Roberta Rossini, conosciuta con lo pseudonimo di Berta Ross, è un’autrice emergente che vive sulle prime colline della Riviera Romagnola con il marito, i due figli e il loro gatto Thorin. A trentotto anni, Roberta divide il suo tempo tra il lavoro di segreteria in uno studio medico, la famiglia e la sua grande passione per la lettura e la scrittura. Gestisce il blog Instagram “la_libreria 2.0”, dove condivide le sue letture con una crescente community di appassionati. Nel 2021, ha iniziato a scrivere il suo primo romanzo, “Willow”, pubblicato da Butterfly Edizioni. Il libro, nato da un momento di dolore personale, riflette il suo stile schietto e istintivo. Nonostante gli impegni quotidiani, Roberta continua a dedicarsi alla scrittura e ha già completato altri due romanzi in arrivo. Con una fervida immaginazione e una voglia di esplorare nuovi generi letterari, Roberta Rossini è una voce promettente nel panorama letterario contemporaneo.
Su Che Intervista conosciamo meglio Berta Ross, autrice di “Willow”
Benvenuta Roberta, il tuo primo romanzo “Willow” è stato ispirato da un cavallo di nome Gelo che hai incontrato in un maneggio. Puoi raccontarci di più su come questa esperienza ha influenzato la tua scrittura e il personaggio di Ice nel libro?
Sono una sognatrice, spesso mi trovo a fissare “particolari” nella mia quotidianità dicendomi “Questo sarebbe perfetto per un libro”. La chimica tra Gelo e la sua proprietaria mi ha stregato, così come la storia particolare di questo cavallo scontroso con i suoi simili e anche con gli umani, che diventa il più docile degli agnellini quando è con lei. Mi sono proprio detta “è una storia che dovrebbe essere raccontata”, quindi ho pensato di farlo io, anche se, ovviamente, ci ho ricamato sopra mettendoci la mia fantasia.
Vivi sulle colline della Riviera Romagnola e lavori come segretaria in uno studio medico. Come riesci a bilanciare il tuo lavoro, la famiglia e la tua passione per la scrittura?
Non dormo. Sto scherzando ovviamente, diciamo che non è facile anche se ora ho trovato la mia routine. Sicuramente mi aiuta molto avere un marito che in casa è molto presente, sia come padre che come coinquilino, si prende le sue responsabilità e riusciamo a “regalarci” il tempo che ci serve a portare avanti le rispettive passioni. Ho un lavoro part time, che mi permette di avere mezza giornata libera da dedicare alla casa e hai figli. La sera, quando tutti sono a nanna, mi dedico alla scrittura e alla lettura.
Hai un blog su Instagram, “la_libreria 2.0”, dove condividi le tue letture. In che modo questa esperienza ha arricchito il tuo percorso di scrittrice e la tua connessione con i lettori?
Il blog mi ha permesso di incontrare persone, lettrici, altre blogger, autrici…
Il bello del Bookstragram è proprio trovare persone con cui condividi preferenze e letture, il che mi ha permesso di “stringere” il cerchio delle mie conoscenze fino a crearmi un vero e proprio “team”.
Ho una Alfa reader e un gruppetto di Beta reader che dopo aver letto la prima bozza di Willow mi hanno “obbligato” a proporlo alle CE. Ci hanno creduto prima di me e mi hanno sostenuto da quel momento in poi, e anche ora. Il loro riscontro è essenziale per me, abbiamo una chimica molto forte e dopo aver scritto tre libri insieme a loro, il loro sostegno e il loro parere sono molto importanti per me.
“Willow” è nato in un momento molto difficile della tua vita, dopo un lutto importante. In che modo la scrittura ti ha aiutato a superare questo periodo e a trasformare il dolore in creatività?
Sembra banale, ma per prima cosa mi ha letteralmente distratto, dove qualsiasi cosa sembrava inutile e insulsa. Mi stavo chiudendo in un bozzolo di apatia, ma sedermi davanti al Pc, iniziare a scrivere, tirare fuori le mie stesse emozioni facendole vivere a un’altra persona, concentrarmi sulla storia, sui personaggi, mi ha permesso di “staccare” un po’ dal circolo vizioso dei brutti pensieri che stavo avendo in quel momento, quando non riuscivo a guardare un film, a leggere un libro. Mi ha dato uno scopo nelle mie giornate e ho ritrovato un po’ di entusiasmo. La persona che ho perso avrebbe fatto salti di gioia per questo incredibile sogno che è divenuto realtà, in qualche modo, la scrittura mi ha dato modo di fare “qualcosa” per quella persona, di sentire di nuovo una connessione, che purtroppo, mi è stata portata via.
Il tuo primo romanzo è stato descritto come schietto, istintivo e “di cuore”. Come riesci a mantenere questa autenticità nella tua scrittura e nei tuoi personaggi?
La Romagnola che è in me, credo esca dalla mia penna. Siamo un popolo “di cuore” con tanti difetti ma anche tanti pregi, tra cui “l’autenticità”. Anche caratterialmente sono una persona molto istintiva, credo che questo si rifletta anche nelle mie storie. Sicuramente, aiuta anche il fatto che per i miei personaggi cerco sempre di ispirarmi a persone che conosco, proprio per non rendere “fittizie” le reazioni e i dialoghi tra di loro. Mi preparo sempre una scaletta prima di scrivere, in modo da sapere perfettamente dove devo andare a parare con la storia, poi lascio liberi i personaggi di reagire alle varie situazioni che gli metto davanti. Spesso va come avevo preventivato, a volte, si fanno gli affari loro. Non nego che ci sono volte in cui alcune scene, stupiscono perfino me.
Hai già scritto altri due romanzi che saranno pubblicati a breve. Puoi darci qualche anticipazione sui temi o i generi di queste nuove opere?
Willow è ambientato in un maneggio, e la protagonista Sarah, ha una famiglia un pochino bizzarra (per usare un eufemismo). I prossimi libri parleranno dei due fratelli di Sarah. Sono due libri molto diversi tra loro ma strettamente collegati. Rimaniamo sempre nell’ambito della narrativa romantica, con una commedia piena di colpi di scena e un suspence Romance ambientato in un Club per motociclisti.
Dividere il tempo tra lavoro, figli, lettura e scrittura non è facile. Quali strategie utilizzi per ritagliarti del tempo per scrivere e per trovare l’ispirazione necessaria?
L’ispirazione, arriva quando arriva. Un pomeriggio entri in un maneggio e esci con un’ idea che ti fa scrivere un romanzo intero. La settimana scorsa, ad esempio, la mia Alfa Reader ha fatto una battuta, da quella battuta è partita la nuova storia che sto scrivendo proprio ora. Purtroppo due bambini non danno molto modo di programmare i tempi. Il kindle mi permette di approfittare di qualsiasi momento per leggere, per quanto riguarda la scrittura è più difficile, ma non mi stresso esageratamente se per qualche giorno non riesco a toccare il pc. Il “doverlo” fare per forza mi toglie l’ispirazione del momento e quello che scrivo poi non mi soddisfa. Ci vuole tanto impegno, sacrificare anche il momento di pausa tra una cosa e l’altra, ma sono passioni, mi rendono felice, e per me, alla fine, non è mai un sacrificio.
Hai accennato al desiderio di esplorare nuovi generi letterari. Ci sono particolari generi che ti affascinano e che vorresti provare a scrivere in futuro?
Assolutamente si. Sono una lettrice accanita di fantasy e tutti i suoi sottogeneri. Dal distopico, al Paranormal, allo steampunk… Vorrei mettermi in gioco con questo genere di storie, e ho già qualcosa che bolle in pentola, per così dire.
Come hai vissuto il passaggio da lettrice appassionata a scrittrice pubblicata? Quali sono state le maggiori sfide e le soddisfazioni di questo percorso?
Sono pochi mesi che Willow è uscito, ancora mi devo rendere conto. Le soddisfazioni maggiori sicuramente me le hanno regalato le lettrici che mi hanno contattato dopo la lettura per condividere con me le emozioni che hanno provato con il mio libro. Sarah è una ragazza che ne passa tante (soprattutto sfighe) ma ha un modo tutto suo di vivere la sua vita, ascoltando il cuore e lasciando da parte il rancore. Amo che qualcuno si rispecchi in lei, nel suo vissuto, e che attraverso Sarah, possa avere quel “lieto fine” che magari la vita vera non gli ha regalato.
Quali consigli daresti a chi, come te, ha una passione per la scrittura ma non ha ancora trovato il coraggio di proporre il proprio lavoro a una casa editrice?
Buttatevi. Mandate quella mail, quella stampa, chiamate un piccione viaggiatore, mettetela in una bottiglia e buttatela nel mare… Ma fatela uscire da quel cassetto. Non vi offendete per le critiche, ascoltate e fate tesoro dei consigli, non chiudetevi in voi stessi e lasciate che la vostra storia abbia la possibilità di spiccare il volo.
Grazie Berta per il tempo che ci hai dedicato, buone vacanze e complimenti per tutto!
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