Su Che Intervista! conosciamo meglio Fulvio D’Ascola
Chi è Fulvio D’Ascola? Le sue passioni spaziano dalla radio all’insegnamento e alla scrittura.
Raccontare sé stessi non è facile, il mio vissuto è un insieme di tante esperienze che passano attraverso lo sport, la musica, il giornalismo, l’insegnamento, la formazione, la scrittura e la diffusione della cultura attraverso rassegne musicali, infotainment e storytelling. Mi definisco cittadino del mondo, fiero delle origini della Magna Grecia, un po’ Black and White, un bianco con l’anima nera. Mi piacciono le sfide, rinnovare gli incontri professionali e da quindici anni faccio il lavoro che mi piace, insegnare ,scrivere e raccontare storie musicali e non solo .Tutto questo nasce dalla passione per la musica e con il contatto con la gente nel corso degli anni di corrispondente per Gazzetta del Sud, ancora in corso ,nei campi di calcio dilettantistici, in mezzo ai tifosi delle squadre, senza sale stampa e con il contatto diretto con la gente. Tutto questo incide sulla tua formazione personale. Fulvio D’Ascola è una persona che vive la curiosità della conoscenza e la bellezza delle piccole cose, appassionandosi e cercando di regalare agli altri le esperienze vissute e la conoscenza, con grande interazione, con passione e comprensione. Con la musica in sottofondo…
Professore D’Ascola, come la sua esperienza in ambito radiofonico ha influenzato il suo approccio all’insegnamento e alla comunicazione con gli studenti?
L’esperienza radiofonica è stata fondamentale, l’approccio radiofonico iniziato quando avevo sedici anni, mi ha aiutato tantissimo soprattutto nella comunicazione para verbale e nel controllare le emozioni, attuando quei processi neurolinguistici che adesso mancano con le connessioni web.
L’ approccio nell’insegnamento e nella formazione è agevolato per l’uso della voce, la sua tonalità, per mettere a proprio agio gli studenti e interagire con loro, ma anche per la sintesi e la chiarezza del linguaggio che deve essere semplice, diretto e diventa interazione positiva. Dobbiamo comprendere il contesto in cui agiamo per usare al meglio l’intelligenza emotiva, l’intelligenza strategica e l’intelligenza ambientale, per appassionare gli studenti cercando di essere semplici nell’esposizione dei concetti. La radio è stata importantissima in questo approccio.
Lei insegna diverse materie legate alla comunicazione e all’organizzazione aziendale. Quali sono le sfide più comuni che i suoi studenti incontrano in questi ambiti e come li aiuta a superarle?
Molte volte l’approccio è diversificato, ma il denominatore comune è farli diventare consapevoli delle loro potenzialità, cercando di fare crescere la motivazione e la consapevolezza del sé, cercando di farli diventare manager di sé stessi, dando grande importanza al fattore umano con grande interazione nel campo della comunicazione. Le difficoltà sono sempre legate all’autostima in campo comunicativo, mentre nell’insegnamento dell’organizzazione aziendale che include comunicazione, marketing e leadership, la sfida è rendere verosimile il concetto di impresa ed azienda, creando un brand d’impresa simulata con gli studenti facendogli realizzare il logo ed insieme, creare organigramma e strategie aziendali.
In qualità di sociologo, quale pensa sia l’impatto della musica soul sulla società contemporanea e come questo genere musicale è riuscito a mantenere la sua rilevanza nel tempo?
L’impatto sociale della musica Soul si è fermato negli anni 70, a livello di cambiamento e denuncia sociale. Sottofondo musicale della Marcia su Washington di Martin Luther King o dei disordini di Detroit per le lotte contro la discriminazione razziale, a metà degli anni Sessanta.
Basta pensare alla musica della Motown che era il primo crocevia sociale di musica nera ballata dai bianchi che sdoganava l’afroamericano ,che però entrava nel mondo del consenso dei bianchi usando il loro stile e la loro moda, sacrificando l’essenza etnica, ma vendendo milioni di dischi ,realizzando capolavori musicali e mostrando un parterre di musicisti e band memorabili come Smokey Robinson, Marvin Gaye,Stevie Wonder,Diana Ross ,Temptations, Four Tops,Supremes, Martha and The Vandellas, Miracles. Non dimenticando la musica di Memphis e della Stax con Otis Redding, Bobby Womack, Isaac Hayes e la grande Aretha Franklin. Oggi la musica Soul ha lasciato l’eredità nei campionamenti delle canzoni hip pop e rap, ma è sempre il sottofondo di colonne sonore di film e di pubblicità, segnando il tempo immortale dell’arte e della musica. La riviviamo anche negli States quando avvengono azioni di polizia violente contro afroamericani.
Il suo programma radiofonico “WALKING SOUL” va in onda da sette anni. Qual è stato il momento più memorabile che ha vissuto durante una trasmissione?
Il momento curioso è stato il mio ritorno in radio, mancavo dal 1984 ed ero abituato al mixer ed si dischi in vinile e non è stato facile trovarsi di fronte un monitor ed un software in cui si inseriscono la canzoni creando le playlist, ma il mixer c’era ed era il mio appiglio al passato. Il momento memorabile è stata la trasmissione realizzata insieme a Giampiero Vigorito in collegamento telefonico da Roma , dedicata al programma radiofonico RAISTEREONOTTE che su Rai Radio 1 ,andava in onda venti minuti dopo la mezzanotte fino alle 5:30 del mattino, dal 1982 fino al 1994.Raistereonotte era un trasmissione cult ,ascoltatissima durante la notte e si alternavano ai microfoni diversi conduttori ogni notte, proponendo musica di altissimo livello. Naturalmente sono stato un assiduo ascoltatore notturno ed ho conosciuto band come Style Council , Prefab Sprout o Everything But The Girl, attraverso le proposte musicali dei conduttori. Giampiero Vigorito, era uno di questi, grande speaker, scrittore e giornalista che adesso conduce Leggende Olimpiche su Radio Tre, ed iniziare Walking Soul con la sigla di Raistereonotte di Roberto Colombo e interagire con Giampiero con una scaletta musicale dell’epoca ,datata 1982-1983,è stato come fermare il tempo .
Ha una lunga storia di collaborazione con diverse radio italiane. Come è cambiato il panorama radiofonico italiano dal 1978 ad oggi?
E’ cambiato tantissimo, come il mondo musicale e discografico. Latita il fattore umano e la qualità, la massificazione della musica e le varie etichette indipendenti o le major discografiche generano le playlist, inviando le cartoline digitali delle canzoni o pagano per mandare in onda trasmissioni musicali con protagonisti artisti emergenti, in cui spesso la qualità musicale latita. Oggi è tutto un calderone gestito da algoritmi e share. Sinceramente non ascolto molto la radio, ma le mie preferenze vanno a Radio Capital, Radio24 per l’informazione anche economica e Virgin Radio.
Lei ha scritto due libri, uno dei quali è un saggio musicale sulla casa discografica Tamla Motown. Quali sono state le principali scoperte o sorprese durante la stesura di questo libro?
La stesura di un saggio ti porta ad isolarti dal mondo circostante nel periodo della scrittura.
Devi essere dentro le storie e catapultarti in quel periodo. In “Motown Soul Power” ho vissuto ed analizzato, riflettendo l’ascesa verso il successo, ma anche la caduta verso il baratro degli artisti, ma anche gli investimenti sbagliati di Berry Gordy ed il vizio delle scommesse e del gioco che vanificano ogni aspetto manageriale. Importante anche il contesto di due città, Detroit in cui nacque la casa discografica e dove si produssero i più grandi successi e Los Angeles dove si trasferirono gli studi in seguito, realtà sociale dove si dilapidavano vite e soldi.
Lei ha realizzato diversi live show di infotainment con video e musica. Qual è l’elemento chiave per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico durante queste presentazioni?
La gestione del tempo, l’ottimizzazione di parole, pause, video per creare l’atmosfera di interazione emozionale. Creare una storyboard coinvolgente. Conoscere le dinamiche dei sistemi relazionali, ma avere un grande amore e passione per quello che stai proponendo. I miei live show non superano mai i 45 minuti, poi come spesso accade è il pubblico con la sua interazione che dilata i tempi con grande partecipazione.
La sua collaborazione con aziende internazionali come Manpower ed Adecco dimostra un forte legame con il mondo del lavoro. Quali sono le competenze più richieste oggi dalle aziende e come prepara i suoi studenti a soddisfare queste esigenze?
Il mondo del lavoro è in una fase di cambiamento. La digitalizzazione e l’avvento dell’Intelligenza Artificiale si sostituirà alla manodopera e le aziende cercano personale altamente specializzato, per ottimizzare le fasi di produzione. Nel mondo della Formazione mi trovo speso a insegnare a manager o dipendenti le opportunità del cambiamento che è supportato da un’ottica manageriale europea. Non dobbiamo mai dimenticare il fattore umano e gli studenti devono capire che soltanto con la consapevolezza, con la curiosità della conoscenza e con l’umiltà nello studio si possono raggiungere obiettivi. Anche creando start up sostenute economicamente da fondi pubblici e sognare sempre, porsi sempre obiettivi massimi, ma con tranquillità, senza tensione da performance. Credere ed investire in sé stessi. Il tempo lento regala qualità, competenze e crea un posizionamento importante nella scala dei valori professionali. Bisogna mettersi in gioco sempre e vivere le sconfitte come vittorie mancate.
Infine, professore, quali progetti futuri ha in mente, sia in ambito accademico che in quello radiofonico e letterario, e cosa spera di realizzare nei prossimi anni?
Si vive e si deve vivere di futuro. Le sfide più belle sono quelle in cui ci si mette sempre in gioco, con la bellezza di scoprire gli studenti come persone che sono bacini di emozioni e di conoscenze.
È bellissimo interagire con loro e distribuire competenze ed abilità per migliorare il loro percorso accademico e professionale. L’insegnamento accademico, ma anche in Formazione è il momento in cui non si può barare, sei tu a creare il programma didattico ed adottare la metodologia più efficace, perché in fondo siamo stati tutti studenti ed adesso è bello lasciare una piccola parte di te in ognuno di loro con l’insegnamento.
Nel campo letterario ho fogli di carta con pagine scritte e lasciate sulla mia scrivania, con l’ intenzione della stesura di un romanzo con la storia ed i protagonisti già ben fissati nella mente.
La sfida più bella lo anticipo a voi sarà “That’s The Way Of the World”, così va il mondo , un recital da one man show ,tra luci, ombre ,video e musica in cui racconto il mondo dal dopoguerra ad oggi attraverso le parole e le canzoni.
Per saperne di più: www.fulviodascola.com
Grazie prof. D’Ascola per la sua intervista e complimenti per tutto. Alla prossima!
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