Oggi abbiamo l’onore di intervistare Antonio Morabito, pianista italiano di grande talento, laureato al Royal College of Music di Londra. Antonio ha conseguito un Master in Piano Performance ed è un insegnante di pianoforte dedicato, nonché direttore di coro presso la St. Augustine Church di Hammersmith. Fondatore del Duo Mercadante e vincitore di numerosi concorsi pianistici internazionali, Antonio è una figura di spicco nel panorama musicale. In questa intervista, approfondiremo il suo percorso artistico e le sue esperienze professionali.
Su Che Intervista! ospitiamo Antonio Morabito, conosciamolo meglio…
Benvenuto Antonio, ci può raccontare come è nata la sua passione per il pianoforte e quale è stato il suo percorso formativo fino ad oggi?
Le prime note le ho sentite da mia sorella Cristina che suonava a casa un vecchio pianoforte in salone. Me ne innamorai e cominciai a prendere lezioni private da Nina Latella che ha saputo rubare il mio cuore con la sua dolcezza introducendomi con grazia e maestria al mondo musicale. Mi sono quindi iscritto al Conservatorio Cilea dove mi sono diplomato in Pianoforte seguito dall’insegnante a cui devo tutto, Marialaura Cosentino, e ho successivamente conseguito un altro biennio di specializzazione in Musica da Camera. In questo mio percorso musicale ho vinto una borsa di studio Erasmus e ho studiato in Spagna presso il Conservatorio Rodrigo di Valencia. A seguito di una vincita di un’altra borsa di studio, ho successivamente frequentando il Royal College of Music di Londra, città in cui attualmente lavoro, dove ho conseguito un Master in Performance due anni fa.
Quali sono stati i momenti più significativi della sua formazione al Royal College of Music di Londra e come hanno influenzato la sua carriera?
Ci sono stati diversi momenti durante il mio Master al Royal College che hanno contribuito a rendermi il pianista che sono, ad esempio le varie masterclass con rinomati pianisti o il lavorare fianco a fianco con colleghi strepitosi ma anche il semplice vivere e studiare nel cuore di Londra, solo questo basta ad essere grati e ispirati nello studio giornaliero.
Ha avuto la possibilità di lavorare con molti maestri di fama mondiale. Quali insegnamenti preziosi ha ricevuto durante le masterclass e i corsi di perfezionamento?
Ho conosciuto diversi maestri di fama mondiale durante il mio percorso formativo ed ognuno di loro mi ha dato una diversa o semplicemente più particolare chiave di lettura sul suonare il pianoforte. Tuttavia il vero maestro a cui devo tutto ciò che sono è Marialaura Cosentino che per me rimane il faro didattico e la guida più preziosa che io abbia e abbia mai avuto in passato.
Può parlarci della sua esperienza come direttore di coro presso la St. Augustine Church di Hammersmith? Come riesce a bilanciare questa attività con quella di pianista e insegnante?
Ho cominciato a studiare direzione di coro a Reggio Calabria con i miei maestri di lettura di partitura e ho successivamente studiato in Spagna con Nadya Stoyanova. Ho sempre desiderato affiancare la mia attività pianistica con la direzione corale e fortunatamente sono riuscito a lavorare in quest’ambito nella città dove vivo. Non è facile conciliare le due cose ma quando c’è la passione puoi davvero fare tutto!
Nel 2022 ha fondato il Duo Mercadante con il clarinettista Samuel Huston. Quali sono le sfide e le soddisfazioni nel suonare in un duo cameristico?
Sì, insieme al caro amico Sam abbiamo deciso di creare un Duo stabile che si potesse esibire in Europa con un repertorio sempre variegato e interessante. Tra le sfide c’è sicuramente quella di trovare il tempo per studiare e provare insieme visto che entrambi siamo molto impegnati come solisti. Fra le soddisfazioni c’è quella di far crescere la nostra amicizia attraverso la musica e di esibirci in posti di gran prestigio, recentemente infatti ci siamo esibiti presso il Trinity College di Cambridge.
Lei ha una formazione molto variegata, avendo studiato anche Composizione e Filosofia. In che modo queste discipline contribuiscono alla sua interpretazione musicale?
Credo sia vitale per un musicista avere una grande cultura ma soprattutto indagarsi e conoscersi. Sia la Composizione che la Filosofia permettono questo lavoro di introspezione e quindi credo che il musicista che sono sia frutto anche di questi studi che ho intrapreso. La composizione è un mondo estremamente affascinante perché ti fa conoscere la musica da un’altra prospettiva e questo ritengo essere davvero vitale. La filosofia è qualcosa che riguarda il tuo essere in un’accezione più olistica e credo anche questo sia di enorme importanza per un artista che debba salire su di un palco e dialogare col pubblico mediante la lente della sua interiorità.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi pianistici nazionali e internazionali. Qual è stato il concorso che ricorda con maggior affetto e perché?
Quello internazionale di Barletta, vinsi il secondo premio. Lo ricordo con maggior affetto perché in quel concorso c’era Elisa, la mia fidanzata, accanto a me.
Insegna pianoforte tramite il Royal College of Music Teaching Service. Quali sono le sue metodologie didattiche e come riesce a motivare i suoi studenti?
Non ho una ricetta universale se non far loro vedere la grande passione che ho per la musica attraverso l’esempio al pianoforte. Se anche lo studente arriva a lezione con questa passione allora fare musica insieme durante la lezione diventa davvero un’esperienza speciale che solo un insegnante di musica (o di una disciplina artistico-creativa) può capire a pieno.
Riguardo la motivazione, credo che essa non debba essere data dall’insegnante ma debba già esistere dentro il cuore dell’alunno. Certo l’insegnante può accrescerla e vigilare che non si affievolisca e credo che il miglior modo per fare questo è sedersi di fronte al pianoforte e far vedere al proprio alunno quello che anche lui potrebbe fare di lì a poco tempo.
Può condividere con noi qualche aneddoto interessante o memorabile della sua carriera concertistica?
Uno fra tutti quando ho suonato all’Istituto italiano di cultura di Londra, per conto del ministero degli esteri. Infatti l’Istituto di cultura è il polo culturale più importante per noi italiani in tutto il Regno Unito e aver suonato di fronte al Console italiano e tanti altri esponenti della cultura e politica italiana mi ha reso particolarmente orgoglioso.
Guardando al futuro, quali sono i suoi prossimi progetti musicali e le sue aspirazioni a lungo termine?
Continuare nella mia carriera concertistica sempre al meglio. Ho fondato recentemente anche un’orchestra di giovani talentuosi musicisti a Londra che spero possa diventare presto una realtà importante. Inoltre ho all’attivo diverse collaborazioni con colleghi fantastici fra cui una mia cara amica pianista ungherese Katalin Csillag con cui ci esibiamo in duo a 4 mani e il soprano portoghese Margarita Vaz Neto, con entrambe spero che possiamo continuare in progetti sempre più belli e ambiziosi.
La mia aspirazione più grande? Essere felice sempre, per me e per chi incontro sul mio cammino.
Grazie Antonio per la tua intervista, un saluto dal nostro staff.
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