Formata da Luca Collodoro, Roberto La Monica e Andrea Farina, la band “Il Socio Unico” si sta affermando nel panorama musicale con il loro sound autentico e senza compromessi. Un progetto che nasce dalla volontà di esprimere una profonda indipendenza artistica e personale, rappresentando il concetto di essere “unici soci” del proprio destino. Dopo il successo del primo singolo “Sentinella Immobile”, la band ha lanciato una doppia visione del loro nuovo brano “Non Tornare Mai” attraverso due videoclip concettuali: “Outside” e “Inside”, che esplorano la stessa emozione da prospettive diverse. Scopriamo cosa c’è dietro la loro musica e filosofia di vita.
a cura di Antonio Capua
Luca, il progetto “Il Socio Unico” è nato da una tua idea. Cosa ti ha spinto a fondare questa band e a scegliere un nome così particolare?
Grazie per la domanda. Ho da sempre suonato come batterista in altre band ed ho sempre cercato di carpire tutto quello che ho potuto dai songwriter con cui ho lavorato, ho sempre notato la scarsa considerazione che gli altri musicisti hanno dei batteristi, sebbene facessero parte della loro stessa band, come se fosse reputato uno strumento minore e di fatto quando il songwriter di turno decide di mollare il suo stesso progetto è sempre il batterista quello a rimanere con un pugno di mosche. Per cui, forte di questo, ho deciso di formare una band in cui, imbracciando la chitarra, cantando e scrivendo canzoni, mi assicuro che ogni collaboratore del progetto e ogni musicista che suoni con me abbia lo stesso valore e soprattutto che veda la band come una barca da cui nessuno scenderà mai. Per questo il nome “il Socio Unico” che rappresenta un’azienda in cui ognuno di noi è Unico e socio della stessa famiglia.
“Sentinella Immobile” è stato il vostro primo singolo. Quali sono state le emozioni nel vedere il vostro lavoro finalmente pubblicato? Come vi siete preparati a questo momento?
Per noi e credo per qualsiasi musicista, ogni canzone è un figlio. Partorire “Sentinella Immobile” è stato un processo molto importante. Riuscire finalmente a sentire la nostra prima canzone dopo essere passata tra le mani di Guido Andreani a “Isola Studio – Milano” con la produzione artistica di Giusi JP Passalacqua, la batteria di Giusto Correnti, il video di Eleonora Trebastoni con la fotografia di Rosario Lo Forte e l’interpretazione dell’attore Giovanni Santangelo, il supporto della nostra prima casa discografica NEEDA con la distribuzione di Virgin music, ci ha dimostrato e ci ha insegnato che ogni brano uscito non è un punto d’arrivo ma un inizio al prossimo. Abbiamo lavorato tanto e continueremo a farlo. Per questo e per sempre devo ringraziare i Soci Roberto La Monica (Basso) e Andrea Farina (Chitarra).
Siete una band che non scende a compromessi e affronta tematiche profonde. Quali sono gli argomenti o le esperienze di vita che più vi ispirano nella composizione dei brani?
Non c’è un tema o un argomento ben preciso che accomuna le nostre canzoni, solitamente sono le canzoni stesse ad indicarcelo durante la composizione e la scrittura dei testi che, a nostro avviso si influenzano l’un l’altra. Se proprio dovessimo, diremmo che è la voglia di guardare sempre il lato positivo di ogni situazione che può sembrare apparentemente svantaggiosa, del resto, per citare Sentinella Immobile: -c’è di meglio anche nei guai-. Il doppio video di “Non Tornare Mai” rappresenta una scelta artistica forte e innovativa.
Da dove nasce l’idea di raccontare la stessa canzone da due prospettive diverse?
L’idea di creare due videoclip per la stessa canzone non nasce come una manovra di marketing, anche se facilmente lo diventa, bensì la necessità della creazione di un’opera coniata concept video che, esattamente come un concept album, racchiude opere con un filo conduttore “Unico”. Nel nostro caso descrive la stessa emozione e serve per dare al fruitore sia la visione da osservatore esterno “Non Tornare Mai | Outside” che la visione interna introspettiva per immedesimarti in prima persona “Non Tornare Mai | Inside”. Crediamo che fare questo possa sensibilizzare il pubblico e stimolarlo a pensare in un certo modo. In ogni caso mostra due lati della stessa medaglia e secondo noi è il metodo migliore per descrivere il brano.
La vostra musica sembra rappresentare il coraggio di affrontare il cambiamento e uscire dalla “comfort zone”. Quanto queste idee riflettono i vostri percorsi personali?
Moltissimo! E la cosa che ci fa più piacere sentire è che i nostri ascoltatori si rivedano nelle nostre canzoni.
Il titolo “Non Tornare Mai” è piuttosto emblematico.
Che cosa simboleggia per voi questa frase?
Qualcuno ha descritto “Non Tornare Mai” in un modo abbastanza fedele dicendo che sembra offrire un senso di libertà, di sfida e al contempo di vulnerabilità, come un’urgenza di abbandonare qualcosa o qualcuno senza possibilità di ritorno. Ma in base al tuo stato emotivo, quel “Non Tornare Mai” può assumere significati opposti: può essere un grido di determinazione e forza, oppure un sussurro dolce che ti conforta nel lasciar andare, nell’accettare il cambiamento senza paura.
Luca, tu hai maturato esperienze sia in Italia che a Londra. In che modo queste due realtà musicali hanno influenzato il tuo approccio alla musica e alla composizione?
Come dicevo nella prima domanda, queste esperienze hanno fatto in modo che il desiderio di scrivere e comunicare le mie emozioni diventi un’esigenza. Per cui ringrazio tutte le band e i musicisti del mio passato che inconsapevolmente hanno fatto di me un Songwriter. Londra soprattutto mi ha dato la consapevolezza che esiste una lingua mondiale che unisce tutti e non conosce geografia: la musica. Grazie ad essa ho potuto parlare con musicisti di tutto il mondo senza dire una parola. Grazie.
In un mondo musicale sempre più guidato dalle tendenze e dai numeri, come riuscite a mantenere la vostra autenticità senza scendere a compromessi commerciali?
Semplicemente non ce ne curiamo più di tanto. Sappiamo dell’importanza della comunicazione nei social ai giorni d’oggi ma, come dice il nostro manager Davide Maggioni (Matilde Dischi), manteniamo l’umiltà ad alti livelli e i numeri saranno reali, le canzoni stesse porteranno i risultati. Noi dobbiamo solo scriverle e fare in modo che possano essere ascoltate da tutti. Al resto ci pensa la musica stessa.
La vostra collaborazione con figure di rilievo come Cesare Basile, Giusi Jp Passalacqua ed altri ha arricchito il vostro lavoro. Qual è stato il contributo più prezioso che hanno portato nel processo creativo?
Avere registrato a “Zen Arcade” di Cesare Basile è stato per noi un onore. Sapere che da li siano passati molti grandi della musica e nonostante ciò sentirci a casa ci ha fatto capire di essere nel posto giusto e nel momento giusto. Grazie a Giusi che ci ha guidato artisticamente durante tutto il percorso come una Sorella maggiore e Sebastiano D’Amico (Fonico di sala) che ci ha viziato in ogni nostro capriccio musicale che, credeteci non sono pochi.
Quali sono le vostre ambizioni più profonde, sia dal punto di vista musicale che emotivo?
La nostra ambizione più grande è quella di scrivere canzoni che vengano ascoltate per sempre, che possano essere uno spunto sia emotivamente che musicalmente. Brani senza tempo che appunto non scendono al compromesso delle mode. Grazie ragazzi per le belle domande.
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