Gianpiero Taverniti è uno scrittore appassionato e un fotografo talentuoso che ha dedicato la sua vita a raccontare e promuovere la bellezza della Calabria. Dopo anni vissuti lontano dalla sua terra natale, è tornato per immergersi completamente nella cultura, nella storia e nelle tradizioni della sua regione. Il suo libro, “Raccontando la Calabria“, è una guida emozionale che porta i lettori a viaggiare attraverso le meraviglie di questa terra, non solo con gli occhi ma anche con il cuore. In questa intervista, esploriamo il percorso, le motivazioni e le visioni future di Taverniti.
Su Che Intervista! conosciamo meglio lo scrittore Gianpiero Taverniti…
Benvenuto Giampiero, cosa l’ha spinta a lasciare la Lombardia e tornare a vivere in Calabria dopo tanti anni?
L’irrefrenabile volontà di conoscerla , visto che partito da ragazzo per cercarmi un’opportunità lavorativa, la conoscevo molto poco. Una scelta difficile, ma che alla fine mi ha regalato tante emozioni e anche qualche delusione, ma nel complesso mi ha regalato una ricchezza inestimabile, quella di far conoscere a fondo la Calabria ai miei due figli e a mia moglie.
Può raccontarci come è nata l’idea di scrivere “Raccontando la Calabria” e cosa desidera trasmettere ai suoi lettori con questo libro?
L’idea in realtà non vi e’ mai stata, ma nel susseguirsi dei tantissimi viaggi in lungo e in largo, scrivevo su una vecchia agenda raccontandola e scattavo moltissime foto. Dopo 7 anni , trovo una memoria pregna di qualcosa che mi ha dato felicità e spinto dal Prof. Saverio Verduci, pensai di scrivere un libro da donare alla mia terra e alla mia gente. Il libro trasmette la giusta consapevolezza di poter essere consci delle ricchezze che abbiamo e che dovremmo tutelare e difendere tutti.
Lei parla di un “viaggio nel cuore della Calabria” attraverso il suo libro. Qual è stato il momento o il luogo più emozionante di questo viaggio per lei?
La Calabria ti emoziona in ogni angolo, in ogni suo borgo e centro, ma le forti emozioni le ho avute a Gallicianò di Condofuri, nel cuore dell’area grecanica, ascoltando e dialogando con i greci di Calabria, ascoltando delle melodie grecaniche cantate dagli abitanti stessi, immersi in un museo etnografico che ha fatto da identitaria scenografia.
Come ha raccolto le storie e le testimonianze delle persone che ha incontrato lungo il suo percorso?
Ogni qualvolta arrivavo in un paesino, mi calavo a 360°, dialogando con anziani nelle piazze, nei bar in centri di aggregazione, al solo fine di poter carpire la memoria storica che solo gli anziani ci donano. Le definisco delle “macchine del tempo” viventi che si alimentano di adrenalina e passione per il loro paese e vedendo interesse, danno il meglio e raccontano al meglio antiche esperienze e aneddoti, specialmente nei borghi che un tempo erano vivi e uniti nella forza della comunità.
Quali sono le sfide più grandi che ha affrontato nel tentativo di promuovere un’immagine positiva della Calabria?
Le sfide sono state tante in definitiva, partendo dalla difesa delle area archeologica (P. Orsi -Monasterace), quando con il passaggio del ciclone Nettuno , si subirono danni e le forti onde resero lo stesso sito vulnerabile nella difesa dalle fortissime onde che erodevano la costa della cittadina. Nelle varie denunce web e giornalistiche, ho attaccato a muso duro le varie istituzioni competenti affinché potessero intervenire. Le tre vittorie dei contest fotografici( Paestum 2016 e 2017 e quello del Touring Club 2018, con Pentedattilo by night, risultata la foto più cliccata e votata d’Italia). Ma la battaglia del cuore, quella che mi ha dato immense soddisfazioni, insieme al Comitato civico “Monasterace nel cuore”, e’ stata la petizione popolare per riportare il bel mosaico del Drago di Kaulonia, nella sua sede naturale, presso il museo archeologico di Monasterace. Li e’ stata la vittoria di un intera comunità e per me il grande onore di promuovere e lanciare quella azione popolare in difesa della cittadina locridea, affinché questo arricchimento del museo stesso potesse far cominciare a pensare, di iniziare un vero e importante processo di valorizzazione e promozione.
La sua foto vincitrice del concorso fotografico a Paestum ha ricevuto molta attenzione. Cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?
Per chi ci tiene alla propria terra, vincere dei contest fotografici in eventi settoriali, vuol dire far vincere la cittadina del soggetto dello scatto e poter donare alla Calabria, in quell’ambito un’icona forte diffusa tantissimo e far scattare quell’interesse verso visitatori , studiosi e potenziali turisti nel globo.
In che modo crede che il suo libro e le sue fotografie possano contribuire a cambiare la percezione della Calabria?
Donarlo alla mia terra e alla mia gente, residente e non, farglielo leggere e’ già un cambiamento, perché abituati sempre a lamentarsi che non si ha nulla, la lettura apre gli occhi a vederla diversamente, facendo battere il cuore , spingendo dopo la lettura a volerla conoscere , girandola come ho avuto il grande piacere di farlo io , in diversi anni.
Lei ha dichiarato che il suo lavoro non è motivato da interessi economici ma da una profonda passione. Cosa significa per lei vivere e lavorare per passione?
Vivere e lavorare con passione, vuol dire viver bene , affrontando con tanto piacere ogni azione lavorativa o viaggio che si compie, perché la passione pura e disinteressata, fa scaturire quella forte adrenalina che ti spinge a goderti ogni momento della vita e ogni angolo della Calabria.
Quali progetti ha per il futuro? Ha in mente altri libri o iniziative legate alla promozione della Calabria?
Vivo serenamente la quotidianità, programmi e progetti ne ho sempre avuti, sono la benzina della vita che ti aiutano a vivere bene e quando sono rivolti verso la propria terra, le motivazioni e le forze si raddoppiano per eseguirli. Sicuramente continuerò a scrivere per la Calabria e per la sua nobile gente.
Che consiglio darebbe a chi vuole scoprire la Calabria attraverso le sue pagine e le sue immagini?
Il consiglio dopo aver letto il libro, avendo vissuto un viaggio virtuale nella lettura, e’ uno ed è quello di metterlo nello zainetto o nel cruscotto della proprio auto o moto, al solo fine di poter visitare i luoghi descritti e vivere le grandi emozioni che ho vissuto.
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Grazie per l’interessante intervista, Gianpiero!
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