Giulia De Santis: tra musical, teatro e passione per il palcoscenico

Attrice, cantante, ballerina e performer poliedrica: Giulia De Santis ha fatto della passione per lo spettacolo il suo destino. Dal teatro di prosa al musical, fino al mondo del cosplay, la sua carriera è un viaggio tra le arti performative. Protagonista negli ultimi anni della versione italiana del musical “Moulin Rouge” nel ruolo di Satine, Giulia continua a incantare il pubblico con il suo talento e la sua versatilità.
In questa intervista ripercorriamo con lei il suo percorso, le sfide affrontate e i sogni ancora da realizzare.

a cura della redazione


Benvenuta su Che Intervista, Giulia! La frase Lo spettacolo deve continuare è il tuo motto. Cosa rappresenta per te e come ha influenzato il tuo percorso artistico?
Mi hanno sempre insegnato che qualunque cosa accada sul palco, lo spettacolo deve continuare: non esiste inciampo, vestito strappato, battuta dimenticata o blocco.. ci si deve sempre riprendere. Ed è una filosofia che io ho scelto di applicare anche nella mia vita di tutti i giorni, perché vedo la vita come un grande spettacolo: qualunque siano le avversità, per quanto possa essere difficile rialzarsi, bisogna andare avanti. Proprio nell’ultimo anno ho passato un periodo personale non semplice, e quando ero sul palco mi ricantavo la frase dei Queen, inside my heart is breaking, My make-up may be flaking, but my smile, Still stays on” e anche la mattina quando mi svegliavo, nella vita di tutti i giorni. Ormai è proprio il mio mantra.

Hai iniziato giovanissima a studiare recitazione e danza. Quali sono stati i momenti chiave della tua formazione e quali maestri hanno lasciato il segno nel tuo cammino?
Sicuramente un momento chiave è stato il primo ruolo: “ la regina cattiva di Biancaneve” nella recita delle elementari! Mi hanno visto portata e poi ho ricevuto molti complimenti dopo quel debutto! Mi ricordo proprio il giorno e i dettagli. E poi “Tre uomini e una gamba” di Aldo, Giovanni e Giacomo.. sono cresciuta con i loro film, e le colonne sonore dei loro film mi accompagnano tutt’ora. Ma quando vidi “Tre uomini e una gamba” capì che volevo essere come loro. Chissà se avrò il privilegio un giorno di fare un film con loro. Per quanto riguarda i miei maestri: sicuramente il mio Maestro di danza, che mi ha accompagnata per tutta la vita, perché ho ballato con lui sin da bambina e lui è stato l’unico che mi ha sempre spinta a non mollare. Gli devo veramente tutto. E poi altri insegnati nelle varie scuole: da ognuno sicuramente ho preso qualcosa. Anche da quelli “cattivi” ahahhahah.

Il passaggio dalla prosa al musical è stato un’evoluzione naturale per te. Cosa ti ha affasci- nato di questo genere e quali sono state le maggiori sfide nell’affrontarlo?
In realtà è stato tutto molto naturale:ho semplicemente messo insieme tutte le discipline che amavo e ho sempre studiato, iniziando a prendere lezioni di canto per essere sempre più completa. Ma non ho lasciato la prosa, anzi! Il mio ultimo lavoro è stata una commedia in prosa. Penso che un attore debba comunque e sempre essere poliedrico. Quindi mi prendo tutto ciò che viene!

Nei panni di Satine nel musical Moulin Rouge, hai avuto modo di interpretare un ruolo intenso e complesso. Come ti sei preparata per questo personaggio e cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Mamma mia! È qualcosa che non si può spiegare. Satine è da sempre stato il mio dream role: vivo di imprinting, e quando vidi “Moulin Rouge” per la prima volta, decisi che prima o poi quel ruolo sarebbe stato mio. E così è stato! Sicuramente l’audizione più complessa della mia vita, così come tutta la preparazione: ricordo ogni momento, ogni livido, ogni lacrima , ogni più piccola emozione.
Ho dovuto studiare tanto e superare tanti limiti in pochissimo tempo. Però nonostante le difficoltà, vedere il pubblico commosso a fine spettacolo, mi regalava ogni sera un’emozione che superava qualsiasi difficoltà. E lì capisci quando hai fatto un buon lavoro. Era veramente il sogno della mia vita, e quando realizzi un sogno è veramente difficile lasciarlo andare.. è qualcosa che mi porterò dentro sempre e sono grata di averlo potuto vivere.

Oltre al teatro, sei molto attiva nel mondo del cosplay e delle fiere di settore. Come nasce questa passione e cosa ti entusiasma di più nel ruolo di presentatrice degli eventi cosplay?
Questa è una storia molto divertente ahahahah sono finita nel mondo cosplay assolutamente per sbaglio. Feci un provino per l’azienda per cui tutt’ora lavoro, perché avevano bisogno di un’attrice per un progetto. Io ero completamente ignara del mondo cosplay, e mi sono ritrovata catapultata in questo universo assurdo. Con gli anni poi ho approfondito questa passione, ho iniziato anche io nel mio piccolo a fare cosplay, fino a crescere anche professionalmente, fino ad arrivare alla conduzione, che è sempre stato un mondo che mi affascinava molto. Anche qui devo molto a tante persone che hanno creduto in me e mi hanno dato fiducia e possibilità.

Essere una performer oggi richiede versatilità. Come bilanci il canto, la danza e la recitazione nella tua preparazione quotidiana?
Cerco di tenermi allenata in tutto. Un artista non deve mai smettere di studiare e prepararsi. Ovviamente tendo a concentrarmi sui miei “punti più deboli”, ma lo studio è sempre fondamentale anche se a volte sono un po’ pigra ahahahahah.

Il teatro musicale in Italia sta crescendo sempre di più. Qual è la tua visione sul futuro del musical nel nostro paese e quali cambiamenti vorresti vedere?
Eh… questo è un tasto dolente: sono un po’ preoccupata dall’avvento della tecnologia. Mi viene sempre in mente una frase di una canzone di “Notre Dame de Paris”: “il libro ucciderà altari e cattedrali”… è vero! Il mondo va avanti, si evolve e e si modernizza… purtroppo si vede sempre meno gente a teatro… è inutile negarlo. Si sta un po’ perdendo “la cultura” di andare a teatro, così come al cinema. Il pubblico si sta digitalizzando. Andrebbe rieducato un pochino, perché non c’è niente di più bello di un’emozione dal vivo… quindi sono spaventata, ma anche fiduciosa. Basta provare! Venite a teatro!

La vita da artista è fatta di successi e sacrifici. Qual è stata la sfida più grande che hai affron- tato nella tua carriera e come l’hai superata?
Beh sicuramente “Moulin Rouge” è stata una bella sfida. Non solo per la “difficoltà” in se dello spettacolo, perchè è capitato in un periodo personale per me molto difficile; ma mi ha aiutata a non crollare, anche per questo ci sono così tanto legata. In generale, nel nostro mestiere i sacrifici sono tanti. Non esistono week end, feste, orari e a volte mi pesa mettere da parte la mia vita privata, ma la soddisfazione che ho quando sono sul palco, per quando mi riguarda, supera qualsiasi sacrificio.

Quali sono i ruoli o i progetti che sogni di interpretare in futuro? C’è un personaggio o uno spettacolo in particolare che vorresti portare in scena?
Beh uno l’ho già fatto! Satine. Se dovessimo riportarlo in scena, ovviamente sarei prontissima e super felice. Il secondo (anche questo un sogno dell’infanzia) è fare “Rugantino”: è uno spettacolo a cui sono profondamente legata, gli ho dedicato la mia tesi di laurea, e penso che ogni attore romano sogni di poter dare voce ad una delle eredità più belle che ci hanno lasciato i maestri Garinei e Giovannini . Potrei parlarne per ore…. E poi sicuramente vorrei avere la mia occasione nel cinema: è un settore che ho sperimentato meno e sicuramente mi stimolerebbe molto.

Infine, che consiglio daresti a chi sogna di intraprendere una carriera nel mondo del musical e dello spettacolo dal vivo?
Di getto risponderei “cambia lavoro!” ahahahah . Lo dico perché a volte rimpiango di non avere avuto una passione un po’ più “sobria”. Perchè a volte è veramente difficile non scoraggiarsi, gli alti e bassi in questo mestiere sono tanti (sopratutto i bassi) e serve veramente tanta tenacia e costanza. Però non saprei pensarmi in un altro mestiere, quindi raccomando coraggio, tanto studio, perché non basta il talento e tanta tanta pazienza!

Grazie Giulia del tempo che ci hai dedicato! Complimenti per la tua carriera!

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