Giuseppe Brancato è uno dei volti più versatili e talentuosi del panorama teatrale italiano. Diplomato alla Bernstein School of Musical Theatre di Bologna nel 2015, ha costruito una carriera ricca di esperienze, passando da ruoli iconici come Angel in “Rent” e Romeo in “Romeo e Giulietta” a lavori dietro le quinte come regista e coreografo di importanti produzioni. Dal palcoscenico internazionale dell’Oman con “Peter Pan” al tour tedesco di “Ein Amerikaner in Paris“, Giuseppe ha esplorato ogni sfumatura del musical. In questa intervista ci racconta le sue esperienze più significative, i sogni realizzati e le sfide affrontate in un percorso che continua a evolversi.
Giuseppe, dopo il diploma alla Bernstein School of Musical Theatre nel 2015, hai interpretato Angel in “Rent”. Come hai affrontato il passaggio dalla formazione accademica alla realtà del palcoscenico professionale?
Credo che la BSMT da sempre dia ai suoi allievi tutti gli strumenti per affrontare il mondo professionale nel migliore dei modi ma credo anche che l’esperienza è una cosa che nessuno possa insegnare. Ho avuto la fortuna di iniziare subito appena diplomato e quel ruolo non lo avevo mai considerato sinceramente : mi sentivo più Mark. Invece accettando la sfida di Angel ho davvero imparato tanto… Mi ha regalato spensieratezza, amore e soprattutto.. amicizie .
Hai partecipato a numerose produzioni di prosa, come Romeo in “Romeo e Giulietta” e Il Piccolo Principe. Quale tra questi personaggi ti ha lasciato un segno profondo, e perché?
Era la prima volta con Romeo che mi approcciavo al mondo professionale della prosa e sinceramente mi spaventava.. Spaventa sempre per uno che viene “dal musical”. Invece Daniela Monico, regista di quel Romeo ha forse visto più di quel che vedevo io, credendo in me come Romeo.. senza alcuna altra etichetta.
Piccolo Principe è un testo che rifarei adesso. Il monologo finale riusciva ad emozionarmi a tutte le repliche e mi ha donato l’insegnamento più grande di sempre: il gioco e la cura della “rosa”.
Nel 2021 sei passato alla regia di musical con “ChristmasWorld” e “This is Wonderland”. Quali sono state le sfide principali che hai dovuto affrontare in questo nuovo ruolo dietro le quinte?
La creatività è sicuramente la mia condanna ma anche una qualità! sin da piccolo avevo tendenze da leader e da creativo (coreografavo le recite scolastiche), ma anche in accademia, Shawna Farrell che saluto tanto capii subito che avevo “tendenze creative” e capitava che mi desse alcune opportunità in quella direzione, quindi il passaggio è stato del tutto naturale!
Avevo già avuto altre piccole esperienze ma questa ha indubbiamente dato lo start ad un’altra carriera che al momento credevo lontana e che fino ad oggi riempie le mie giornate. Lux Holding è la prima produzione che ha creduto in me completamente.. a loro devo molto. Quest’anno insieme a Mark Biocca e Stefano Turriziani abbiamo fondato SUBTEXT TEATRO, la nostra nuova compagnia. Grande salto ma siamo super gasati e gia 3 produzioni debutteranno in questa stagione come Kimberly Akimbo che partirà dal teatro Lo Spazio a Maggio 2025.
Hai lavorato sia come attore che come coreografo in produzioni come “Il mio grosso grasso matrimonio gayo” e “Malefici”. Come riesci a bilanciare queste due passioni artistiche?
non ci riesco!
Ecco perché faccio fatica ad avere una vita sociale! auhauahuahauhauahua.
Verità a parte… non sono mai stato un coreografo nel vero senso di questa parola. Ho sempre coreografato pensando ad una regia. Credo quindi che queste due passioni vadano nella stessa strada.
Poter fare entrambi spesso mi aiuta.. come nell’ultima produzione Un Babbo Natale e Mezzo che andrà in scena dal 30 Novembre a Villa Borghese Roma, dove mi sono occupato di entrambe le cose.
Il tuo percorso ti ha portato a esibirti a livello internazionale, come con “Peter Pan” al Muscat Opera Theatre in Oman. Cosa significa per te lavorare su palcoscenici così prestigiosi?
L’esperienza forse più bella della mia vita.
Primo ruolo in un’altra lingua (comico tra l’altro.. avevo il terrore non ridessero)
Primo family show in Oman..
Prima volta che i bambini potevano entrare in teatro!
E’ stato super emozionante! Grazie sempre a Maurizio Colombi per l’opportunità.
Sei stato parte di grandi produzioni come “Singin’ in the Rain” e “Hairspray”. Come cambia l’approccio quando si fa parte di un ensemble rispetto ai ruoli da protagonista?
L’ensemble è il cuore di uno spettacolo ed in questi ruoli posso confermare che sia così. Sicuramente in questo caso hai meno visibilità e l’ego a volte ne risente ma allo stesso tempo è d’aiuto a tenerti con i piedi per terra.. che male , non fa!
Dal 2020 al 2022 hai interpretato Volpe e Serpente ne “Il Gruffalò”. Come hai lavorato sulla costruzione di questi personaggi destinati a un pubblico giovane?
Manuel Renga (Regista) e Fondazione Aida (produzione) sono davvero i leader di questo settore a mio avviso. Durante il Covid hanno messo in scena questo spettacolo con 4 attori rispettando tutte le regole e distanziamenti e lo spettacolo è stato un successo! ancora in scena tra l’altro nei migliori teatri italiani!
Qui la vera fortuna è stata interpretare 3 ruoli diversi nello stesso spettacolo, cosa che mi stimola come attore tantissimo! Il corpo è la chiave, lo dicono molti insegnanti di recitazione, è qui insieme a Manuel credo abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.
La tua recente partecipazione a “7 spose per 7 fratelli” ti ha visto recitare accanto a volti noti come Diana Del Bufalo e Baz. Come hai vissuto questa esperienza e cosa hai imparato dai tuoi colleghi?
Da entrambi ho imparato che la spensieratezza aiuta e che si possono creare legami, come quello con Baz, che durano nel tempo nonostante la “vippaggine”.
Nel 2023 hai preso parte al tour tedesco di “Ein Amerikaner in Paris”. Quali sono le principali differenze che hai notato tra il pubblico italiano e quello internazionale?
IL FREDDO!
Il tour tedesco è sicuramente un’esperienza – che non so se rifarei! ma quello spettacolo è un sogno!
Il pubblico tedesco è educato ad andare a teatro..
Andare a teatro è nella loro cultura è questo fa la differenza anche alle produzioni che producono di più e agli attori che trovano sempre le sale piene.
Sarebbe bello se fosse così anche in Italia
Hai sempre sognato di poter scrivere “Grease” nella tua biografia e finalmente questo sogno si è avverato. Cosa rappresenta per te questo musical e che valore ha nel tuo percorso artistico?
Ho fatto 3 volte l’audizione per questo spettacolo! credo che Grease sia un’esperienza per la carriera di qualunque performer!
Devi imparare a gestire tante cose e sopravvivere a tante date! Questa produzione mi ha permesso di lavorare di nuovo con Saverio Marconi – che stimo infinitamente – e Mauro Simone – che mi ha ispirato ad intraprendere la carriera di regia . Loro mi hanno dato la possibilità di creare un Sonny nuovo e Siciliano – simpatico e sensibile … Sono molto felice di essere qui in questo momento con un cast super e la mia migliore amica nel ruolo di Marty 😉
Grazie Giuseppe per l’interessante intervista.
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