Su Che Intervista! conosciamo meglio, Armando Grosso

Armando, ci racconti come è iniziata la tua avventura nel mondo della poesia?
Ho sempre creduto che le cose non capitino a caso, sin da ragazzino sono stato un soggetto introverso, che tramite i Libri e la scrittura cercava di comunicare il proprio Mondo interiore e ciò che stava intorno ad esso. Il mio rapporto con la Poesia nasce da ciò, una ricerca che dovevo comunicare agli altri.

Quali sono state le tue principali fonti di ispirazione per i tuoi libri “Brucerò fra i miei versi” e “Asfalto”?
Le due opere si differenziano sotto tali aspetti. La prima, “Brucerò fra i miei versi” rappresenta la ricerca estrema di dare senso ai demoni interiori e la volontà di essere in pace che l’individuo combatte quotidianamente tramite le proprie contraddizioni. È un delirio, nevrosi, ossessioni situate all’interno dell’esistenza. La seconda Opera invece, “Asfalto” è tutto il contrario, non è più l’individuo che ricerca se stesso, bensì l’individuo che analizza la Società allontanandosi da sé stesso, vivendo la sporcizia urbana, la difficoltà di vivere la nostra contemporaneità, l’insoddisfazione di provincia.

Come è stato pubblicare con la Casa Editrice “Phasar” e come hanno accolto i tuoi lavori?
La Phasar ha dato massima disponibilità ai miei lavori senza contestarne i contenuti, a volte anche crudi, come la mia Poesia. In una Società in cui ci vogliono zittire perché scomodi mi ha fatto piacere la loro professionalità.

Hai avuto l’onore di essere pubblicato quattro volte nella Rivista Internazionale “Poeti e Poesie”. Cosa significa per te questo riconoscimento?
Sono soddisfazioni individuali che restano lì. Per me il vero senso oltre ad essere pubblicato in Riviste varie è soprattutto fare serate in cui presento i miei lavori artistici, il contatto con il pubblico la finalità, fra dissensi e consensi, sputi e applausi.

Durante la tua partecipazione al programma “Eccellenze Italiane” su Odeon TV, quali temi hai affrontato e quali sono stati i riscontri del pubblico?
Quando ebbi il piacere di partecipare ad Eccellenze Italiane parlai dei contenuti presenti all’interno della mia prima Opera “Brucerò fra I miei versi” l’affetto di gente che seguiva il mio lavoro poetico e che continua ancora a farlo è stata la cosa più bella che abbia potuto provare.

Ti definisci un “Poeta di provincia”. Cosa intendi con questa espressione e come questa identità influenza il tuo lavoro poetico?
Vengo da un paesino della Provincia di Cosenza dal nome “Diamante”; perciò, mi definisco un Poeta di provincia, perché ho vissuto la rabbia sociale dell’Operaio che non arriva a fine mese, perché ho ascoltato il dolore di gente sola ed insoddisfatta, perché ho assorbito la bellezza delle cose semplici e sincere. Tutto ciò è servito per captare a pieno che idea volessi mettere in campo riguardo la mia Scrittura.

Il tuo stile è descritto come controcorrente e fuori dagli schemi prefissati. Puoi spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questo approccio alla poesia?
Come evidenziato all’interno della domanda antecedente ricondivido il pensiero esplicato. La mia Poetica parla di gente semplice e soprattutto vuole ausiliare un linguaggio che sia comprensibile, senza arzigogolamenti inutili giusto per applicare un linguaggio aulico che non fa altro, a volte, che allontanare il contatto diretto con il lettore. Io non vorrei mai che la gente leggendo le mie Opere possa pensare, che cazzo vuole comunicare sto tipo? Senza comprendere e interiorizzare i concetti che possano invece essere compresi oltre ogni differenza culturale. Ciò che scrivo ha come fine l’accessibilità, dal Contadino al Dottore, Poesia popolana.

Nella sinossi di “Asfalto” parli di uno sfogo contro le ipocrisie del tessuto sociale. Quali sono i messaggi principali che desideri trasmettere attraverso le tue poesie?
Le ipocrisie delle false convenzioni che abbiamo ereditato, la brutalità del costume che ci spinge sempre più ad essere etichettati, inscatolati in un pensiero unico dominante, la vomitevole realtà fittizia che si pratica ogni giorno mi innervosisce, soprattutto mi disgusta, possibile che la gente non riesca a mostrarsi per ciò che è realmente per paura di ciò che gli altri possano pensare? Il messaggio poetico è il seguente, andare controcorrente in un Mondo di prodotti sociali.

Come vedi il ruolo della poesia oggi nella nostra società e quale pensi sia la sua importanza in un mondo sempre più digitalizzato e frenetico?
Penso che essa debba essere salvaguardata, bensì allo stesso tempo mi fa schifo tanta “Insta Poesia”, le frasi senza senso fatte passare per Poesia mi hanno inorridito fin troppo. Porca miseria, i Social possono essere un grandissimo mezzo, se usati con una finalità di un certo tipo, di un certo livello. Il fatto è che l’idiozia non ha mai fine, bisogna dare ai polli il proprio pollaio, le cazzate vanno subite in silenzio.

Quali progetti futuri hai in cantiere e cosa possiamo aspettarci dalla tua produzione poetica nei prossimi anni?
È in corso un progetto poetico musicale con Jazzisti di Cosenza. Svariate presentazioni in cantiere e tanta voglia di portare ancora la Poesia in un luogo sacro e allo stesso tempo come direbbe il mio caro amico Poeta Gabriele Scarpelli in un Mondo disincantato e urbano.

Grazie Armando per la tua intervista, continua a seguirci su Che Intervista!

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