Mi chiamo Angela e vivo in un piccolo paese in provincia di Foggia dove il tempo sembra essersi fermato. Sono figlia unica, una famiglia modesta, padre impiegato e madre insegnante. Mi sono laureata in lingue e letteratura straniera. Amo leggere e scrivere, perdendomi nei mondi lontani e nelle storie avvincenti che i libri mi offrono. Ho sempre sognato di scrivere un romanzo che potesse toccare il cuore delle persone, proprio come i libri che tanto amo. Magari prima o poi ci riuscirò!
La storia che voglio condividere con i lettori di Che Intervista! è molto particolare. Non sono le solite storie che si leggono in giro per il web e che hanno un finale scontato.
Questo è quello che mi è accaduto. Pronti?
Un pomeriggio d’estate decisi di visitare la vecchia libreria del mio paese. Era un luogo affascinante, con scaffali pieni di volumi antichi e l’odore di carta e polvere che permeava l’aria. Mentre scorrevo con le dita lungo le pagine dei libri, ne trovai uno che attirò la mia attenzione. Era un libro dalla copertina di pelle marrone, senza titolo. Lo aprii e vidi che le pagine erano vuote, eccetto per la prima frase:
“Il passato non muore mai, è solo nascosto nei nostri cuori.”
Incuriosita, acquistai il libro e lo portai a casa. Quella sera, seduta alla mia scrivania, iniziai a sfogliarlo. Mentre leggevo la frase iniziale, un’ondata di nostalgia mi travolse. All’improvviso, le pagine del libro cominciarono a riempirsi di parole, come se una mano invisibile stesse scrivendo una storia.
Il capitolo che si formò davanti ai miei occhi narrava di un evento passato della mia vita: il giorno in cui persi il mio amato nonno. Ricordai chiaramente quel giorno triste e, mentre le lacrime mi riempivano gli occhi, il libro continuava a scrivere, descrivendo con dettagli precisi le emozioni che avevo provato e le parole di conforto che il nonno mi aveva sussurrato prima di andarsene.
Mi sentii travolta dall’emozione e chiusi il libro, temendo di leggere altro. Ma la curiosità ebbe la meglio e quindi il giorno seguente lo riaprii. Questa volta, mentre leggevo, provai un senso di gioia ricordando la mia infanzia felice. Il libro iniziò a scrivere un nuovo capitolo, raccontando delle giornate spensierate trascorse a giocare nel giardino della casa dei miei genitori, dei sorrisi e delle risate condivise con gli amici.
Ogni emozione che provavo, il libro rispondeva scrivendo un capitolo diverso della mia vita. Era come se il libro fosse vivo, in grado di percepire i miei sentimenti e di trascriverli su carta. Con il passare dei giorni, scoprii episodi dimenticati della mia infanzia, momenti di gioia e di dolore, e anche piccoli segreti che avevo seppellito nel profondo del mio cuore.
Un giorno, il libro iniziò a scrivere di un momento particolarmente doloroso: il mio primo amore e il successivo cuore spezzato. Lessi con il cuore pesante, ma allo stesso tempo sentii una strana sensazione di liberazione. Era come se, rileggendo e rivivendo quei momenti, potessi finalmente fare pace con il mio passato.
Capì che il libro non era solo un semplice oggetto, ma uno strumento “magico” che mi permetteva di esplorare il mio passato e di affrontare le emozioni che avevo tenuto nascoste. Ogni capitolo scritto era un viaggio dentro di me, una scoperta delle mie paure, delle mie gioie e delle mie speranze.
Col passare del tempo, decisi di non temere più il libro. Iniziai a usarlo come una guida per comprendere meglio me stessa e per trovare l’ispirazione per il mio romanzo.
Il vecchio libro con la copertina di pelle marrone rimase sulla mia scrivania, un prezioso compagno di viaggio. Sapevo che il passato non muore mai, ma ora ero in pace con esso, pronta a vivere il presente e a scrivere il futuro con cuore leggero e mente aperta.