La sua passione per le arti performative nasce fin dall’infanzia, trovando nel movimento e nella recitazione un linguaggio unico per esprimersi. Dopo anni di esperienza come ballerino e acrobata, ha deciso di ampliare il suo percorso con il teatro e il cinema, senza mai dimenticare le proprie radici. In questa intervista ci racconta la sua evoluzione artistica, le collaborazioni più significative e i nuovi progetti, tra cui l’uscita del suo primo libro.
Intervista a cura di Noemi Aloisi
Introduzione a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuto su Che! Intervista, Giovanni. Fin da subito ti sei interessato alle arti performative, infatti i tuoi studi sono andati in quella direzione. Cosa ti affascina di questo mondo?
Grazie a voi innanzitutto per avermi invitato. Al teatro sono stato avvicinato da bambino nella scuola che frequentavo. Andavo alle suore, quindi un istituto privato, e c’erano sempre recite e saggi per ogni ricorrenza. All’età di quattro anni mi scelsero come protagonista per un mini musical scritto apposta per noi bambini. Ci furono anche altre occasioni per esibirsi, poi però la cosa non venne coltivata. Mi dedicai dunque allo sport, soprattutto arti marziali, fino a scoprire poi il breakin che per venti anni mi ha accompagnato e mi ha fatto conoscere culture diverse da ogni parte del mondo. Direi dunque che il breakin mi ha salvato, perché mi ha fatto scoprire mondi al di fuori della mia piccola realtà. Quando poi la cosa ha iniziato a starmi stretta ho cercato di ampliare. Un ballerino che ho sempre ammirato (Daniel Cloud Campos) fece la stessa cosa, si mise a studiare regia e cominciò a produrre video (tra cui un corto con Danny De Vito) fino ad avere dei suoi one man show in cartellone in diversi teatri. Quindi volli farlo anche io e mi iscrissi all’audizione per l’accademia MTS di Milano. Essendo già grande (30 anni) sapevo di avere solo quella sola occasione. Però andò bene.
Nel 2010 fondi la crew BEHIND ENEMY LINES, parlaci di questo progetto.
Come tutti i bboy (ballerini di break dance), agli inizi vuoi entrare a far parte di una crew, che sia questa già affermata o creata con altri amici. E fu esattamente così. Dopo vari tentativi conobbi dei ragazzi, più piccoli di me, ma li vedevo come dei veri fratellini. Siamo cresciuti insieme e tutt’ora siamo saldi con il gruppo, ci sentiamo spesso e non abbiamo mai perso i contatti sebbene la vita di ognuno abbia preso strade diverse. Ci sono stati anche dei progetti paralleli. Traffico Residuo è l’altra crew di cui faccio parte, dove ci sono più ballerini ognuno con il suo stile (o più stili) di danza. Anche se non mi piace chiamarli “progetti” perché per noi è qualcosa che va oltre il solo concetto di “famiglia”. Con tutta onestà non te lo saprei nemmeno spiegare a parole.
Con la tua attività hai ottenuto collaborazioni e riconoscimenti importanti, di quali vai più orgoglioso?
Nel campo della recitazione mi sento di dire che c’è ancora tutto da scoprire, sono ancora “fresco”, si insomma devo farmi conoscere. Arriverà il tempo in cui, se mi rifarete questa domanda, saprò cosa rispondervi magari. Nel breakin invece sicuramente la collaborazione di due anni con il team RedBull per l’evento RedBull BC One Italia, nel 2016 e 2017.
Hai fatto anche teatro, a che genere di spettacoli hai preso parte?
Spettacoli di genere musical organizzati dalla mia accademia in collaborazione con la Compagnia della Rancia (Hair: il musical) e come aiuto alle coreografie per lo spettacolo Il figlio dell’arte di Pier Paolo Esposito. Entrambi a Milano. Anche altri spettacoli, sempre musical, ma di produzioni più piccole.
Nel corso del tempo il tuo lavoro ti ha portato a viaggiare, a quale posto, di quelli che hai visitato ti senti più legato?
In venti anni di breakin ho girato molte città d’Europa ma il posto, al di fuori della mia città, al quale mi sento più legato (e probabilmente lo sarò per sempre) è Pesaro. Per anni si è organizzato un evento di breakin, a mio dire tra i migliori mai visti. Sto parlando appunto dell’Hip Hop Connection, l’edizione del 2009. Per me quell’edizione è stata la migliore tra tutte quelle a cui ho partecipato. Per quanto riguarda invece la recitazione sono rimasto per ora su suolo italiano quindi, come prima ho detto, se mi rifarai questa domanda tra un po’ di tempo potrò darti una risposta diversa molto volentieri.
Hai avuto l’opportunità di passare al cinema e alla TV, ti trovi meglio sul grande schermo o a contatto con il pubblico?
In Tv ho lavorato come ballerino per un programma di qualche anno fa trasmesso su Rai3 chiamato Trebisonda. C’erano delle sfide di breakin 2vs2 e ci portammo avanti fino alla puntata finale. Poi, sempre come ballerino, due volte sul palco di MTV Trl e come attore per un inserto per un telegiornale locale (quando abitavo a Bari) dal titolo “Verde di rabbia”. Col cinema ho fatto diversi provini ma non posso dirti ancora niente.
Come acrobata cosa fai in particolare?
Mi sono allenato per qualche mese nella ginnastica artistica per ampliare le skills che già avevo col breakin, per portare uno stile più dinamico nelle gare. Mi ha aiutato molto per migliorare le rotazioni basse avendo per natura una grande resistenza e forza, di conseguenza ho migliorato la dinamicità e la tecnica (in cui ero più carente). Poi, anche se non li ho mai usati, ho dedicato molto tempo all’apprendimento di front, side e back flip e i twist (avvitamenti).
Vivi tra Roma e Bari, come ti trovi nella Capitale e cosa ti ha portato qui?
Purtroppo da Bari manco da un po’, ma ci torno sempre con gioia appena posso. Mi manca il mare qui a Roma, ancora di più mi mancava quando vivevo a Milano. Ovviamente sono qui perché è la città del cinema.
Sei al lavoro con il tuo primo libro, vuoi anticiparci di cosa parlerà?
Confesso che ci sono stati dei ritardi, quindi uscirà nei prossimi mesi, stiamo ultimando le correzioni e poi lo pubblicherò su Amazon, essendo autoprodotto. L’idea di partenza nasce da una sceneggiatura, o meglio un soggetto. Sapevo però che realizzarlo avrebbe richiesto del tempo e io invece avevo l’urgenza di raccontare questa storia. È ambientata un piccolo paese di mare, dove tutti si conoscono. I due protagonisti hanno delle forti personalità e dei passati che li hanno segnati, ognuno a modo suo. Andranno in contrasto (fino alla fine? Chissà) e ne capiranno gli insegnamenti. Essendo amante dei film di Lina Wertmüller diciamo che un po’ mi sono lasciato influenzare dalla sua poetica (spero di averle reso l’omaggio dovuto). L’unica difficoltà è invece la scelta titolo, sono ancora indeciso. Ma aggiornerò tutto tramite il mio profilo instagram.
Ci sono altri progetti a cui sti lavorando che ci vuoi anticipare?
Finito questo libro penso che inizierò a gettare le basi per una seconda storia, nel frattempo sto promuovendo a diversi festival il corto che abbiamo girato lo scorso luglio. Lo renderò pubblico su Youtube tra qualche mese ma i due trailer sono già disponibili sia su Youtube che sul mio profilo Instagram. Il corto ha come titolo “the world is FINE”.
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