Giusy Laganà, laureata in Sociologia e Direzione d’impresa con un Master in Comunicazione Social, ha trascorso molti anni lavorando in una multinazionale del lusso e della moda. Oggi continua a operare nello stesso settore, ma con un ruolo maggiormente orientato verso la comunicazione, mentre coltiva parallelamente una profonda passione per la letteratura. Scrive per il sito Viaggi Letterari, collabora con diverse case editrici e condivide il suo amore per i libri e per la scrittura su Instagram, dove ha costruito una community solida. Il suo impegno nella scrittura ha portato alla pubblicazione di racconti e articoli su riviste e antologie, con protagoniste femminili spesso complesse e sfaccettate. In questa intervista, esploreremo la sua evoluzione professionale e creativa, la sua visione sull’editoria e le sfide del content creation.
a cura di Antonio Capua
Giusy, la tua carriera è iniziata nella moda e nel lusso, un ambito apparentemente lontano dalla letteratura. In che modo queste due passioni si intrecciano nella tua vita?
La moda è stato un ambito che mi ha sempre attratta ma come tutti gli ambiti, editoria in primis, sono settori difficili dove entrano in gioco dinamiche complesse dove spesso sono più le rinunce che i benefici. Nonostante questo, ho lavorato per più di undici anni per una nota multinazionale del lusso nel Finance e Credit Department. Nel frattempo, ho seguito un Master in Comunicazione Social per mio interesse personale e per quello che facevo nel mio tempo libero ovvero scrivere recensioni e intervistare personaggi famosi o meno famosi dell’editoria. Sono stati due mondi paralleli fino all’anno scorso quando ho ricevuto una proposta lavorativa a Milano nella moda legata al Marketing e alla Comunicazione. Oltre alla mia esperienza nella moda, ha giocato un ruolo fondamentale il mio buon utilizzo dei Social e le mie capacità comunicative.
Sei laureata in Sociologia e Direzione d’impresa con un Master in Comunicazione Social. Come queste competenze hanno influenzato il tuo approccio sia nel marketing che nella scrittura?
Mi sono accorta oggi, nel mio nuovo lavoro, quanto i miei studi universitari siano stati fondamentali. Quando mi viene detto che l’università conta poco nel mondo del lavoro non faccio altro che rifiutare questo pensiero. L’università e lo studio rappresentano una buona palestra, non solo per incrementare le skills e le conoscenze ma come momento di crescita anche per la propria personalità. Ho iniziato a fare esercizio nella scrittura tardi in realtà, dopo gli studi quando nel 2015 ho deciso di aprire il blog.
Nel corso degli anni hai pubblicato diversi racconti e articoli in riviste e antologie. Cosa ti ispira nella scrittura e come scegli i personaggi femminili complessi che spesso popolano i tuoi testi?
Ho sempre scritto racconti brevi fin dall’adolescenza ma poi finivano nel cestino. Non ero matura ancora per lanciarmi in pubblicazioni. Poi, dopo i trenta anni, mi sono lanciata. Prima con una piccola collana editoriale di una casa editrice di cui seguivo nel tempo libero la comunicazione e, successivamente su riviste, antologie e sul sito di due scrittrici che stimo molto. Il primo racconto, quello pubblicato nel 2020, racconta del volo di una falena verso una luce che rischiava di bruciarla. Una metafora per tutte quelle esperienze pericolose che possono attrarci ma farci male. Oggi, le protagoniste dei miei racconti tranne in un caso, sono donne che vivono conflitti interiori e che cercano di fuggire dal dolore. Tematiche alla moda ma personaggi che sento più vicino al mio vissuto.
Lavori nel mondo della comunicazione e della moda, ma al tempo stesso condividi il tuo amore per la letteratura attraverso il blog e la pagina Instagram Viaggi Letterari. Come riesci a bilanciare la creatività nella scrittura con le dinamiche professionali del marketing e della comunicazione?
Bilanciare la mia passione e impegno per la letteratura con la mia vita lavorativa non è facile. Devo sempre incastrare e sacrificare momenti con la mia famiglia o di total relax. Ma quando lo faccio sono contenta, nonostante tutto. Leggere per me è come uno sport agonistico, una medicina, un aspetto essenziale di me e della mia vita. Mi hanno salvata nell’infanzia e continuano a farlo. Quando non riesco a farlo mi sento come se mi mancasse qualcosa. Con la scrittura ho un rapporto molto conflittuale, mentre quando scrivo recensioni è tutto diverso.
Come è nato il progetto di “Viaggi Letterari” e quali sono state le principali sfide e soddisfazioni che hai incontrato nel costruire una community di lettori?
Viaggi Letterari è nato dieci anni fa quando io e mio marito abbiamo comprato casa e io mi sono trasferita nella sua città. Gli amici mi chiedevano sempre consigli letterari e mio marito Simone mi consigliò di aprire un blog, all’epoca in voga. In questi anni ho avuto l’opportunità di intervistare e conoscere scrittori famosi e meno famosi e partecipare a eventi esclusivi. Oggi la mia community è composta da lettori e addetti ai lavori. Ho preferito investire sulla qualità piuttosto che sull’algoritmo o sulle dinamiche da Content Creator disposti a leggere qualunque novità editoriale pur di avere visibilità.
Sei una grande ammiratrice di Virginia Woolf, al punto da tatuare la sua firma sul tuo braccio. In che modo l’opera di Woolf ha influenzato il tuo percorso personale e professionale?
Ho riscoperto Virginia Woolf in età adulta, durante il liceo non riuscivo a comprenderla. Poi, è stato un colpo di fulmine. Oltre ad essere una grande visionaria, è stata fondamentale per la letteratura del 900 e del romanzo moderno. Grande femminista, ha anticipato tra la fine dell’800 e la prima metà del 900 necessità per la donna ad oggi ancora carenti. Per me lei è un sussurro, una voce, una presenza costante nella mia vita. Sarà folle pensarlo ma sento il suo pensiero molto vicino al mio e a quello di tante donne.
L’editoria oggi è in continua evoluzione, con il digitale che gioca un ruolo sempre più centrale. Qual è la tua visione sull’editoria moderna e come pensi che questo panorama influenzi il modo di scrivere e di leggere?
Per non morire l’editoria deve puntare sui lettori e non solo quelli forti. Prima di tutto, i libri costano troppo. Sono diventati bene di lusso per ricchi e non per chiunque. Forse abbassare il prezzo anche per incentivare gli acquisti nelle librerie indipendenti sarebbe un primo passo. I libri devono essere accessibili a tutti e non solo ai ricchi. Oggi invece, i libri sono un oggetto di moda utilizzati nelle sfilate e dagli influencer come strumento catalizzatore di una determinata classe sociale. Per quanto riguarda il digitale penso che tutta questa sfera come Amazon o case editrici online dovrebbero dotarsi di più professionisti e meno improvvisatori.
Nei tuoi racconti emergono spesso donne con passati burrascosi o problematiche legate all’identità. Cosa ti spinge a esplorare queste tematiche e quali messaggi vuoi trasmettere ai lettori?
Nei miei racconti emergono donne dal vissuto burrascoso, è vero. Il mio prossimo racconto in uscita racconta proprio di una donna con un passato fatto di abusi e costrizioni che la trasformano come parte attiva del suo mondo marcio. Lei scappa ma continua ad essere una prostituta perché è stata educata così e trova in questo modo la felicità. Ma alla fine, la sua libertà si scontra con la sua infelicità. Il messaggio che voglio dare è che spesso non si riesce a scegliere tutto perché noi siamo fatti della storia che ci ha preceduti. Quello che si può fare è trovare una soluzione nel bene o nel male. Detto questo, non mi definisco una scrittrice. Faccio esercizio attraverso i racconti per cui impiego mesi o anni. Gli scrittori sono coloro dotati di un talento geniale che fa la differenza: dai grandi classici a Elena Ferrante.
Hai collaborato con diverse realtà editoriali, sia per la scrittura che per il marketing. Quali pensi siano le maggiori sfide che l’editoria italiana deve affrontare oggi, e come i content creator possono contribuire a un rinnovamento?
I Content Creatori hanno permesso alla letteratura di entrare nelle case di chiunque. Come nella moda, anche i libri oggi sono molto più comunicati. Anche i non lettori tramite TikTok o Instagram arrivano a conoscere il caso editoriale del momento. Condividere e promuovere è fondamentale. L’importante è puntare sulla qualità mentre tutti oggi invece mirano alla quantità. Fondamentale poi, è trovare uno stile proprio senza uniformarsi.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sia come scrittrice che come professionista della comunicazione? Hai progetti editoriali o nuovi racconti in uscita?
Ho un racconto in uscita, come anticipato prima. Vorrei fare molto più esercizio di scrittura in futuro e magari pensare al prossimo racconto. Non sono però ad oggi una scrittrice. Sono una lettrice che condivide le sue letture anche solo attraverso le recensioni e i social. Poi, ogni tanto, scrivo racconti brevi. Vorrei puntare anche a far crescere maggiormente il mio profilo Instagram e TikTok per ampliare la community attraverso contenuti sempre più interessanti. Quello che mi caratterizza è la voglia di non mollare mai ed è questo il messaggio che voglio dare a chi leggerà l’intervista. Negli ultimi anni ho avuto momenti difficili perché spesso gli addetti ai lavori che orbitano intorno a figure come la mia possono recare più danni che risultati positivi. Basta poco, anche solo un pettegolezzo, per rovinare la tua reputazione. Infatti, per questo motivo, ho deciso di ridurre il mio ritmo di dirette online, presentazioni e condivisioni, perché ho avuto bisogno di un periodo di ricostruzione e rinascita. Quello che spero di passarvi è che bisogna sempre stare molto attenti a chi ci si affida o con chi collabori. Oggi posso dire di aver eliminato tossine e persone tossiche che inquinavano rovinando il mio percorso. Sono tornata finalmente a sentirmi felice ed è questo ciò che conta. Ricordate sempre che nessuno può mettervi in un angolo!
Grazie, Giusy, per aver condiviso con noi il tuo percorso e le tue riflessioni.
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Grazie mille a voi per avermi dato questo spazio comunicativo per parlare di Viaggi Letterari e dei miei propositi.
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