile da apprendere e da comunicare, e che siano in pochi a farlo bene. La voce in sé per sé , a mio parere, è lo strumento più delicato che ci sia; in molti, purtroppo, hanno perso il loro dono a causa di maestri pessimi che non hanno saputo trattarlo ed educarlo. Ciò che mi affascina di più è la soavità e la profondità emotiva di questo repertorio, che nessun altro genere ti può offrire. Ancor più che nella lirica poi, nel canto rinascimentale e barocco, che ho scoperto e sto scoprendo da poco. Mi sono perdutamente innamorata di Claudio Monteverdi, compositore seicentesco e della musica di tutto quel periodo che considero attualmente il non plus ultra, in particolare grazie ad un maestro che ha saputo introdurmi in quell’eterea dimensione, e che per questo non smetterò mai di ringraziare.
Da cantante lirica che ne pensi dell’opera, vai a vederla a teatro? Se si, quale è la tua preferita che ti piacerebbe anche interpretare?
Vado spesso a teatro a vedere opere, poiché ritengo sia molto utile e piacevole osservare da vicino la realtà musicale che potrebbe un giorno coinvolgere anche te stesso. Le mie opere preferite sono quelle della trilogia mozartiana, dunque “Le Nozze di Figaro”, il “Don Giovanni” e il “Così fan tutte”, e il ruolo che mi piacerebbe interpretare, che è quello in cui più mi sono cimentata, è la serva Despina, personaggio arguto e spiritoso appartenente alla terza opera di sopra indicata. Amo molto interpretare personaggi del genere in cui posso dare il meglio di me nella recitazione.
Oltre ad esibirti, un domani ti piacerebbe insegnare o lo escludi?
Posso dire che attualmente già insegno a 6 ragazzi di diversa età, e che adoro trasmettere loro la mia passione per la musica che spero coltiveranno allo stesso modo. Mi piace vedere l’entusiasmo nei loro occhi a lezione e come migliorano grazie a dei miei consigli; per cui si, certamente il mestiere dell’insegnante è una cosa che non escludo nella mia vita, anzi, spero di riuscire davvero ad aiutare persone ad introdursi e ad apprezzare questo mondo.
Hai da poco terminato una produzione del Dixit Dominus di Händel come solista, hai altro in programma?
Dopo il Dixit Dominus, ho fatto diverse masterclass e seminari che hanno giovato non poco al mio studio, e mi sono serviti per farmi idee più precise su ciò che vorrò fare prossimamente . Sono stata impegnata non pochi giorni fa in una produzione a Vicenza facente parte del festival “Spazio&Musica”, come Clorinda ne “Il Combattimento di Tancredi e Clorinda” di Claudio Monteverdi, e successivamente da solista in una produzione del “Gloria” di Antonio Vivaldi presso l’accademia degli Invaghiti a Saluzzo (CN). Sono poi previsti altri concerti nei prossimi mesi.
Hai preso parte a diverse esibizioni, quali personaggi ti piace più interpretare?
Come detto in precedenza, il mio personaggio preferito da interpretare potrebbe essere la serva Despina, ma senza nulla togliere a personaggi come Susanna o Zerlina, appartenenti alle altre due opere della trilogia mozartiana, o andando più indietro nel tempo, personaggi come Poppea ne “l’incoronazione di Poppea” di Monteverdi, la “Musica” ne “l’Orfeo” di Monteverdi, Morgana nell’ “Alcina” di Händel.
Prendere parte ad uno spettacolo come cantante lirica prevede anche una preparazione dal punto di vista estetico, i vestiti, il trucco, etc ti piace questo aspetto?
Amo i preparativi che ci sono prima di un concerto, qualsiasi esso sia; ritengo che, anche se è più solito nei concerti lirici, sia sempre importantissimo l’aspetto esteriore. La scelta del vestito come quella del trucco sono fondamentali sopratutto per la resa scenica, danno un impatto notevole sul pubblico. Io, personalmente, ho sempre curato questo aspetto anche per insegnamenti datemi in passato.
Fai delle cose in particolare per prenderti cura della tua voce?
A parte bere numerose tisane e sciarpe pesanti quando fa freddo, l’unica cosa che faccio e che è il pilastro di una buona tenuta vocale, è cercare di non forzarla in alcun modo cantando sempre nella maniera giusta e senza esagerare mai.
Sei di origini napoletane ma attualmente vivi a Vicenza per studiare, dove credi che ti stabilizzerai una volta terminato il tuo percorso di studi?
A dire il vero, è una cosa a cui sto pensando molto soprattutto negli ultimi mesi. Reputo Vicenza una città bella e molto ricca musicalmente, che ha ancora tanto da offrirmi. Nonostante sia abituata al caos napoletano, devo dire che mi trovo molto bene qui. Per come sono fatta poi, probabilmente mi sposterò per fare altre esperienze anche fuori dall’Italia.
Grazie Gaia per questa intervista! Tienici aggiornati!
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