Cheren Hesse Surfaro, stilista e speaker radiofonica: Tra Arte, Moda e Spettacolo

Cheren Hesse Surfaro è una stilista calabrese che ha saputo unire l’arte, la moda e lo spettacolo in un percorso creativo unico. Laureata in Arti Visive e Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, ha lavorato come scenografa, costumista e direttore artistico prima di approdare nel mondo della moda.
Le sue collezioni, come “BaRock” e “Urban Vibes”, mescolano influenze storiche, dal barocco veneziano al glam rock anni ’70, creando uno stile che fonde elementi classici e moderni.
La sua carriera è stata riconosciuta con numerosi premi e la partecipazione a eventi internazionali, come l’International Fashion Festival di Dubai e il Red Carpet della Mostra d’Oltremare di Napoli.

Su Che Intervista! ospitiamo Cheren Hesse Surfaro, conosciamola meglio…

Benvenuta Cheren, il tuo percorso parte dalle arti visive per poi evolversi nel mondo della moda. Come è avvenuta questa transizione e cosa ti ha spinto a diventare stilista?
Vi ringrazio per questa meravigliosa chiacchierata con voi.
Diventare stilista è stato un processo nato in lento scoprire. Credo che abbia influito parecchio l’ambiente familiare di collezionisti e lo studio del teatro.

Le tue collezioni, come “BaRock” e “Urban Vibes”, mescolano elementi storici e contemporanei. Qual è il processo creativo dietro queste combinazioni così originali?
Dietro ogni abito c’è un racconto ed una singola influenza di performer storici delle scene rock. Ho lasciato che fosse il mood del personaggio scelto a far “nascere” il singolo abito. Lo stesso anche per la Urban Vibes. Amo gli anni 90 ed il ricordo che ho della società, dei colori e del panorama musicale di quel periodo. Potrei paragonare le mie due collezioni ad una raccolta di album “Greatest hits” dagli anni 70 ai 90.

Hai lavorato come scenografa, costumista cinematografico e direttore artistico. In che modo queste esperienze influenzano il tuo approccio alla moda?
Ciò che mette sulla stessa linea tutte queste esperienze professionali è il pianificare, creare e realizzare. Che sia un evento, una scenografia o un abito, serve sempre una ricerca ed uno studio tecnico per realizzare su misura d’uomo un buon progetto, nel migliore dei modi.

Hai ottenuto numerosi riconoscimenti nel campo della moda, come il “Premio Creatività” e “Original Fashion”. Quali di questi premi consideri più rappresentativi del tuo percorso artistico e perché?
In realtà tutti sono rappresentativi perché sono stati premi assegnatomi di pari passo con la mia crescita. Dal punto di partenza della “Creativitá” (fondamentale per questo settore) a l’Originalitá fashion che ha reso peculiare il mio stile. Mi piace considerarli premi di percorso, mai fini a sé stessi.

Nel 2022 hai portato le tue creazioni all’International Fashion Festival di Dubai. Cosa ha significato per te presentare le tue collezioni su un palcoscenico internazionale così prestigioso?
È stata un’esperienza unica. Un confronto culturale senza precedenti. Veder sfilare lo stile barocco e hip hop, prettamente occidentale, in un suggestivo scenario arabo è stata anche una grossa responsabilità divenuta grande soddisfazione grazie ai consensi ottenuti.

Dal barocco veneziano al glam rock anni ’70, le tue creazioni spaziano tra epoche e stili diversi. Come scegli le influenze e quali elementi ti ispirano maggiormente?
Per queste due collezioni ho scelto i due periodi storici che sento più “miei”. Anche se non ho vissuto gli anni 70, la musica ha il meraviglioso potere di far viaggiare nel tempo e rivivere o immaginare le realtà che scegliamo. È la musica che mi ispira a fare tutto.

Oltre alla moda, sei anche speaker radiofonica e TV. Come riesci a bilanciare queste diverse carriere e in che modo queste esperienze arricchiscono la tua visione creativa?
La comunicazione è parte fondamentale della moda, della musica e della società. Sono anelli di una catena che mi mettono in discussione, sempre e mi piace farlo. Il mondo dello spettacolo è abbastanza vasto ma il filo conduttore è e sarà sempre la comunicazione. Non è facile sicuramente ma il tempo che abbiamo, deve essere ottimizzato.

Nel 2021 hai collaborato con l’associazione “Eccellenze Italiane” di Roma. Puoi raccontarci qualcosa di più su questa collaborazione e su cosa ha rappresentato per te?
È stato un importante confronto collaborativo con grosse realtà aziendali nazionali e l’aver fatto parte di questo team è stato un passaggio molto importante per la mia carriera ma soprattutto per la mia crescita individuale. È stata la struttura del mio percorso.

L’inclusione della tua collezione “Il Peplo di Athena” nel 50° anniversario dei Bronzi di Riace è stata un evento significativo. Come hai affrontato la sfida di rendere omaggio a un simbolo così importante della cultura italiana?
Athena è la dea della sapienza e delle arti oltre che delle battaglie. Questo riconoscimento artistico conferito alle mie due collezioni è una sintesi di percorso; un po’ come rivedere tutti i miei anni sul campo, tutti inclusi appunto, in un simbolo che rappresenta la nostra città e la nostra cultura. La sfida, in realtà, riguarda la buona semina fatta negli anni precedenti.

Guardando al futuro, quali nuovi progetti o collaborazioni hai in mente e come immagini l’evoluzione della tua carriera nel mondo della moda?
Per come sono andate le cose, posso dire che è il presente a stabilire le carte in tavola perché ogni singolo passo, mi ha permesso di far parte in ogni settore scenico, concretizzando così tutta la mia formazione in arti visive e discipline per lo spettacolo. Per il mio futuro ho solo l’obiettivo di crescita.

Grazie Cheren del tempo che ci hai dedicato e complimenti per la tua carriera artistica e professionale. Continua a seguirci su Che Intervista!

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