Biasimare l’ignoranza, condannare l’errore: due pratiche considerate virtuose, quasi dogmatiche nella nostra società. Eppure, Gianrico Carofiglio, con il suo Elogio dell’ignoranza e dell’errore (Einaudi, 2024), ribalta la prospettiva e invita a guardare oltre il pregiudizio, proponendo un viaggio intellettuale denso di riferimenti filosofici, scientifici e culturali. Il risultato è una riflessione affascinante e controcorrente, che sollecita il lettore a ripensare il significato stesso di conoscenza e crescita personale.
a cura di Salvatore Cucinotta
Uno degli aspetti più interessanti del libro è la rivalutazione dell’errore come elemento costitutivo dell’intelligenza umana.
L’autore evidenzia come sbagliare non significhi fallire, bensì apprendere, sperimentare, affinare il pensiero critico. L’autore smonta la cultura del perfezionismo e dell’infallibilità, evidenziando quanto sia fondamentale accettare la possibilità di sbagliare per sviluppare una mente aperta e flessibile.
Nonostante la profondità del tema, Elogio dell’ignoranza e dell’errore si distingue per uno stile chiaro ed elegante. Carofiglio, con la sua esperienza di magistrato e narratore, evita tecnicismi e costruisce un discorso scorrevole e coinvolgente, capace di parlare tanto agli addetti ai lavori quanto ai lettori meno avvezzi alla saggistica.
Questo saggio non è solo un’analisi teorica, ma una vera e propria esortazione a cambiare prospettiva.
In un’epoca dominata dalla necessità di dimostrare competenza e infallibilità, Carofiglio propone un’alternativa liberatoria: ammettere i propri limiti senza vergogna, accogliere il dubbio, fare dell’errore un maestro.
Un messaggio potente, che riecheggia con forza nel panorama letterario di oggi.
Per saperne di più visita: einaudi.it