Classe 2000, è un violoncellista che ha saputo distinguersi per il suo talento e la sua dedizione, costruendo una carriera ricca di collaborazioni prestigiose. Dalla sua formazione con il M° Gianluigi Fiordaliso, che ha dato avvio alla sua passione, alle esibizioni con direttori di fama internazionale come Enrico Dindo e Gianna Fratta, Giovanni ha accumulato riconoscimenti e successi. Con una laurea in Biennio di Violoncello con il massimo dei voti, il suo percorso artistico lo ha portato a esplorare repertori classici e contemporanei, collaborando con solisti e orchestre di rilievo.
a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuto su Che! Intervista, Giovanni! Quando hai scoperto la tua passione per il violoncello e cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?
È nato tutto per caso, il M° Gianluigi Fiordaliso, durante il mio 5°anno di scuola primaria, venne a fare una dimostrazione nella scuola e rimasi ipnotizzato dal suono che produceva il suo strumento. Cominciai a fare lezione, e più passava il tempo più la mia voglia di scoprire un mondo, fino ad allora inesplorato, aumentava sempre di più e mi coinvolgeva a tutto tondo.
La collaborazione con il M° Gianluigi Fiordaliso e l’ensemble “I Violoncellieri” è stata una parte importante della tua formazione. Come questa esperienza ha influenzato il tuo percorso musicale?
Moltissimo, nello stesso anno in cui ho iniziato gli studi del Violoncello, il M° Gianluigi Fiordaliso ha fondato l’ensemble “I Violoncellieri” che aveva 2 principali obiettivi: musicale, ovvero la possibilità di suonare insieme esplorando ogni tipo di repertorio, e sociale, rafforzando la coscienza di ciascuno nella crescita e nella responsabilità gli uni verso gli altri. D’altronde il motto de “I Violoncellieri” è “Uno per tutti, tutti per uno”.
Nel 2016 hai partecipato a Cellolandia nell’ambito del Ravenna Festival, collaborando con maestri come Giovanni Sollima e Enrico Melozzi. Quali ricordi conservi di quell’esperienza?
È stata un’esperienza meravigliosa, 7 giorni immersi nella città di Ravenna invasa di violoncellisti, ogni giorno c’era un’esibizione di importanti violoncellisti: Ernst Reijseger, con il quale ho avuto la possibilità di lavorare sull’improvvisazione (che ad oggi è parte del bagaglio culturale di ogni musicista), Rushad Eggleston e lo stesso Giovanni Sollima. Il ricordo più bello senza dubbio è il concerto finale, 100 violoncellisti che suonavano insieme e una piazza gremita di gente.
Hai ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il primo premio assoluto al concorso internazionale “Note sul Mare”. Come vivi queste vittorie e cosa rappresentano per te?
Prima di essere soddisfazioni le considero delle tappe, vittorie che fanno parte del percorso di crescita di ogni musicista e che aiutano a prendere consapevolezza con il pubblico e col palcoscenico, con il fine ultimo di arrivare a vincere concorsi sempre più importanti.
Il tuo lavoro con l’Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiani ti ha portato a esibirti con grandi direttori. Cosa hai imparato da queste collaborazioni?
L’orchestra nazionale dei Conservatori italiani è per me parte fondamentale del mio percorso, ho imparato da ciascun direttore e ciascun orchestrale l’attenzione verso la partitura, l’ascolto e il dialogo verso gli altri membri dell’orchestra e la cura del dettaglio con la quale si ottiene il miglior risultato utile in concerto.
Nel 2022 hai partecipato a diverse produzioni con l’Orchestra Filarmonica Pugliese e l’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Come bilanci il repertorio orchestrale con la tua crescita come solista?
Al momento ho ottenuto traguardi più prestigiosi con le varie orchestre con cui mi sono esibito ma la mia crescita come solista, anche grazie alle lezioni del M° Massimo Macrì, è in continua evoluzione e si stanno aprendo numerose possibilità per esibirmi.
Hai inciso il disco Maé con il M° Roberto De Nittis. Cosa puoi dirci di questo progetto e come ha ampliato le tue prospettive musicali?
Il M° Roberto De Nittis per me è un amico, un fratello che mi ha guidato a scoprire il mondo del jazz che avevo sottovalutato. Sono stati giorni intensi di registrazione, ogni piccola cosa veniva sistemata, ogni piccola imperfezione ha voluto correggerla perché per lui quel disco rappresentava moltissimo ed è stata una cosa che ha trasmesso anche a tutti coloro che in quel momento stavano lavorando con lui e per lui.
La tua recente laurea con lode al Conservatorio “U. Giordano” di Foggia è un traguardo importante. Qual è stata la lezione più preziosa che hai appreso durante il tuo percorso accademico?
Ho imparato ad essere paziente con me stesso, ad avere atteggiamenti diversi tra audizioni e concerti o saggi, il M° Carabellese, il M° Montaruli, il M° Andriotti ognuno di loro ha saputo instaurare in me nuove consapevolezze, tecniche musicali e sociali.
Hai un sogno che desideri realizzare?
Il mio sogno più grande, che spero di realizzare a breve, è di suonare come solista con importanti orchestre ed esibirmi con l’ensemble “I Violoncellieri” nei teatri più importanti.
Quale consiglio daresti ai giovani musicisti che desiderano intraprendere una carriera nella musica classica?
La musica classica è come una montagna russa, si hanno momenti altissimi ed altri bassissimi, ma una volta saliti non si ha più voglia di scendere giù. Ti trascina con sé e ti porta a scoprire lati di te stesso inesplorati, crea reti sociali ed amicizie che si conservano nel tempo.
Grazie Giovanni e complimenti per il tuo lavoro
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