Oggi abbiamo il piacere presentare, attraverso le parole di Luca Dipierro, la casa editrice Garganta Press, una realtà innovativa e bilingue che opera tra Italia e Stati Uniti.
Garganta Press non è solo una casa editrice, ma un vero e proprio progetto culturale che si distingue per la sua attenzione alla traduzione e alla diversità di generi, spaziando dalla poesia contemporanea alla narrativa sperimentale, fino alla sottocultura del punk rock.
Il nome “Garganta” deriva dallo spagnolo e significa “gola”. Può spiegare la scelta di un nome così particolare e il suo significato simbolico per la casa editrice?
La parola “Garganta” rimanda alla voce, all’apparato fonatorio, cioè al corpo. L’antropologo Marcel Jousse, riguardo allo sviluppo della scrittura nell’Occidente, ha parlato di “algebrosi”, cioè di una progressiva astrattezza, di un allontanamento dalla corporeità. A noi interessano le esperienze di scrittura che cercano di andare in direzione delle cose, che hanno una certa matericità. E poi la parola “garganta” suona un po’ come Gargantua: il libro di Rabelais è un testo che amiamo molto e che non smette mai di nutrirci. “Garganta” porta con sé un senso di abbondanza e di eccedenza che ci piace molto.
Garganta Press è una casa editrice bilingue. Quali sfide e opportunità vede nella pubblicazione di libri sia in inglese che in italiano?
Il bilinguismo per noi è innanzitutto una condizione, un dato di partenza esistenziale. Anche se la nostra sede è in Oregon, siamo per metà italiani e per metà nordamericani. Muovendoci su questi due fronti, la traduzione è al centro del nostro lavoro. Tradurre un testo solleva problematiche che ci stanno molto a cuore come casa editrice, per esempio il rapporto tra identità e differenza. I libri che ci piacciono sono quelli che ci disorientano, che mettono in discussione il “qui ed ora”, che immaginano un altrove, anche rispetto alla propria lettera.
Il primo titolo “Le ceneri di Super Vicki” di Ophelia Borghesan. Può darci qualche anticipazione su questo libro e spiegare perché è stato scelto come titolo di esordio?
Ophelia Borghesan è un dispositivo poetico nato nel 2012, animato dal poeta Luca Rizzatello e dall’artista visiva Angela Grasso. Alla scrittura hanno affiancato altre forme espressive come l’illustrazione, l’installazione video, la performance. Questo ci interessa molto perché porta la letteratura fuori dalla pagina, che è sempre un bene. È una poesia che loro stessi definiscono “civile”, nel senso che guarda la contemporaneità dritta in faccia, e lo fa usando una metrica allo stesso tempo rigorosa e incredibilmente inventiva. Il libro che pubblicheremo si intitola Le ceneri di Super Vicki, una raccolta di poesie che si confronta, per citare Luca Rizzatello, che a sua volta cita Dino Campana, con “il panorama scheletrico del mondo”. Secondo noi è un libro molto bello, ricchissimo di idee e cose.
Il vostro catalogo prevede una varietà di generi, dalla poesia contemporanea alla narrativa sperimentale fino a libri sulla sottocultura del punk rock. Cosa vi ha portato a scegliere questa diversità di contenuti?
Il punk rock è un retroterra comune a tutti noi di Garganta Press. Siamo cinquantenni cresciuti negli anni ’80 con sonorità e modi di espressione legati all’etica del do-it-yourself. Per noi questo significa fare meno libri, ma farli con grande passione e cura, e significa muoverci al di fuori di certe logiche da catena di montaggio che oggi producono tanti libri fatti male, libri che non durano, che si esauriscono presto. La varietà delle nostre proposte riflette il nostro interesse in una letteratura di confine, ibrida, che attraversi i generi.
La traduzione sembra giocare un ruolo importante nelle vostre pubblicazioni, con molti libri presentati con testo a fronte. Come selezionate le opere da tradurre e quali criteri utilizzate per le traduzioni?
Traduciamo i libri che riescono a portarci “via di qui”, per citare Franz Kafka. Nel suo racconto Der Aufbruch (La partenza), uno dei personaggi dice che l’unico modo per raggiungere il suo obbiettivo è non esser diretto in un luogo preciso, ma “solo via di qui, solo via di qui. Via di qui senza indugio[…]”. Questa tensione è ciò che ci porta. Non abbiamo un criterio generale per le traduzioni. Dipenderà da ogni singolo traduttore, e da ogni libro, da quello che ogni libro avrà in sé di altro da sé, per così dire.
In un’epoca dominata dai grandi gruppi editoriali, qual è la filosofia di Garganta Press e come si differenzia dalle altre case editrici indipendenti?
Spesso anche l’editoria cosiddetta indipendente fa scelte che dipendono dal mercato: i libri giusti al momento giusto. Noi vogliamo solo condividere libri che amiamo. Come un amico che ti presta un libro che non conoscevi e che stai alzato tutta la notte per finire. Per questo abbiamo preferito costituirci come casa editrice non-profit. Vogliamo vendere libri per fare altri libri, tutto qui.
I vostri libri saranno disponibili sia online che in librerie indipendenti selezionate. Come scegliete le librerie con cui collaborare e quali criteri utilizzate per la distribuzione dei vostri titoli?
Più che altro saranno le librerie a scegliere noi. Noi possiamo solo proporre i nostri titoli e sperare che scatti un’affinità elettiva. Ci appoggeremo anche a Librostore, una piattaforma di e-commerce che collega direttamente case editrici e librerie. I canali distributivi tradizionali solo letali per minuscole realtà come la nostra.
Garganta Press punta a sollecitare domande piuttosto che a dare risposte. Può approfondire questo concetto e spiegare come questa filosofia si riflette nei vostri libri?
C’è chi legge per rinsaldare le proprie certezze, per cercare la conferma di un sapere già ottenuto o per guadagnare un nuovo sapere. Ma un libro non è un bottino. A noi piace leggere per provare un certo spaesamento, anche rispetto a noi stessi, una certa scomodità ad abitare la propria pelle e pensare i pensieri che abbiamo pensato fino a quel momento. I libri che vogliamo pubblicare sono quelli che spostano i termini del discorso, qualunque esso sia, estetico, etico o politico, che creano delle terre di mezzo fra le solite alternative. La letteratura che vogliamo promuovere ha un potere interstiziale, nel senso che permette di infilarsi negli spazi, spesso minuscoli, fra i “grandi” temi e le “grandi” storie e ridisegnare la mappatura del mondo.
Guardando al futuro, quali sono i suoi obiettivi per Garganta Press e quali progetti ha in serbo per i lettori?
Obiettivi per il futuro? Intanto cercare di fare in modo di avercelo un futuro, e quindi, coltivando il nostro giardino, contribuire al pensiero del possibile. Alcuni fra i titoli in arrivo: la prima traduzione italiana di Lettere contro il firmamento di Sean Bonney, un grande poeta inglese scomparso nel 2019. Ancora un traduzione dall’inglese: The Primal Screamer di Nick Binko, artista di outsider art e storico cantante del gruppo di anarcho punk inglese Rudimentary Peni, un romanzo del 1995 che parla di psichiatria, musica, politica, con venature alla Lovecraft. Tra i titoli in inglese (per i lettori statunitensi, ma acquistabili anche in Italia per chi fosse interessato), siamo felici di pubblicare un raccolta di prose brevi dell’autrice americana Leni Zumas, nota anche al pubblico italiano per il suo romanzo Orologi rossi (pubblicato da Bompiani), e la prima raccolta di poesie del poeta e traduttore Josh Pollock, Narcan Incantations, un libro bellissimo e doloroso.
Ringraziamo Garganta Press per l’intervista ed a presto!
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