Giorgia Gusmini: una giovane voce che unisce il jazz a un’anima contemporanea. Classe 1997, Giorgia scopre la sua passione per la musica già a 7 anni, portandola a intraprendere un percorso di studi in Canto Jazz al Conservatorio di Brescia. Con influenze che spaziano da Daniele Silvestri a Christina Aguilera, passando per Herbie Hancock e Jamie Cullum, Giorgia ha saputo creare un sound unico che affonda le radici nel jazz ma si apre a contaminazioni pop e soul. Dopo il debutto discografico nel 2021, sta per lanciare il suo primo EP, un progetto che rappresenta una nuova tappa nel suo percorso artistico. In questa intervista, ci racconta la sua evoluzione musicale, le sue ispirazioni e le sfide di essere una giovane cantautrice oggi.
Su Che Intervista! parliamo di musica con una giovane voce, Giorgia Gusmini, conosciamola meglio…
Benvenuta Giorgia, la tua passione per la musica è iniziata presto, già a 7 anni. Cosa ti ha spinto a seguire questo percorso e come è nata la tua scelta di studiare Canto Jazz al Conservatorio?
Grazie, è un piacere per me avere l’opportunità di raccontarmi in questo spazio.
Ho iniziato a prendere lezioni di canto da piccolissima e fare musica è stata fin da subito un’esigenza; il modo più facile per esprimermi. Con il passare del tempo sono diventata sempre più curiosa e mi sono resa conto che non mi bastava più prendere lezioni di canto, che volevo imparare a fare tanto altro e così ho iniziato a studiare pianoforte per poi decidere di iscrivermi in Conservatorio.
Il tuo percorso musicale è vario e ricco di influenze diverse. Come descriveresti il tuo stile e quali artisti consideri le tue principali fonti di ispirazione?
Crescendo ho ascoltato tanta musica diversa. Le prime voci femminili che considero un punto di riferimento sono quelle di Elisa e Giorgia, ma nel tempo ho ascoltato anche musica cantautorale come quella di De Andrè, Guccini o Dalla e pop internazionale (Christina Aguilera, Amy Winehouse, Bruno Mars). Il jazz è arrivato in un secondo momento stravolgendo completamente il mio modo di approcciare la musica perciò ti direi che il mio stile rispecchia esattamente questo: sono affascinata dalle contaminazioni perciò per quanto la radice dei miei brani abbia tanti elementi che possiamo definire “pop”, mi diverto a colorarli con influenze blues, jazz, funky e ogni tanto qualche elemento più elettronico (ma per questo diamo la colpa/il merito al producer 😉 ).
Dal tuo esordio discografico nel 2021 con il singolo “Ferma la città” hai mostrato una crescita costante. Come si è evoluto il tuo sound negli anni e cosa possiamo aspettarci dal tuo primo EP in uscita a novembre 2024?
“Ferma la città” è stato il mio punto d’inizio, un brano nato quasi completamente “di getto”, con uno stile di scrittura estremamente narrativo e una parte strumentale di forte impatto e prevalentemente elettronica. Da quel primo lavoro in poi è stato fondamentale per me andare alla ricerca di uno stile che mi rispecchiasse sempre di più e con questo EP posso dire con certezza di esserci riuscita. Come dicevo prima, amo le contaminazioni e con questo progetto ho cercato di dare spazio a sonorità diverse, ma che a modo loro sono tutte quante “me”.
Il 25 ottobre uscirà il primo singolo perciò non mi dilungo troppo nel parlare di cosa potrete ascoltare, ma spero avrete voglia di sentirlo voi non appena il lavoro sarà disponibile sulle varie piattaforme.
Il jazz, un genere che spesso viene percepito come di nicchia, è una parte centrale della tua formazione. In che modo lo integri nel tuo processo creativo e come riesci a renderlo accessibile a un pubblico più ampio?
Ormai posso dire che il jazz è diventato “casa”, che il suo è per me un linguaggio estremamente naturale e perciò nel momento in cui scrivo mi viene spontaneo attingere da lì; sono sonorità che ho nell’orecchio e che per questo non devo andare a cercare.
Per quanto non sia facile renderlo accessibile ad un pubblico il più ampio possibile, credo che avere un background di ascolti “pop” sia una grande fortuna perchè in fase creativa questi due elementi sembrano unirsi facendo nascere idee che si sposano bene con entrambi i panorami. Al tempo stesso poi ho la fortuna di collaborare con persone che sanno guidarmi in questa direzione quando serve perciò il lavoro di squadra gioca un ruolo molto importante per me.
Hai collaborato con una band di musicisti che ti accompagna nel tuo progetto. Cosa rende speciale il rapporto con i tuoi colleghi musicisti e come contribuiscono alla tua visione artistica?
La collaborazione con la band nasce di recente. Ho concluso ufficialmente gli studi a marzo 2024 e quello è stato il momento in cui ho sentito che finalmente sarei riuscita a portare avanti il progetto per come l’avevo in mente, iniziando a collaborare con i ragazzi che ora fanno parte della band.
I rapporti interpersonali che si creano all’interno di una formazione e che quindi hanno la musica come veicolo sono rapporti speciali, o almeno questa è la mia visione. Nel loro caso si tratta di persone che stanno scegliendo di condividere con me questa parte di percorso e che ci credono insieme a me. Hanno una visione simile alla mia e background simili o complementari, alcuni di loro hanno studiato jazz o lo stanno studiando e anche questo fa la differenza.
L’industria musicale è in continua evoluzione e spesso richiede una forte presenza digitale. Quanto è importante per te curare la tua immagine sui social e quali strategie adotti per mantenere un rapporto autentico con il tuo pubblico?
Sicuramente l’aspetto social fa parte del lavoro, ma devo ammettere che su questo sono ancora un po’ “vintage”. Ho un profilo instagram, pubblico stories e qualche post ogni tanto, ma non lo faccio con strategia. Credo che l’immagine che traspare sia la stessa che le persone hanno di me nel quotidiano; non ho uno storytelling particolare, semplicemente condivido la mia realtà anche tramite le pagine social. Non nascondo che mi piacerebbe migliorare in questo senso perchè riconosco le potenzialità di questi strumenti, se usati nel modo giusto però al momento mi sento ancora più affine ai vecchi metodi e spero ancora nel creare un piccolo pubblico che voglia seguirmi perchè mi ha sentita live e ha deciso di supportare il progetto (..ve l’ho detto che sono vintage ahah).
Nel tuo percorso ci sono state delle sfide particolari o momenti difficili che ti hanno insegnato qualcosa di importante, sia come artista sia come persona?
Forse nascere con l’aspirazione di fare questo nella vita è la sfida più grande con cui mi devo scontrare quotidianamente. Sono dell’idea che chiunque faccia Arte, in qualsiasi sua forma, sia naturalmente spinto ad una maggiore sensibilità e crescere con questa consapevolezza mi ha portata a vivere con una certa intensità praticamente ogni cosa.
Al tempo stesso però le esperienze che ho fatto fino ad ora mi hanno dato gli strumenti per arrivare a 27 anni e credere ancora nel sogno che avevo da bambina e penso che questo sia un enorme privilegio.
La data di uscita del singolo di presentazione del tuo nuovo lavoro è vicina. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere con questo progetto e quali emozioni speri di suscitare nel tuo pubblico?
“Martini Blues”, questo il titolo dell’EP che è frutto di un paio di anni che per me sono stati una sorta di rinascita. Quando ho iniziato la stesura delle prime due tracce stavo vivendo un momento di forte conflitto con me stessa, chiedendomi cosa volessi fare davvero del mio futuro e quanto la vita che stavo vivendo e quella che speravo per me stessa fossero in equilibrio.
L’ordine delle tracce non è casuale, ma anche se per scrivere questi brani ho chiaramente fatto riferimento a mie esperienze personali spero sempre che le persone che ascolteranno si possano ritrovare in quella che è la loro realtà, nelle loro esperienze o che magari il suono di un ritornello in particolare sia in grado di far commuovere qualcuno, o addirittura sorridere.
Guardando al futuro, come immagini la tua evoluzione musicale? C’è un genere, un suono o una collaborazione che sogni di esplorare?
Sono molto felice del percorso fatto fino ad ora e mi auguro che la mia musica possa continuare a crescere insieme a me, un’esperienza dopo l’altra.
Penso che sia fondamentale seguire la strada che dentro di noi sentiamo essere la migliore e il mio obiettivo più grande è quello di continuare a fare musica per entrare in contatto con l’Anima delle persone. Auguro a me stessa di mantenere il coraggio per andare avanti in questa direzione, qualsiasi cosa arriverà in futuro sarà frutto del percorso fatto perciò non voglio porre confini. Mi permetto di sognare in grande ancora per un po’.
Essendo una giovane artista emergente, quale consiglio daresti a chi vuole intraprendere una carriera nella musica oggi, considerando le sfide e le opportunità che si presentano?
La risposta che do a questa domanda è sempre quella di crederci. La strada non è semplice, ma se alla base c’è tanta voglia di mettersi in gioco e soprattutto se si sente la necessità di fare questo..perchè precludersi la possibilità?
Ricordatevi solo che sognare ad occhi aperti è bello, ma la realtà poi ci chiede di essere concreti e avere una visione precisa della direzione che vogliamo prendere, detto questo “in bocca al lupo” a chiunque stia leggendo queste parole. Che sia nella musica, nell’interior design, in cucina o in qualsiasi altra cosa non smettere di avere fiducia in te e abbi il coraggio di avere qualcosa da dire.
Grazie Giorgia per averci dedicato un pò del tuo tempo per conoscerti meglio. Complimenti per tutto e tienici aggiornati!
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